La storia di Montevertine ha lo sguardo del Pergole Torte e il volto di Martino Manetti


La storia della famiglia Manetti e di Montevertine la puoi ascoltare durante una cena nella parole appassionate di Martino oppure la può facilmente dedurre ascoltando il messaggio emozionale che ti portano le vecchie e le nuove annate dei suoi vini che oggi, senza alcun dubbio, rappresentano l'avverarsi di un sogno di una famiglia e la scommessa vincente di un vitigno per qualcuno non grandissimo: il sangiovese (ok c'è anche del canaiolo....). 

Il Sodaccio di Montevertine 1987: un'annata piccola piccola, per qualcuno, regala un vino bono bono con un naso frizzante dove trovi la complessità della frutta rossa disidratata, arancia amara su tutte, i fiori da diario e una mineralità ancora galoppante. La bocca mi è piaciuta davvero tanto, il vino è vivissimo, fresco, sprizza acidità da ogni atomo con un'ampiezza e una persistenza inaspettate. 


Cannaio 1995: prodotto con uve selezionate di sangiovese e canaiolo, appena versato nel bicchiere sembra di odorare l'entrata di una miniera o di una fonderia tanta era la ruggine, il ferro e la nota di goudron che sprigionava. Poi, con l'ossigenazione, ecco far capolino le sensazioni di fiori secchi e la caramella mou. Bocca meno espressiva del precedente vino, forse un filino più corta e ampia ma, nonostante tutto, di grande eleganza ed austerità. 

Montevertine Riserva 1996: come alla Scala, dopo un concerto, dopo aver bevuto questo vino ci si alza in piedi e si applaude Sergio Manetti per qualche ora. E' un vino buonissimo, finissimo, borgognone (spero di non urtare la sensibilità di qualcuno) che ha caratteri di gioventù ed eleganza veramente rari da trovare in un vino di quindici anni. 


Pergole Torte 2001: non sarà a livello della mitica Riserva '90 ma bere questo sangiovese in purezza, ad oggi, è un'esperienza commovente e per certi versi didattica perchè capisci, facendo un paragone calcistico, la differenza tra Cristiano Ronaldo e Messi: il primo è un grande calciatore mentre il secondo è un fuoriclasse. Ecco, il Pergole 2001 ha quei numeri in più che ti fanno capire che questo vino, rispetto ad altri, ha una marcia in più. E' tutto di più e non servono tecniche speciali di degustazioni per capirlo. 

Martino Manetti durante la serata
Pian del Ciampolo 2002: come può un un vino base in una annata considerata sfigata diventare un gioiellino di bevibilità e piacevolezza? Le cose sono due: o chiedete un consulto ad Harry Potter oppure, meglio, chiamate Martino Manetti. amo sempre di puù questo vino! 

Montevertine 2009: L'annata, che promette veramente bene a Radda in Chianti, dà vita ad un vino che, nonostante sia stato appena imbottigliato, è già godibilissimo. Nette sono le sensazioni di ciliegia, fruttini di bosco e fiori rossi che ben si amalgamano alla vena minerale del vino. Bocca freschissima dotata di tannini setosi e ritorni di frutta rossa croccante e viola. Buono davvero. 

Pergole Torte 2009: se tanto mi dà tanto, soprattutto paragonandolo alle recenti annate 2007 e 2008, questo Pergole ha davvero tanta roba, oggi ancora inespressa ed inesplorata, che potrebbe portarlo col tempo a vette che ad oggi possiamo a malapena immaginare. Da comprare e tenere in cantina perchè è davvero giovane. A Martino brillano gli occhi a parlarne per cui....

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