Esistono vini sopravvalutati?

Avete mai pensato, dopo aver aperto la bottiglia dei vostri sogni, di aver buttato i vostri soldi? A me, ad esempio, è capitato moltissime volte e non solo in riferimento a vini costosissimi. Mi succede spesso quando degusto molti supertuscan da 30/40 euro che tutto mi danno tranne che emozioni.
Ma quand’è che un vino è sopravvalutato? Seguirei in questo caso due strade: vini che presentano un rapporto qualità\prezzo pessimo e vini che hanno ricevuto voti strabilianti e che al bicchiere mostrano tutta la loro debolezza.
E’ chiaro che in entrambe i casi stiamo di fronte a valutazione puramente soggettive visto che per il russo coi soldi spendere 500 euro per un Masseto potrebbe costituire un affare mentre per altri, invece, potrebbe essere un furto.
In termini di qualità prezzo la cosa migliore sarebbe quella di degustare vini della stessa tipologia alla cieca, dare loro un punteggio, e solo dopo scoprire quanto costa quello che si è bevuto.
In tal senso, e mi espongo, ritengo il Masseto un’etichetta sopravvalutata come rapporto q/p di fascia alta. Mi spiego meglio: è sicuramente un bel merlot, ottimo in certe annate come la 2001, però mai e poi mai spenderei certe cifre per comprare un vino che, in media, non regge un lungo invecchiamento (le annate ’90 sono per me tutte in fase di decadenza spinta). A questo punto, con la stessa spesa, mi compro qualche Bordeaux serio oppure viro la mia scelta su altri merlot come il Messorio che, nonostante tutto, ha un costo minore di almeno un terzo. Per non parlare del Montiano che, seppur piacione e costruito come molti dicono, nelle grandi annate come 1997 e 2001 potrebbe dare i resti a molti compagni blasonati con una spesa che non supera mai i 30 euro al ristorante.
Butto là un’altra provocazione. Romanée Conti per me è un vino sopravvalutato, parliamo sicuramente di una bevuta assimilabile ad un’esperienza mistica, però spendere 10.000 euro per un vino, seppur immenso e mitico, è troppo. Alla cieca un La Tache, tanto per rimanere in famiglia, potrebbe schiantarlo con un risparmio notevole sul portafoglio.
E i vini premiati dalle guide e, soprattutto, da Parker dove li mettiamo? 100/100 possono cambiare la vita del produttore e far schizzare in alto il prezzo di bottiglie che solo il critico americano ha giudicato di grande qualità e futuro. L’esempio classico italiano? Il Solaia 1997, miglior vino al mondo secondo Wine Spectator, che dopo aver ricevuto il premio è passato in enoteca dalle 80 mila lire alle 400 mila lire (oggi si vende a circa 250 euro di media). Bene, se lo aprite non troverete un cattivo vino, anzi, ma un prodotto che non vale quel prezzo, tanto meglio aprire un Solaia 1994 che costa meno della metà ed è un ancora emozionante. Finchè parliamo di Solaia, comunque, rimaniamo nella sfera dei prodotti premiati, sopravvalutati ma, nonostante tutto, buoni. Vi è mai capitato invece di aprire una bottiglia premiata e di “lavandinare” subito il contenuto perché inacettabile?

Io la risposta ce l’ho, tutti i vini valutati da Maroni con un IP sopra 90…..

5 commenti:

Armando Castagno ha detto...

Ciao Andrea, raccolgo la provocazione. Sono d'accordo su tutto, meno che sul Romanée-Conti. Per varie ragioni. Primo, si trovano assai facilmente grandi annate a circa 3.000 euro, il che in un gruppo di otto-dieci amici appassionati significa una spesa elevatissima ma non improponibile. Secondo: si tratta del miglior vino del mondo a giudizio di molti, ivi compresi tutti quelli che conosco e che almeno una volta l'hanno assaggiato. Non conosco persona che sia rimasta delusa da questo vino, nemmeno in parte. E non è vero che La Tache possa mai "schiantarlo"; in una annata ogni quindici/venti, dicono gli esperti, i due vini sono vicini nella valutazione, e la scelta è soggettiva; ad esempio, giusto nell'annata in commercio ora, la 2007. Nelle altre vendemmie, praticamente tutte, la prevalenza qualitativa del Romanée-Conti è giudizio unanime. E si sa: il mercato vale per tutto, meno che per la cosa più rara. Entrambi conosciamo un tizio che possiede un Fiorano Semillon 1971, secondo i miei calcoli una delle ultime DUE bottiglie rimaste. Ebbene, ha appena rifiutato 4.000 euro. Quattromila. Ha fatto benissimo.

Andrea Petrini ha detto...

So perfettamente che l'esempio sul pinot nero è il peggiore che potessi fare però, a mio avviso, non ci penserei due volte a stappare 3/4 La Tache in cambio di una bottiglia di Romanée Conti.E' vero che mi perderei il massimo, però so anche che godrei almeno quattro volte di più. Facendo un paragone tremendo, da un punto di vista chiaramente soggettivo, preferirei lasciare ad altri Miss Mondo ed avere una relazione con la seconda, la terza e la quarta classificata al concorso.
Non avranno magari lo stacco di coscia della prima però....

Unknown ha detto...

Andrea, scusa se ti disturbo per una cosa che non c'entra niente con la tua competenza.
Sono arrivata qui attraverso un forum del Gambero Rosso, e a quest'ultimo cercando un rivenditore online del Brunello di Montalcino Castel Giocondo Frescobaldi 2004.
Di vino non capisco nulla (mea culpa!), sto cercando quel Brunello perché tra qualche giorno avrò ospiti a cena che lo gradiscono molto.
Tu vivi a Roma, mi puoi aiutare?
So che i rivenditori Frescobaldi non sono tanti e che non amano disturbare il rappresentante per una sola bottiglia. Abito in zona EUR, ho già provato senza successo all'enoteca di viale Europa e in un bar del Torrino (entrambi rivenditori Frescobaldi). In questo momento il servizio Taste & Buy del sito Frescobaldi non funziona: io inserisco Roma e nella risposta ottengo i rivenditori di Asti...
Grazie e scusa di nuovo.
Francesca

Andrea Petrini ha detto...

Salve, può comprare il Brunello 2004 di Frescobaldi sia da Trimani che da Costantini.
La domanda è? ma proprio quel Brunello?

Rinaldo ha detto...

Sui prezzi esorbitanti, ho l'impressione che se fino a qualche anno fa siano stati utilizzati come strumento di marketing, come traino per il settore tutto, anche per chi non se li poteva permettere, ora invece rimangano interesse circoscritto di un'elite. Il tema non alimenta più la curiosità del mercato ampio, ma al contrario disincentiva interesse.
Al limite posso capire di più vini da migliaia di euro, praticamente per collezionisti, piuttosto che altri da qualche centinaio; che secondo me trovano l'unica giustificazione nell'esigenza d'immagine del brand all'estero.