Nel precedente articolo avevo descritto la modalità o, meglio, la filosofia di come Luca Maroni attribuisce punteggi ai vini riservandomi di verificare se questo suo "credo" degustativo alla fine possa fornire risultati quantomeno accettabili. Molti appassionati sanno già dove andrò a parare ma, per quei pochi che non ne sono a conoscenza, ecco il gota dell'enologia italiana secondo il nostro "esperto degustatore e curatore di guide":
FIRRIATO - Harmonium 2003
Consistenza: 33 - Equilibrio: 31 - Integrità: 33 VOTO TOTALE 97!!!!
Sensazioni: le sue favolose riserve di frutto non potrebbero essere più fitte, più morbide forse appena, allo stesso modo non più sostanzialmente cristalline. Queste ricchezze di cassis e mora neri, a questi livelli d'assoluta limpidità enologica, d'assoluta integrità ossidativa, sin qui non in Sicilia, solo a Château Margaux si erano così mentosamente e florealmente sentite. Contatti di polpa intatta con rovere del tutto illibato. Anice, menta, sambuco, su nuovissimo frutto del bosco. Cassis clorofilloso, il mirtillo, d'un viscoso furioso. Questo è il vino, questo il rosso migliore dell'anno, campione che svela il Nero d'Avola a livelli di potenza, suadenza e fragranza, francamente inattesi. Per questo ancor più virtuosi, stupenti e stupendi. Il degustatore è una bilancia e un reporter: e allora come si fa a non avvertire lirica codesta maestosità di frutto della natura.
Commento del sottoscritto: ora, evitando di sbellicarmi dalla risate per delle descrizioni di rara ilarità come rovere illibato, mirtillo di un viscoso furioso e cassis clorofilloso, io se fossi in Firritato mi incazzerei a morte perchè si sta dicendo che tale vino, l'Harmonium 2003, è paragonabile ad uno Chateau Margaux. Chi conosce tale vino bordolese e degusta il vino siciliano sa che Luca Maroni ha scritto una bestialità (per non dire altro), quasi offensiva, per cui come faccio a dare credito ad un voto così? Firriato, azienda seria, dovrebbe dirglele ste cose.
Vinosia di Mario e Luciano Ercolino - Soavemente 2006
Consistenza: 32 - Equilibrio: 33 - Integrità: 31 VOTO TOTALE 96
Sensazioni: il miglior bianco dell'anno si effonde davvero patronimicamente: il suo profumo irradiandosi Soaevemente. Si scioglie in bocca la sua uvosità avvolgente, la sua cremosità suadente, la sua fruttosità, polposamente trionfante. Sciogliersi è lemma dedotto: si sente infatti la sua uvosa dolcezza comporsi in deglutizione con la glicerina di base, neutralizzare la vivida e clorofillosa acidità verdeggiante, impolpare la grande potenza del poderoso alcol. Qui c'è estratto abbondante per avvolgere cremoso non solo il corroborante vettore, qui c'è dolcezza da compiuta maturità di frutto tale da far ergere la morbidezza su qualsiasi altra sensazione fondante. Qui c'è fibra in cui densa ammantare sia l'intensità dell'aroma, concessa dalla pulizia enologica cristallina, sia qualche speziata voce di fondo, non si sa se dovuta al rovere, o ancora alla magnifica e floreale suadenza del tutto. Un vino di grande fragranza sovrana, un campione dal frutto morbidamente e densamente eccellente.
Sensazioni: il miglior bianco dell'anno si effonde davvero patronimicamente: il suo profumo irradiandosi Soaevemente. Si scioglie in bocca la sua uvosità avvolgente, la sua cremosità suadente, la sua fruttosità, polposamente trionfante. Sciogliersi è lemma dedotto: si sente infatti la sua uvosa dolcezza comporsi in deglutizione con la glicerina di base, neutralizzare la vivida e clorofillosa acidità verdeggiante, impolpare la grande potenza del poderoso alcol. Qui c'è estratto abbondante per avvolgere cremoso non solo il corroborante vettore, qui c'è dolcezza da compiuta maturità di frutto tale da far ergere la morbidezza su qualsiasi altra sensazione fondante. Qui c'è fibra in cui densa ammantare sia l'intensità dell'aroma, concessa dalla pulizia enologica cristallina, sia qualche speziata voce di fondo, non si sa se dovuta al rovere, o ancora alla magnifica e floreale suadenza del tutto. Un vino di grande fragranza sovrana, un campione dal frutto morbidamente e densamente eccellente.
Commento del sottoscritto: a parte le sempre nuove mirabolanti descrizioni (uvosità avvolgente, impolpare l'alcol, etc), una cosa mi fa tanto riflettere: secondo Maroni un vino equilibrato non è quello per cui la dolcezza (morbidezza) del suo gusto eguaglia la somma della sua acidità e della sua - eventuale - amarezza ed è, pertanto, disequilibrato quando uno dei tre sapori è prevalente? Da ciò come si fa a dare il massimo dell'equilibrio quando si dice espressamente che nel vino c'è dolcezza da compiuta maturità di frutto tale da far ergere la morbidezza su qualsiasi altra sensazione fondante? Mistero della "fede maroniana" per un vino che rappresenta il bianco dell'anno....mah!
Finisco con la chicca finale: Giacomo Conterno - Barolo Riserva Monfortino 1990
Consistenza: 27 - Equilibrio: 22 - Integrità: 20 VOTO FINALE 69
Sensazioni: ha buona spinta alcolica, ma già dal colore denuncia incipiente ossidazione: più che rosso, occhio arancio e giallo spento. Caramelloso e lattoso al naso, spento e vibrante nei toni.
Sensazioni: ha buona spinta alcolica, ma già dal colore denuncia incipiente ossidazione: più che rosso, occhio arancio e giallo spento. Caramelloso e lattoso al naso, spento e vibrante nei toni.
Commento? Volete che commento un giudizio di un signore che ad un monumento dell'enologia italiana, il Monfortino 1990, attribuisce quasi trenta, e dico trenta punti meno dell'Harmonium????? Ma come hanno fatto a dare a questo personaggio il titolo di Cavaliere del Barolo??
2 commenti:
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RENATO MACHADO speaks on
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