Tutto nasce quando Silvio Nardi, nel 1950, acquista a Montalcino la Tenuta di Casale del Bosco.
Nel 1958, quando ancora non esisteva nemmeno il Consorzio del Brunello e Montalcino non era che un piccolo paese ancora sconosciuto, dalle cantine di Casale del Bosco uscì la prima bottiglia di Brunello. L'azienda si espande e nel 1962 viene acquistata la Tenuta di Manachiara, con 40 ettari di vigneto, nei pressi di Castelnuovo dell’Abate e a 25 km da Casale del Bosco.
Le vigne di Manachiara danno nome oggi all’omonimo prezioso cru di Brunello dell’azienda che ho degustato qualche settimana fa durante uno dei tanti eventi dell'AIS di Roma.
Alla serata era presente Emilia Nardi, la figlia più piccola di Silvio, che dal 1990 è subentrata nella direzione introducendo radicali cambiamenti nel processo di produzione del vino e di conduzione aziendale scegliendo di affiancare alla tradizione la ricerca scientifica.
Dalla sua ferma volontà di valorizzazione dei vigneti aziendali nasce, nel 1995, il Brunello prodotto dalla Vigna di Manachiara, fiore all’occhiello dell’azienda e posta ad est di Montalcino a 375 m slm.
Dalla sua ferma volontà di valorizzazione dei vigneti aziendali nasce, nel 1995, il Brunello prodotto dalla Vigna di Manachiara, fiore all’occhiello dell’azienda e posta ad est di Montalcino a 375 m slm.
Durante la degustazione l'azienda, oltre a presentare con orgoglio il suo Brunello Manachiara 2003, ci ha deliziato il palato portando alcune "anteprime" veramente interessanti....
Ma andiamo con ordine.
Il Brunello Manachiara 2003, come già detto espressione del versante est di Montalcino, è un vino dotato di potenza e di struttura, soprattutto se è figlio di un 'annata torrida e difficile come il 2003.
Di un bel color rubino scarico con unghia granato, il vino presenta al naso sensazioni di frutta rossa matura, tabacco, torrefazione, accompagnate da una delicata sensazione floreale che fa da sfondo ad una bella scia balsamica.
Di un bel color rubino scarico con unghia granato, il vino presenta al naso sensazioni di frutta rossa matura, tabacco, torrefazione, accompagnate da una delicata sensazione floreale che fa da sfondo ad una bella scia balsamica.
In bocca è morbido e molto ben disposto su sensazioni calde, intense con tannini setosi e una bella vena di freschezza e sapidità. Il finale è lungo, con ritorno di frutta rossa, note di cacao e tabacco.
Per me una bella espressione di Brunello di Montalcino, forse una delle migliori, per una annata che per "alcuni" produttori è risultata particolarmente sfortunata.....
Parlavo prima di anteprime aziendali: Emilia Nardi, durante la serata AIS Roma, ha portato alla nostra attenzione varie chicche, a partire dal Brunello di Montalcino Poggio Doria, vigneto acquistato nella parte ovest della zona di produzione e che, per la sua posizione geografica, rappresenterà in futuro il Brunello più fine ed elegante dell'azienda. Il Poggio Doria è una tipologia di Brunello fortemente voluta e desiderata da Emilia Nardi e sarà un vino prodotto in pochissime bottiglie, circa 2000, una sorta di riserva di famiglia. La data di uscita non è ancora prevista perchè si commercializzerà questo Brunello solo quando questo sarà ritenuto idoneo ad una espressione qualitativa di livello superiore.
L'altra anticipazione aziendale ha riguardato la degustazione dei futuri Brunello di Montalcino Manachiara che Tenute Silvio Nardi ci ha presentato nelle annate 2004, 2005 e 2006. Evitando di scrivere inutili note tecniche di degustazione in quanto i vini sono ancora in fase di affinamento, si è comunque notato, durante l'esame del vino, che il 2006, essendo un'ottima annata, stia dando un prodotto di grande prospettiva in quanto dotato già ora di bell'equilibrio e complessità.
Che dire a questo punto? Appuntamento nel 2011con il Brunello di Montalcino Manachiara delle Tenute Silvio Nardi, con la speranza che il futuro sia ancora più brillante di questo ottimo presente.
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