Chianti Classico Collection 2023: focus sull'annata 2021 più 11 vini da non perdere!


Si è chiusa da poco a Firenze la trentesima Chianti Classico Collection, nata come Anteprima del Chianti Classico nel 1993, che quest'anno segna un nuovo record di produttori partecipanti presenti alla Stazione Leopolda: sono 206 le aziende del Gallo Nero che il 13 e il 14 Febbraio hanno presentato le loro ultime annate di Chianti Classico annata, Riserva e Gran Selezione alla stampa e ai professionisti del settore.


Se nella passata edizione la grande novità era stata la presentazione ufficiale delle undici UGA del Chianti Classico (San Casciano, Montefioralle, Greve in Chianti, Panzano in Chianti, Lamole, Radda in Chianti, Gaiole in Chianti, San Donato in Poggio, Castellina in Chianti, Vagliagli, Castelnuovo Berardenga), quest'anno, come anticipato da Carlotta Gori, direttrice del Consorzio, la notizia più importante per i produttori riguarda l'avvio, da parte del Comitato Nazionale Vini,  dell’iter per l’inserimento delle UGA sulle etichette dei Chianti Classico Gran Selezione. 
“Siamo in attesa della firma sul decreto e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale – ha confermato la Gori – ma possiamo già dire che fra pochissimo sarà possibile mettere una delle undici UGA in etichetta”. "Inoltre - ha aggiunto la Gori  - la Gran Selezione sarà composta da un 90% minimo di sangiovese con, in caso di blend, un massimo del 10% ottenuto esclusivamente da varietà autoctone”.


A sottolineare l'ottimo stato di salute della denominazione ci ha pensato
 il 
presidente del Consorzio Vino Chianti Classico, Giovanni Manetti, che ha riportato numeri importanti per l'anno passato confermando il trend positivo di crescita globale del Gallo Nero. 

Giovanni Manetti

“Il 2022 – ha spiegato Manetti – si è chiuso infatti con un bilancio di bottiglie vendute che segna un +6% sulla media del triennio precedente. Ma preme sottolineare che è aumentato soprattutto il valore globale della denominazione, con un fatturato totale in netta crescita, che nel 2022 ha registrato un +17% rispetto all’anno precedente e addirittura +46% rispetto al 2020”. “La notizia importante – ha aggiunto – è che il valore della denominazione cresce su tutta la filiera, anche a partire dal prezzo delle uve e dello sfuso: la quotazione media ad ettolitro di vino Chianti Classico nel 2022 è stata più alta di circa il 10% rispetto all’anno precedente, offrendo una maggiore remuneratività anche alle aziende che non imbottiglianoPer quel che riguarda il prodotto imbottigliato, invece, si conferma la tendenza alla crescita del peso - in volumi venduti e in valore - delle tipologie “premium” del Chianti Classico, Riserva e Gran Selezione. Nel 2022 le due tipologie hanno infatti rappresentato, congiuntamente, circa il 45% della produzione e il 56% del fatturato".


Durante i due giorni della Chianti Classico Collection le aziende presenti hanno presentato
 750 etichette in degustazione, di cui 161 Chianti Classico Riserva e 136 Gran Selezione. 34 i campioni in anteprima della vendemmia 2022. 


Il mio focus, come sempre per mancanza di tempo e forza lavoro, si è concentrato sull'ultima annata presentata, la 2021 che, come vedremo, non ha nascosto le sue caratteristiche intrinseche all'interno del bicchiere. Il millesimo, infatti, così come in molte parti di Italia, è stata caratterizzato da un'estate decisamente calda e siccitosa, soprattutto ad Agosto, dove le 
le temperature, pur rimanendo abbastanza alte durante il giorno, si sono abbassate notevolmente negli orari notturni soprattutto nelle zone più fresche della denominazione che, in questo caso, hanno potuto contare su uve con maggiore acidità e su una vendemmia più coerenti con gli ottimali tempi di raccolta del sangiovese che, soprattutto negli areali più caldi, è stato raccolto anticipatamente causando squilibri a livello di maturazione sia tecnologica che fenolica.


I circa settanta Chianti Classico 2021 degustati, in linea generale, hanno rivelato vini dal carattere "rotondo", succoso, solare, con un alcol mai in eccesso ma, al tempo stesso, con un tannino a volte troppo verde accompagnato in qualche caso da una acidità sotto media che non aiutava il sorso a regalare il solito slancio finale tipico del sangiovese di questa denominazione dove, come accadrà probabilmente anche per la 2022, saranno fondamentali le caratteristiche intrinseche del territorio (UGA) e il "manico" del vignaiolo che dovrà preservare al meglio l'uva dai cambiamenti climatici.


Casa Emma – Chianti Classico
(90% Sangiovese, 5% Canaiolo, 5% Malvasia Nera)

Casa Emma è un’azienda vitivinicola situata nel cuore del Chianti Classico, a San Donato in Poggio (Barberino Tavarnelle), ad un’altitudine di 430 m. s.l.m. L’azienda nacque nel 1969, quando Fiorella Lepri decise di acquistare il podere dalla nobildonna fiorentina Emma Bizzarri, mantenendo il nome e le radici storiche della tenuta. Tutt’oggi Casa Emma è di proprietà della famiglia Bucalossi e gestisce 28 ettari di vigneto (sangiovese, merlot, ciliegiolo e canaliolo e malvasia) e 1000 piante d’olivo. Il suo Chianti Classico si fa apprezzare per ricordi agrumati, per slancio e finezza tannica e per una chiusura salatissima che invita di nuovo alla beva.

Castello La Leccia – Chianti Classico (100% sangiovese)

A Castellina in Chianti da qualche anno Guido Orzalesi sta lavorando alacremente per portare questa azienda agricola biologica, che vanta anche un ottimo ristorante, ai fasti che gli competono vista la bellezza dei vigneti coltivati. Questo sangiovese in purezza è accattivante, ha sentori ricchi e generosi di frutta matura e spezie ma, al tempo stesso, riesce ad avere grande sinergia acido-sapida e grande equilibrio.

Cigliano di Sopra – Chianti Classico (100% sangiovese)

La Fattoria Cigliano di Sopra è un complesso storico che fa da cornice ad una proprietà che si estende per trentadue ettari lungo le colline del Chianti Classico della zona di San Casciano in Val di Pesa. I trentadue ettari della Fattoria comprendono 8 ettari vitati da cui si ricavano i vini dell’azienda e 17 ettari di Oliveti da cui si ricava l’olio extravergine d’oliva, i rimanenti 7 ettari sono rappresentati da parchi e boschi. Il loro Chianti Classico 2021 è pura energia floreale intarsiata da sensazioni di macchia marina ed erbe aromatiche. Finale entusiasmante per saporosità.

Gagliole – Chianti Classico “Rubiolo” (sangiovese 100%)

Di proprietà della famiglia Bär da tre generazioni, l’azienda vanta vigneti coltivati secondo regimi biologici, sia a Gagliole (Castellina in Chianti), dove le vigne sono prevalentemente adagiate su antichi terrazzamenti, sia a Panzano, posizionati all’interno della famosa Conca d’Oro. Il loro Rubiolo, probabilmente, è uno dei tre Chianti Classico annata che mi hanno fatto sobbalzare dalla sedia per via di una leggerezza aromatica e di una dinamicità di beva che mi hanno fatto scordare tute le difficoltà della 2021. Bravi!

Istine – Chianti Classico (sangiovese 100%)

Angela Fronti, grazie al suo talento innato, ormai conosce il terroir di Radda in Chianti come le sue tasche e riesce a “domare” il suo sangiovese anche in annate calde come queste. Il suo Chianti Classico “base” condensa nel bicchiere tutta la freschezza e la “nervosità” del sangiovese di Radda a cui si aggiunge solo una inconsueta maturità di frutto che fornisce ulteriore succosità alla beva.

Le Miccine – Chianti Classico (sangiovese 100%)

Le Miccine è una piccola azienda a conduzione familiare di Gaiole in Chianti condotta dalla giovane e brava Paola Papini Cook che conduce in biologico sette ettari di vigneto secondo un approccio minimalista. Questa filosofia del “less in more” si ritrova sia a livello aromatico dove il vino gioca su sensazioni di fruttini di bosco e rosa antica. Fresco ed elegante al sorso e dotato di una eco sapida e floreale di entusiasmante finezza.

Monte Bernardi - Chianti Classico “Retromarcia” (sangiovese 100%)

Monte Bernardi si estende su 53 ettari dei quali 10 ettari sono vigneti, coltivati in biodinamica dal 2004, la metà dei quali ha un’età sopra i 40 anni.  I vigneti sono situati in una zona di colline a sud di Panzano. Il loro sangiovese in purezza associa materia e purezza, succosità e freschezza minerale. Un condensato, insomma, di come Panzano può essere davvero considerato un Grand Cru del Chianti Classico.

Montesecondo - Chianti Classico (sangiovese 90%, colorino 5%, canaiolo 5%)

Silvio Messana, abbandonato il sogno di diventare musicista jazz a New York, ha ripreso dal 2000 il podere di famiglia ed oggi coltiva sangiovese, canaiolo, colorino e petit verdot all’interno dell’areale di San Casciano. Il suo Chianti Classico annata è boschivo, a tratti mediterraneo e ha un’anima ricca di sensazioni ematiche. Teso, compatto, vibrante di calore, ha ritorni sapidi e agrumati nel finale.

Podere Castellinuzza – Chianti Classico (sangiovese 95%, canaiolo 5%)

Adagiata tra le braccia del Monte San Michele, il monte più alto del Chianti Classico, l’area di produzione dei vini di Lamole comprende le frazioni di Castellinuzza, Casole e Lamole. Piccoli vigneti, con viti che arrivano anche a 130 anni di età, per lo più terrazzati, immersi all'interno di boschi contornati da campi di iris, viole a mammole. Paolo Coccia, in questi luoghi fatati, da anni produce dei piccoli grandi capolavori come questo Chianti Classico che svela sentori delicati di fiori blu, ginepro, ribes a cui solo un abbrivio succulento e più avvolgente del solito rivela la generosità dell’annata.

Poggerino – Chianti Classico (100% sangiovese)

L’azienda raddese, di proprietà della famiglia Lanza, è una piccola fattoria biologica composta da 43 ettari di vigneto, oliveto, bosco, alcune antiche case coloniche ed una chiesa risalente al XII secolo. Il 2021 degustato alla Leopolda ha un incipit olfattivo che ricorda le piccole bacche selvatiche, la viola, la rosa, il mirto a cui seguono sbuffi di grafite e macchia marina. Al sapore risplende di luce propria con intensa freschezza e persistenza minerale.

Riecine - Chianti Classico (100% sangiovese)

Fondata nel 1971 dall’inglese John Dunkley, insieme alla moglie Palmina, l’azienda, col passare del tempo, è diventata un punto di riferimento grazie anche al grande impegno di Alessandro Campatelli il cui motto è mostrare l'unicità e la bellezza del sangiovese di Gaiole. L’ultima annata del loro Chianti Classico annata risulta come sempre eterea, diretta, si apre su sentori di gelatina di ribes, rosa, felce, erbe di campo. In bocca l’incipit è più che fresco, con bei rimandi di frutta croccante e un finale leggermente minerale che amplifica il ricordo dell’assaggio. 

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