Mi fa sempre piacere scrivere sul blog di piccole realtà vitivinicole italiane sopratutto se, come in questo caso, non hanno sempre quella cassa di risonanza che pure gli spetterebbe visto la qualità offerta.
Della DOC Faro ho scritto già diverse volte per descrivere prima i vini di Salvatore Geraci (Faro Palari) e poi, in rigoroso ordine temporale, quelli del mio amico Giovanni Scarfone che da qualche anno è balzato agli onori della cronaca per la costante crescita qualitativa della sua produzione.
Questa piccola denominazione della provincia di Messina, nonostante tutte le difficoltà, può contare fortunatamente su altre piccolissime realtà agricole (chiamarle aziende mi sembra spropositato) che in totale raggiungono circa 30 ettari di vigneto composto essenzialmente da Nerello Mascalese, Nocera e Nerello Cappuccio anche se il disciplinare di produzione, istituito nel 1976 e rivisto nel 2011, prevede la possibilità che il Faro DOC possa essere prodotto anche con l'eventuale aggiunta di Calabrese, Gaglioppo e Sangiovese.
Un'importante realtà locale del territorio è sicuramente la Tenuta Giostra Reitano condotta fin dal 2004 da Francesco Giostra Reitano, ex Presidente del Consorzio di Tutela Faro DOC, che gestisce un ettaro di vigneto (a breve diventeranno circa tre) coltivato sul promontorio di Capo Rasocolmo, proprio di fronte l'isola di Stromboli, da cui nasce l'omonimo vino oggi in degustazione su Percorsi di Vino.
Il “Rasocolmo” 2011 è prodotto da uve Nerello Mascalese, Nocera, Nerello Cappuccio, Nero d’Avola e Sangiovese ed è affinato in acciaio per almeno 12 mesi al seguire dei quali viene messo in bottiglia per altri 120 giorni come minimo.
Il vino si presenta nel bicchiere con una veste cromatica rosso rubino, tendente al granato, e all'olfatto si caratterizza per la sua veste aromatica che spazia dalla frutta nera di rovo alla macchia mediterranea fino ad arrivare alle spezie nere.
Ciò che colpisce, soprattutto se lo paragoniamo ai "colleghi" maggiormente blasonati, è il sorso che si caratterizza per il suo essere schietto e diretto grazie anche ad un tannino appena accennato e, in generale, ad un equilibrio sicuramente centrato che amplifica la bevibilità del vino che, a mio parere, rimane la caratteristica più importante di questo Faro DOC.
Insomma, il Rasocolmo pur non essendo un mostro di complessità e persistenza rappresenta un ottimo approccio ad un territorio e, in particolare, ad una denominazione che ha bisogno di tutti noi appassionati per essere valorizzata come si merita anche la strada verso l'eccellenza è ancora lunga e tortuosa.
Beviamo più Faro DOC, i produttori se lo meritano e, in fondo, anche noi.
Il vino si presenta nel bicchiere con una veste cromatica rosso rubino, tendente al granato, e all'olfatto si caratterizza per la sua veste aromatica che spazia dalla frutta nera di rovo alla macchia mediterranea fino ad arrivare alle spezie nere.
Ciò che colpisce, soprattutto se lo paragoniamo ai "colleghi" maggiormente blasonati, è il sorso che si caratterizza per il suo essere schietto e diretto grazie anche ad un tannino appena accennato e, in generale, ad un equilibrio sicuramente centrato che amplifica la bevibilità del vino che, a mio parere, rimane la caratteristica più importante di questo Faro DOC.
Insomma, il Rasocolmo pur non essendo un mostro di complessità e persistenza rappresenta un ottimo approccio ad un territorio e, in particolare, ad una denominazione che ha bisogno di tutti noi appassionati per essere valorizzata come si merita anche la strada verso l'eccellenza è ancora lunga e tortuosa.
Beviamo più Faro DOC, i produttori se lo meritano e, in fondo, anche noi.
Nessun commento:
Posta un commento