Ieri sera all'AIS di Roma si è tenuta un'interessante serata dove venivano presentati tutti i vini delle aziende "curate" da Franco Bernabei, celebre winemaker che allo stato attuale definirei più manager che enologo dato che tutto il suo lavoro è studiato scientemente in maniera molto imprenditoriale.



Subito dopo aver apprezzato questa interessante versione di Sangiovese di Romangna, l'occhio mi cade sul Graf Noir e la curiosità di degustarlo aumenta vedendo che era presentato il millesimo 2000. Sono quasi commosso, finalmente un vino che non sia 2007 o 2008, finalmente un vino che possiamo apprezzare a 360° senza dover compiere complesse analisi prospettiche di evoluzione.

Il Graf Noir è un blend composto da Sangiovese (55%), Uva Longanesi (30%) e Cabernet Franc (15%) ed è il risultato della vinificazione di uve provenienti da un vigneto di nemmeno un ettaro. Il Graf Noir è un vino che non viene prodotto ogni anno, Claudio Drei Donà lo crea solo quando è possibile e solo quando sa che alla fine avrà nel bicchiere un vero cavallo di razza (ho dimenticato di dire che tutti i vini dell'azienda sono stati battezzati coi nomi dei cavalli del piccolo allevamento-scuderia di famiglia). Il Graf Noir, anche se son passati 9 anni, è un vino ancora estremamente giovane, non ha ceduto nulla nonostante i 24/28 mesi di barrique e i successivi 36 mesi di bottiglia, rimane elegantemente austero sia all'olfattiva che al palato dove una bella freschezza fatica ad equilibrare la vivacità nei tannini e nella nota alcolica. Con tutte le dovute distanze, mi è sembrato un pò come bere un giovanissimo Barolo. Avrà lunga vita questo Graf Noir, sarei curioso di riprovarlo tra cinque anni almeno per vedere se questa bellissima larva si è trasformata in farfalla.
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