Tutto parte da questo post di Marco Bolasco:
“Ciao Marco,
ti contatto per informarti di quanto mi è successo la scorsa settimana:
sono venuti 2 funzionari del ministero delle politiche agricole per contestarmi la vendita sugli scaffali dei vini “Naturali”.
Hanno redatto un verbale al quale seguirà una sanzione e forse una denuncia penale.
L’oggetto della vicenda è che non si possono mettere in evidenza vini senza una certificazione. Solo quelli con i vari bollini di controllo si distinguono.
[...]
Un caro saluto Alessandro”
ti contatto per informarti di quanto mi è successo la scorsa settimana:
sono venuti 2 funzionari del ministero delle politiche agricole per contestarmi la vendita sugli scaffali dei vini “Naturali”.
Hanno redatto un verbale al quale seguirà una sanzione e forse una denuncia penale.
L’oggetto della vicenda è che non si possono mettere in evidenza vini senza una certificazione. Solo quelli con i vari bollini di controllo si distinguono.
[...]
Un caro saluto Alessandro”
Ovviamente, veder scritto che uno dei migliori e più onesti enotecari di Roma viene messo in mezzo ai guai, soprattutto in un periodo come questo, non solo non si può sentire ma è anche pericoloso perchè può far scattare meccanismi perversi dalle conseguenze nefaste a cui meglio non pensare.
Nel web la risposta del popolo "naturale" si è fatta sentire immediatamente e, accanto a riflessioni posate e condivisibili, c'è anche chi grida al complotto della grande industria del vino che, secondo alcuni, sta passando al contrattacco visto che si sente sempre più minacciata dall'avanzata c.d. naturali.
La cosa, personalmente, non mi convince. No, per niente. Anzi, andrei oltre improbabili dietrologie per capire se questo spiacevolissimo episodio, lo ribadirò fino alla morte, non nasconda invece la necessità, ormai urgente, di dare una definizione chiara e una legalizzazione alla parola "vino naturale".
Fonte: http://www.civiltadelbere.com |
Affermo questo perchè oggi tutti i vignaioli che non fanno parte di un certo movimento sono considerati convenzionali. In base a cosa? Lo dicono i naturali. Ok, perfetto. Ma chi sono i naturali? Bella domanda, ci sono almeno tre movimenti che hanno un loro manifesto con molti punti in comune e, purtroppo, qualche divergenza di troppo. Non c'è, pertanto, una definizione unica di produttore e vino naturale e, soprattutto, le regole stabiliscono che si entri nel movimento per autocertificazione (!!) anche se poi vengono fatti dei controlli ex post che, comunque, non offrono garanzie assolute.
Siamo sicuri poi che i "non naturali", categoria che può comprendere anche il piccolo vignaiolo buono, pulito ed indipendente, siano così tremendi da avere un vino "innaturale" tale da essere spesso additati come gli untori del terzo millennio?
Fonte: greenplanet.net |
Tutta questa riflessione per dire, sostanzialmente, che quanto accaduto a Bulzoni DEVE sicuramente rappresentare un segnale importante per i "naturali" i quali hanno l'obbligo, se non ora quando, di metteri a tavolino ed arrivare ad una definizione univoca e legale, se c'è, di tale vino. Sul biologico, con tante lacune, è arrivato almeno un chiarimento.
Io, in tutto questo bailamme, mi accontenterei di rendere obbligatoria l'etichetta nel vino così come avviene oggi per gli alimenti. Magari fatta anche meglio. Vorrei capire cosa mi bevo a prescindere da mode, movimenti e filosofie varie.