Di Carlo Macchi
La guida ai vini italiani interamente in russo che potete
ammirare nelle foto di questo articolo, in realtà non esiste. Oddio, per
esistere esiste: io ne ho ben due copie e probabilmente in qualche magazzino
moscovita ci sono le altre 3000-4000(boh?) copie che l’editore russo BBPG (www.bbpg.ru) ha forse stampato e messo in una
improbabile e impossibile vendita online.
Quindi dov’è il problema? Il problema sta nel fatto che
l’autore (cioè io) e il fotografo (cioè il mio caro amico Bruno Bruchi, che
nonostante questo non mi ha ucciso) non sono stati pagati, se non con acconti
insignificanti.
La solita fregatura data da un russo a un italiano direte
voi e probabilmente è così, però su questa guida, oltre ad averci speso molto
tempo e sudato almeno 7-8 camicie, ci puntavo per rendere anche un servizio alla
conoscenza del vino italiano in un mercato (come si dice in questi casi) in
crescita.
La guida era strutturata proprio per questo: una piccola
storia del vino italiano seguita da una breve presentazione dei territori
regione per regione. Poi qualche pagina su come si legge un’etichetta italiana
(con esempi pratici) e quindi le principali uve coltivate. Questa essenziale
prima parte doveva essere corredata da una serie di cartine con le varie DOC e
DOCG italiane e qui iniziò a cascare l’asino.
Per le cartine avevo contattato Roberto Giuliani e assieme a
lui selezionato alcune delle bellissime cartine che ha pubblicato su Lavinium.
A quel punto ci rendemmo conto di una cosa: l’impossibilità di rendere ad un
comune mortale la difficoltà degli incroci nelle varie denominazioni italiane,
visto che spesso sullo stesso terreno coesistono più di una DOC o DOCG.
Decidemmo così con Roberto di sfrondare molto e lasciare solo le principali
denominazioni: insomma erano venute fuori delle mappe abbastanza chiare. L’editore decise di renderle ancora più chiare, non
pubblicandole.
Ma andiamo avanti: la parte importante del libro era una
presentazione di circa 200 cantine italiane
(con storia, foto, vini, etc) seguita da un’altra serie di cantine con
il solo indirizzo e tipologia di vini prodotti. Questa era la parte veramente
importante e nel prepararla ho capito che la stragrande maggioranza delle
cantine italiane, anche se di ottimo livello, non ha assolutamente idea di come
presentarsi al mondo.
- Non hanno un responsabile della comunicazione e se ce l’hanno forse svolge un altro lavoro;
- Se riesci a parlarci o a parlare con un titolare, non hanno la minima voglia di stare due minuti ad ascoltarti, anche se non gli chiedi soldi ma solo qualche foto e 10 minuti di tempo per riempire un questionario. Qualcuno mi ha anche chiesto di non essere inserito anche se, ripeto, era tutto gratuito e le cantine in oggetto vendevano da tempo vino in Russia;
- Non hanno fotografie aziendali adeguate dei titolari, dei vini e della cantina, salvo alcune foto di grappoli d’uva, ma in formato francobollo.
Insomma, quando una cantina si
lamenta del fatto che non vende all’estero, forse è anche colpa dell’assoluta disorganizzazione
dal punto di vista comunicativo e di marketing. Ma nonostante i produttori italiani assolutamente
disorganizzati siamo riusciti a finire il libro e a consegnarlo. Peccato che
nel frattempo la Russia era entrata in
guerra con la parte filoccidentale dell’Ucraina e così per quasi 18 mesi non
abbiamo saputo più niente. Poi tutto è ripartito velocissimo e abbiamo dovuto spedire
altre foto, altri aggiornamenti (nel frattempo mail e telefoni potevano essere
cambiati) e tutto in fretta.
Poi ci hanno detto che andava in stampa, poi ne ho ricevute due copie, poi più nulla. Il bello è che il proprietario della casa editrice ogni tanto viene in Italia (è anche su Facebook) e così una volta gli ho scritto dicendo che cosa gli costava darmi un assegno “brevi manu”. Mi ha risposto OK e mi ha girato il numero di una sua amica che doveva consegnarmi i soldi. E’ una russa, si chiama Irina…lavora… a Montecatini Terme… probabilmente è anche molto disponibile. Oltre al danno la beffa.
Poi ci hanno detto che andava in stampa, poi ne ho ricevute due copie, poi più nulla. Il bello è che il proprietario della casa editrice ogni tanto viene in Italia (è anche su Facebook) e così una volta gli ho scritto dicendo che cosa gli costava darmi un assegno “brevi manu”. Mi ha risposto OK e mi ha girato il numero di una sua amica che doveva consegnarmi i soldi. E’ una russa, si chiama Irina…lavora… a Montecatini Terme… probabilmente è anche molto disponibile. Oltre al danno la beffa.
Morale. Cari colleghi, fatevi pagare prima. Cari produttori,
attrezzatevi meglio dal punto di vista comunicativo. Caro editore, vedi un po’
di andare a fan…