piattaforme petrolifere poi pilota di linea Frédéric Mugnier si è convertito da qualche anno alla viticoltura rilevando la direzione dell’azienda. Possiede delle vigne nel cuore di Chambolle-Musigny nelle migliori denominazioni del comune: Musigny, Bennes Mares, Les Amoureuses e Les Fuées. I suoi vini sono un modello di classicità, privilegiano la finezza e l’eleganza tradizionale dei vini di Chambolle. “Un grande vino è prima di tutto l’espressione di un vigneto; il territorio deve essere accompagnato e protetto dal vignaiolo nel pieno rispetto dell’equilibrio naturale. Per ottenere questo è nostro impegno praticare una viticoltura rispettosa dell’ambiente, cioè senza l’utilizzo di fertilizzanti industriali, diserbanti e insetticidi. L’uso di una coltura biologica o biodinamica prevede la convinzione che esistano dei prodotti buoni o cattivi. La nostra convinzione invece è che non esistano dei buoni prodotti, per questo è fondamentale limitarne l’uso al minimo vitale. Bisogna talvolta convivere con la presenza di malattie e parassiti per permettere il giusto equilibrio naturale. Anche in cantina evitiamo il più possibile gli interventi come estrazioni eccessive e la standardizazione creata dall’utilizzo del legno nuovo. L’obiettivo da raggiungere è quello di ottenere vini che siano l’espressione del territorio, dell’annata e soprattutto sinceri”.Salendo la gerarchia delle denominazioni queste sono completate da una maggiore struttura, profondità e da un adattamento all’invecchiamento superiore. Les Fuées e Bonnes Mares, situate a nord del villaggio hanno uno stile più maschile con un attacco più potente e austero in gioventù e con una spiccata mineralità. Les Amoureuses e Musigny, situati a sud, sono più sottili e floreali con una lunga persistenza gustativa. Bonnes Mares è frutto di una striscia di 35 acri, le vigne più vecchie furono piantate nel 1961 metre il rimanente negli anni ’80. Racchiude le caratteristiche dei due comuni che si dividono questo Grand Cru: la solidità di Morey-St. Denis dove sviluppa aromi di frutti rossi a cui si miscelano le sfumature minerali e di sottobosco caratteristiche di Chambolle. Gli è necessario un invecchiamento minimo di 8-10 per potere esprimere tutto il suo potenziale; la produzione annuale varia dalle 900 alle 1′500 unità. Les Amoureuses è senza dubbio il più prestigioso Premier Cru di Chambolle-Musigny, in grado di rivaleggiare con i Grands Crus della Côte d’Or. La nostra parcella occupa 53 acri, dove i ceppi più vecchi hanno più di 60 anni. Il suo suolo è costituito da uno strato argilloso di 30-50 centimetri di spessore che ricopre delle rocce calcaree nelle quali le radici penetrano in profondità. Il vino presenta un perfetto equilibrio tra la ricchezza (intensità aromatica, struttura e persistenza gustativa) una grande delicatezza. È necessario concedergli almeno 7-8 anni di affinamento, ma se avete pazienza il potenziale d’invecchiamento supera certamente i 40-50 anni. La produzione annuale varia dalle 1′000 alle 2′500 annue.

2005 - Rosso rubino brillante. Naso incredibile caratterizzato da aromi di frutta rossa selvatica, violetta, roccia rossa, spezie esotiche, cioccolato amaro, caffè e sottobosco, in un avvolgente sensazione complessiva. Grande maestosità al palato, ricco, profondo e setoso. Esprime una progressione gustativa impressionante con un tannino non ancora perfettamente equilibrato e sorretto da una spina acida che, per quanto non immediatamente avvertibile, c’è, e permette al vino di distendersi in un finale lungo e avvolgente che ritorna su toni minerali e fruttati. Che dire? Forse oggi è ancora giovane, gli farà bene un ulteriore affinamento di 10 anni e, quando sarà adulto, rappresenterà un vero e proprio monumenti dell’enologia mondiale.2004 – Rosso rubino intenso. All’olfattiva il vino esprime sensazioni di ribes, mora, ciliegia, caffè e sottobosco. In bocca è ampio, morbido, carezzevole con una rapporto tra parti dure e parti morbide in perfetto equilibrio. Finale interminabile che gioca sui toni fruttati e coccolatosi. Un vino anche questo da aspettare se si vuole dargli maggior eleganza, ma da bere con grande goduria anche oggi. Uno schiaffo a chi pensa che in vini del 2004 in Borgogna sono figli di un’annata minore. Solo chi sa ben lavorare in vigna sa produrre certi capolavori. Sempre.
2003 – Rosso rubino carico. Al naso si distinguono aromi maturi di frutti di bosco, cioccolato amaro e catrame. Qualche cenno balsamico. Da media a piena concentrazione all’attacco sul palato, acidità leggera, tannino ben modellato. Finale lunghissimo con retrogusto di carrube e fiori rossi passiti. Un vino da intense passioni.


























