Ormai, nonostante i suoi 25 anni, non è più una scoperta perchè già in tanti hanno scritto di lui. Stiamo parlando di Riccardo Baldi, anima e cuore de La Staffa, una piccola azienda famigliare che nella zona di Staffolo, nelle Marche, da qualche anno sta producendo un Verdicchio che sta facendo parlare di sè. In maniera positiva, ovviamente.
Sono andato a trovare Riccardo una domenica mattina di ottobre quando a Contrada Castelletta, piccola frazione di Staffolo, ancora tutti stanno dormendo o, al massimo, stanno facendo colazione con la radiolina accesa.
Riccardo, invece, è già lì che mi aspetta guardando le vigne che si trovano davanti la nuova cantina costruita grazie ai finanziamenti europei che gli hanno permesso di accollarsi un mutuo di "soli" trenta anni.
"Il verdicchio è stato tirato via già qualche giorno fa per cui rimane solo un po' di montepulciano per finire la vendemmia della quale, per ora, sono soddisfatto!" sono le sue prime parole appena lo raggiungo.
La sua storia, simile a quella di molti altri giovani vignaioli che ho conosciuto, inizia molti anni fa quando suo padre, in zona, acquista terreni e cantina per fare un po' di vino sia per la famiglia sia per avviare, se tutto va bene, una piccola attività commerciale.
L'agricoltura, però, è dura e quando suo figlio finisce il liceo gli chiede, seppure giovanissimo, di aiutarlo in azienda altrimenti sarebbe stato difficile andare avanti.
Riccardo tentenna, giustamente ha timore vista la poca esperienza, ma grazie all'aiuto dell'amico enologo Umberto Trombelli, a soli venti anni, getta il cuore oltre l'ostacolo e prende in mano l'attività di famiglia apportando, soprattutto a livello agronomico, cambiamenti rivoluzionari.
L'agricoltura, però, è dura e quando suo figlio finisce il liceo gli chiede, seppure giovanissimo, di aiutarlo in azienda altrimenti sarebbe stato difficile andare avanti.
Riccardo tentenna, giustamente ha timore vista la poca esperienza, ma grazie all'aiuto dell'amico enologo Umberto Trombelli, a soli venti anni, getta il cuore oltre l'ostacolo e prende in mano l'attività di famiglia apportando, soprattutto a livello agronomico, cambiamenti rivoluzionari.
"La mia visione agricola ha rotto molto col passato perché, fin da subito, ho cominciato a gestire i vigneti in modo naturale ovvero, come dico sempre, faccio una agricoltura biologica di ispirazione biodinamica. Dico questo perché non uso preparati ma tutto il resto, compreso l'aspetto filosofico, l'ho fatto mio portandolo nelle vigne che gestisco a 360° grazie anche ai preziosi consigli che nel tempo mi hanno dato amici come Lucio Canestrari (Fattoria Coroncino) e Corrado Dottori (La Distesa)".
Oggi, La Staffa è una realtà agricola che può vantare oltre dieci ettari di vigneto dove la maggioranza, come facilmente si può pensare, è coltivato a verdicchio anche se non mancano piccoli impianti di trebbiano, montepulciano e lacrima.
Le piante di verdicchio, suddivise in tante parcelle sparse nei dintorni di Staffolo, hanno età diverse visto che possiamo trovare vigne vecchie (1972 e 1974) e vigne molto più giovani (2013) alcune delle quali, in via sperimentale, sono state innestate a piede franco.
Le piante di verdicchio, suddivise in tante parcelle sparse nei dintorni di Staffolo, hanno età diverse visto che possiamo trovare vigne vecchie (1972 e 1974) e vigne molto più giovani (2013) alcune delle quali, in via sperimentale, sono state innestate a piede franco.
La piccola cantina di Riccardo è composta da vari ambienti dove trovano spazio vasche di acciaio, cemento e piccole botti di legno usate per il rosso.
La vinificazione dei suoi vini è molto semplice e tradizionale: viene usata una pressa aperta e si "lavora" il mosto non disdegnando il contatto con l'ossigeno. Il vino, prima di passare in bottiglia, viene affinato per qualche mese sulle fecce fini. Il Rubinia, montepulciano in purezza, rimane invece quattro anni in cantina prima di uscire sul mercato.
La vinificazione dei suoi vini è molto semplice e tradizionale: viene usata una pressa aperta e si "lavora" il mosto non disdegnando il contatto con l'ossigeno. Il vino, prima di passare in bottiglia, viene affinato per qualche mese sulle fecce fini. Il Rubinia, montepulciano in purezza, rimane invece quattro anni in cantina prima di uscire sul mercato.
Ci sediamo nella piccola sala degustazione e cominciamo la degustazione iniziando dal Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore 2014 che, ancora giovanissimo, si presenta, vista l'annata, algido ed austero e con un sorso la cui caratteristica principale è rappresentata dalla grande sapidità del vino che, come vedremo, rappresenta un importante timbro di fabbrica de La Staffa. Riccardo, dopo avergli parlato di questa sensazione, ride e mi dice: "Contrada Castellaretta, dove siamo, è il costone opposto al Salmagina, una valle storica qua a Staffolo che grazie alla presenza nei suoli di sorgive salmastre dona sempre sensazioni saline ai vini di queste terre". Nonem omen.
Il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore 2013 deriva da una annata decisamente diversa rispetto alla precedente visto che il caldo ha giocato un ruolo fondamentale fornendo al vino la struttura tipica del Verdicchio di Staffolo. Finale di grande equilibrio e carattere la cui sapidità, rispetto alla 2014, risulta ancora più evidente e sfrontata.
Il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore 2010 è un giano bifronte un po' birichino perché se è vero che ha un olfatto "maturo" caratterizzato da note di idrocarburo e frutta gialla polposa, senza dubbio c'è anche la certezza che quando lo bevi ti rinvigorisce l'anima con la sua vibrante giovanezza tutta sale e acidità. Bellissimo vino che potrà dare in futuro ancora molto.
Riccardo porta in tavola il Cru aziendale ovvero il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore "Rincrocca" che degustiamo nelle annate 2013 e 2012. Il vino deriva dalle uve di un unico vigneto del 1972 situato poco distante dalla cantina che, a detta dello stesso Baldi, vanta la migliore esposizione della zona generando acini particolarmente grossi e compatti. Rispetto al "base" vinificato in accaio, questo Verdicchio affina per circa un anno in vasche di cemento e altri sei mesi in bottiglia prima di essere commercializzato.
Rincrocca 2013 l'ho definito come una stella che sta per esplodere visto che, causa gioventù, ha un potenziale ancora inespresso. Per ora è compresso nelle sue sensazioni di frutta gialla, anice, erbe aromatiche e sensazioni salmastre. Sorso austero ma di grande struttura e persistenza.
Rincrocca 2012 è più espresso ed è una esplosione di agrumi, fiori bianchi e salgemma. Berlo è un vero piacere, Riccardo è riuscito infatti a fornire al vino una fervida armonia incalzata senza soluzione di continuità da una spinta minerale che rende questo Cru davvero estroverso. Evolverà e io non sarò più su questa terra...
Riccardo Baldi - Foto: |
Lasciamo Riccardo tre ore dopo con la convinzione che sto ragazzo farà ancora tanta strada. Basterà seguire le sue orme ma, attenzione, il Baldi va velocissimo!!