Per inquadrare l’azienda non posso far altro che prendere a prestito le bellissime parole del produttore stesso.
Nanni Copè nasce dalla passione viscerale per il vino di Giovanni Ascione e dall’incontro con una vigna straordinaria, a Castel Campagnano, nell’alto casertano. La zona è bellissima, incontaminata, con vigneti intervallati da macchie di bosco, suoli di sabbie arenatiche estremamente drenanti, pendenze che raggiungono il 25% e correnti d’aria tutti i giorni, tutto l’anno. Il massiccio del Taburno e quello del Matese sono vicini, con il mare a circa trenta chilometri ed il corso del medio Volturno che scorre non lontano.
Vigna Sopra il Bosco ha un’estensione di due ettari e mezzo ed è collocata a circa 215 metri s.l.m., con un’esposizione prevalente a nord-ovest. L’età media delle piante è intorno ai venti anni. Il vitigno principe è il Pallagrello Nero, tardivo, dalla buccia spessa, austero, dai tannini finissimi, in grado di dare vini dalla personalità estremamente marcata. Nei suoi filari, orientati da oriente ad occidente, si trova anche dell’Aglianico, per dare il suo contributo alla struttura ed alla spalla acida del vino; completa il quadro una piccolissima dose di Casavecchia, proveniente da vecchi ceppi ultracentenari a piede franco di proprietà, a pochi passi dalla cantina di vinificazione, nell’area di Pontelatone.
Quella per la Vigna Sopra il Bosco è una vera e propria ossessione. Le piante sono censite una ad una e l’intero vigneto è separato in settori, con potatura, gestione del verde, gestione della superficie e raccolta nettamente differenziati.
L’intera gestione agronomica mira a limitare al minimo possibile gli interventi, bandendo del tutto diserbanti e insetticidi. La vendemmia avviene filare per filare, a volte pianta per pianta, in base alla maturazione voluta, in un arco di tempo che va da fine settembre a metà ottobre. L’uva viene selezionata grappolo per grappolo e vinificata in uvaggio, senza distinzione di vitigno, con masse omogenee solo per maturazione.
La vinificazione si basa sul controllo della temperatura costante, una macerazione non inferiore alle due settimane ed una fermentazione malolattica svolta in legno nuovo, in tonneau da 500 litri, dove poi il vino matura per un anno, prima di un lungo affinamento in bottiglia di circa otto mesi. Alla base di tutto, sola la ricerca della massima eleganza possibile. Nessuna surmaturazione, nessuna concentrazione eccessiva, solo l’espressione più pura di due vitigni nobili, piantati su suoli estremamente vocati alla viticoltura di qualità.
Ho incontrato Giovanni Ascione lo scorso sabato, durante il Vinitaly, era seduto un po’ in disparte perché temeva un po’ timidamente il grandissimo afflusso di gente che solitamente c’è in feria durante il week end.
Il suo unico vino, il Sabbie di Sopra il Bosco 2008, è il vino che non ti aspetti, presenta sensazioni nette ed intense all’olfatto, correlate ad accattivanti note dolci di fiori rossi macerati, frutti di bosco, cannella, chiodi di garofano, grafite, terra vulcanica.
In bocca si conferma nitido, freschissimo, il vino circonda il palato carezzevolmente, sorretto da una struttura significativa e una trama tannica di buona qualità. Quello che colpisce è la totale assenza di qualsiasi nota vanigliata da legno nuovo. Un vino piacevolissimo che sono curioso di sentire tra qualche anno. Ah, mi sono dimenticato una cosa importante: si beve che è un piacere ed è l’unico vino che ho bevuto due volte nel giro di pochi minuti.
Vorrà dire qualcosa tutto ciò?
Le foto sono tratte dal sito dell'Ais Napoli e dal wine blog di Luciano Pignataro