La Malvasia di Bosa dei F.lli Porcu entra tra i miti dell'enologia italiana
Malvasia di Bosa: magie di Sardegna nel bicchiere
Dalle genti che abitano la Planargia la Malvasia è sempre stata considerata un vino nobile ed elitario, un vino particolare da riservare per circostanze e persone speciali, perpetuando in questo modo un consolidato rituale sociale. La Malvasia è un vino "chi cheret chistionadu!", esclamazione questa di gradimento e al tempo stesso complimento al cantiniere-produttore all'atto della degustazione. E' il vino della mattina, non perchè leggero o di poco conto, ma perchè la domenica, dopo la messa, gli uomini fanno il giro delle cantine e si scambiano pareri e saperi sulle sue qualità. La Malvasia è il simbolo dell'amicizia e dell'ospitalità, e la si offre alle persone a cui si tiene particolarmente; è il vino della festa, e non tanto per le caratteristiche organolettiche della classificazione ufficiale dei sommellier, quanto perchè privilegiata nelle ritualità festive, in cui più che altrove si esplicitano lo scambio simbolico e le relazioni di reciprocità.
La Malvasia di Bosa in questo territorio è quindi soprattutto un bene sociale. Così potete stare certi che quando vi viene offerta, il gesto ha un significato che va oltre i consueti rapporti conviviali perchè, come ebbe ad osservare già nel lontano 1895 Pompeo Trentin, "i proprietari difficilmente se ne privano" ma quando lo fanno vi stanno donando molto di più di un bicchiere di pregiata Malvasia di Bosa. Non si può comprendere l'eccellenza raggiunta da questo vino, senza fare riferimento a questo contesto culturale.
La zona di produzione interessa una superficie complessiva di quasi 200 ettari distribuiti su alcune piccole valli e una serie di colline che si aprono verso il mare a partire dai centri urbani dei comuni di Bosa, Suni, Tinnura, Flussio, Modolo e Magomadas. I vigneti si collocano sia lungo le valli che lungo i pendii collinari ad altitudini che vanno da qualche decina di metri sul livello del mare sino a 300 metri, ma la fascia di maggiore diffusione è compresa fra i 70 e i 170 metri s.l.m..
I terreni dove trova maggiore diffusione il Malvasia di Bosa hanno generalmente una colorazione biancastra per un'elevata dotazione di calcare, si distinguono per l'elevato contenuto di potassio, per la bassa fertilità e per la buona capacità di sgrondo dell'acqua. La zona di produzione è inoltre caratterizzata da un clima costiero particolarmente mite d'inverno, con temperature medie annue che oscillano tra i 17-18 gradi di massima e i 12-13 gradi di minima, ma che in ogni caso risultano superiori a quelle delle aree limitrofe più interne. L'eccezionalità del Malvasia di Bosa è fondamentalmente dovuta alla particolare situazione orografica del territorio della Planargia, all'orientamento delle valli e alla vicinanza di queste al mare.
Per produrre il Malvasia di Bosa DOC le uve vengono pressate e successivamente solfitate. Contemporaneamente avviene la sfecciatura, con la quale si allontanano le particelle in sospensione. Segue la fermentazione del mosto pulito, che avviene a bassa temperatura. Al termine, con la svinatura, si allontanano i sedimenti di fermentazione. Il prodotto viene conservato a basse temperature e sottoposto a ulteriori travasi, solfitazioni e filtrazioni. A questo punto il vino è pronto per l’imbottigliamento. Secondo il disciplinare di produzione il vino Doc Malvasia di Bosa non può essere immesso al consumo se non dopo essere stato sottoposto a un periodo minimo di invecchiamento di due anni in botti di rovere o di castagno, e può essere preparato nelle tipologie “dolce naturale”, “secco”, “liquoroso dolce naturale” e “liquoroso secco o liquoroso dry”.
I principali produttori, dei quali farò degli approfondimenti successivi, sono:
Azienda Vitivinicola Fratelli Porcu – Modolo – tel. 0785/35420
Azienda Vitivinicola Columbu – Bosa – tel. 0785/373380
Claude Dugat e il suo Gevrey - Chambertin premier cru
Claude Dugat conosce ogni zolla del suo vigneto, è legato in maniera quasi paterna alle sue viti, alcune di oltre 70 anni, che cura in maniera maniacale al fine di ridurre le rese a non più di 18 ettolitri per ettaro. E' questa caratteristica, questo zelo, che rende i suoi vini così straordinari e così ricercati vista la scarsa disponibilità.
Ho degustato per Percorsi Di Vino una mini verticale di Gevrey - Chambertin premier cru Claude Dugat: il 2002 si presenta di un bel colore rubino e presenta al naso belle note fruttate di ribes, lampone e anguria matura, seguite da una avvolgente e intensissima nota balsamica e da sentori di spezie orientali e floreali (garofano). Al palato il vino si presenta deciso e fresco, con una trama tannica fine ed equilobrata. Lungo il finale giocato su note fruttate. Grande bevibilità per un vino che potrà dire al sua per molto tempo.Il Gevrey - Chambertin premier cru 2003, anch'esso di un bel rubino brillante, è un vino che al naso gioca su note di frutta rossa di bosco e liquerizia. In bocca si mostra molto più ricco ed intenso del precedente con un palato che viene avvolto da sensazioni di frutta rossa matura. Finale molto lungo e persistente.
Georges Roumier - Chambolle-Musigny Les Cras 2001
Helmut Dönnhoff, Niederhäuser Hermannshöhle Riesling Auslese 2001
Considerato uno dei grandissimi produttori di Germania, Dönnhoff è una vera e propria leggenda vivente e il suo dire "I miei vigneti sono come i miei figli" fa capire a tutti quanta attenzione è prestata al lavoro in vigna.
La Grande Notte del Blues & Wine - Teatro Romano Ostia Antica - Roma
J.W.Williams Blues Band
In Italia accompagnato per questo tour dalla Band del famoso batterista Wince Vallicelli, con i bravissimi Pippo Guarnera all’organo Hammond e Luca Giordano alla chitarra .
Chris Cain Band
Uno vera esplosione di genio e di Blues con il suo trio interamente da S.Francisco !
Joe Castellano Super Blues Band
Quella che ormai è definita "La più grande Blues&Soul Band Europea" e che sta incantando artisti e critica di tutto il mondo. Un grandissimo Show con ben 16 elementi sul palco che, dopo avere entusiasmato e fatto ballare l'anno scorso tutto il pubblico di Ostia Antica accanto a delle leggende come gli Earth Wind & Fire, vede la Band Ufficiale del Blues & Wine Soul Festival con uno spettacolo ancora più grande e coinvolgente volto ad incidere dal vivo il nuovo disco di Joe Castellano "Blues & Soul with my Latin side" .
Accanto a lui delle vere leggende del Soul come ROY ROBERTS (già Band Leader della leggendaria formazione di Otis Redding), il fedele Sax Baritono e vocalist della Band di James Brown, Mr.WALDO WEATHERS, ed il nuovo talento del Soul americano SIMONE DE MOORE . Ben 16 elementi sul palco per un concerto ECCEZIONALE che farà scatenare tutti ! ! !
Si prevede una Jam Session finale da Storia del Blues ! ! !
INVESTIRE IN VINO - TERZA PARTE - L'ACQUISTO EN PRIMEUR
(1) fonte finanzaediritto.it
foto tratte da libero.it e dal sito winetip.com
INVESTIRE IN VINO - PARTE SECONDA
Medaglia d'argento è invece:
INVESTIRE IN VINO - PRIMA PARTE
- il vino deve essere raro, nel mondo devono circolare poche bottiglie;
- il vino deve avere una conservazione perfetta e, pertanto, deve provenire da cantine certificate. In tale ambito, pertanto, la bottiglia avrà un valore maggiore se proviene da un famoso collezionista o, meglio, dalla stessa azienda produttrice;
- il vino, soprattutto dopo dall'avvento di Parker, deve aver avuto delle recensioni critiche estremamente positive (100 punti Parker);
- il vino deve provenire da una grandissima annata;
- il vino deve essere longevo.
Il Bonnes Mares 2002 del Domaine Bart
Giuseppe Sedilesu: tutta la forza del Cannonau di Sardegna
Giuseppe Sedilesu, durante l'ultimo Vinitaly, mi ha fatto degustare tutta la produzione aziendale, di grande qualità, tra cui posso consigliare:
PERDA PINTA' 2005: da vigne molto antiche e da uva Granazza di Mamoiada (usata in passato per fare il Cannonau), è un bianco passato in legno estremamente potente con i suoi 16°. Complesso, sapido e salino è un vino che ben si adatta a piatti di pesce ben strutturati.
BALLU TUNDU 2005: è un cannonau riserva in purezza ottenuto dalle uve di un unico vigneto posto in località Garaunele a Mamoiada. L'età del vigneto è di 60 anni. A 600 s.l.m. questo terreno è di origine granitica con una componente non trascurabile di argille rosse. E' un vino di corpo ricco di frutto e aromi miditerraneu che si affinerà nel corso della sua vita.
MAMUTHONE 2006 : Dal brillante color rubino e l'aroma fruttato di prugna, melograno, ciliegia e mirto, in bocca si presenta asciutto, fresco e giustamente tannico. Il Mamuthone è un vino ideale per carni rosse alla griglia e formaggi di media stagionatura.
LAGHIDIVINI 2008 - Festival dei vini prodotti sulle sponde dei laghi italiani - Bracciano
Domaine Leroy: Chambolle-Musigny Les Fremières 2001
Fu grazie all’intraprendenza di Henri che nel 1974 Lalou divenne co-manager del famoso Domaine. La storia narra che, all'interno della prestigiosa azienda, il rapporto di lavoro di Madame Leroy è stato talmente burrascoso che, nel 1992, è stata licenziata senza troppi rimpianti anche perché, in quegli anni, aveva già dato avvio ad una impresa concorrente: nel 1988, con l'aiuto di investitori stranieri, aveva acquistato Domaine Noëllat a Vosne-Romanée che, successivamente, è stato rinominato Domaine Leroy.
Al giorno d’oggi il Domaine vanta cira 23 ettari di vigneti, ripartiti in piccole parcelle in una ventina di prestigiosi Grands e 1er Crus. Tutte le viti del Domaine Leroy sono coltivate seguendo i metodi della biodinamica, filosofia che mette al bando tutti i trattamenti chimici, l'uso di tutti i diserbanti, insetticidi, funghicidi e concimi di sintesi, introducendo la conoscenza dei ritmi cosmici essenziali per il lavoro del suolo, la sua rigenerazione e per tutte le cure da apportare alla vigna durante tutto il ciclo dell’anno. Il Domaine Leroy è famoso per le sue rese estremamente basse, in parte a causa del basso rendimento delle vigne vecchie, in parte a causa di una deliberata scelta di limitare i rendimenti per ettaro, in parte perché i metodi biodinamici fanno aumentare le perdite del raccolto per malattia.
Le appellations prodotte sono:
LO CHAMPAGNE DI LEGRAS & HAAS
Ancora in tema di contraffazioni...ora tocca all'Erbaluce
Strade Vigne del Sole: una piacevole scoperta laziale
La vinificazione, che pur rispettando la tradizione si avvale di moderne attrezzature, prevede sempre una pressatura soffice, fermentazione in cisterne termocondizionate dove, per i bianchi, è prevista una temperatura controllata di 13° con il conseguente allungamento dei tempi di fermentazione di oltre due mesi, mentre per i rossi la temperatura sale a 23°. La scelta di questo formato intermedio è stata resa necessaria dalla ricerca di quei sapori di un tempo tipici dei vitignio autoctoni laziali che l'azienda cerca di difendere, da qui la necessità di avere selezioni delle masse per creare successivi tagli a seconda delle specifiche esigenze. I terreni, invece, sono localizzati a Montagnano, vicino ad Ardea, a Colle dell'Asino, vicino Ciampino, e a Valle Preziosa, vicino Grottaferrata dove, tra l'altro, si trova la nuova cantina.
Il Cavalier Cugini e suo figlio Alessandro mi hanno fatto degustare, durante la visita in cantina, molti dei loro vini che, a mio giudizio, trovo tutti gradevolissimi e dal rapporto qualità/prezzo straordinario costando al massimo dieci euro. Tra quelli da me provati metterei in risalto:
Adelaide 2005: da uve trebbiano giallo, trebbiano verde, malvasia rossa, pecorino, cesanese bianco, chiapparone, tutti in ugual misura, il vino ha un colore giallo carico e presenta al naso intensi aromi di pesca matura, frutto della passione e fiori gialli, ma anche splendidi richiami di salvia e peperone giallo, tipico sentore conferito dal vitigno pecorino. In bocca il vino è di media grassezza e avvolgente, con un finale molto lungo giocato su toni fruttati ed erbacei. Bellissima scoperta per un vino bianco unico.
Albarosa 2005: forse l'unico vino rosato da uve rosa. E già perchè il vitigno autoctono Albarosa è un uva a bacca rosa ciclamino che viene vinificata in rosso con una fermentazione sulle bucce per circa 10 giorni a 18°. Un vero caso raro. Il vino che ne esce si presenta di un bel colore rosa e presenta al naso sentori pepe rosa, menta, fragolina di bosco e ciliegia. In bocca è intenso, di buona sapidità, e dopo la deglutizione lascia il palato fresco in quanto ritorna la bella scia mentolata che avevamo sentito all'olfattiva. Grande vino che, grazie alla vinificazione in rosso, durerà per molto tempo senza che il colore ne risenta minimamente.
DR. LOOSEN: EMOZIONI DI RIESLING
L'elevata qualità dei suoi cru è dovuta a tre fattori: anzitutto l'eccezionale clima che si ha lungo l'area della valle della Mosella. I pendii ripidi con esposizione a sud permettono all'uva di raggiungere una piena maturazione, le notti fresche, anche in piena estate, mantengono l’acidità caratteristica dell’uva, mentre la vicinanza del fiume riflette i raggi solari e trattiene il calore aiutando così l’uva a maturare e proteggendo le viti dalle gelate. L'altro fattore di qualità riguarda il terreno ricco di ardesia e sostanze minerali: il suolo roccioso di ardesia e le numerose rocce affioranti mantengono anch’esse il calore del giorno ed assicurano la piena maturazione. Uno strato superficiale sottile forza le viti a scavare in profondità nel terreno per reperire le sostanze nutrienti, producendo così vini di intensa mineralità e vibranti. Ultimo fattore di qualità è dovuto all'elevata età dei vigneti aziendali che hanno un'età media di oltre 60 anni (con punte di 120 anni) e ancora sono a piede franco visto che la fillossera non ha potuto svilupparsi lungo l'area della Mosella.
Wehlener Sonnenuhr: ha suolo molto sottile e l'ardesia blu è di una grande purezza. Questa caratteristica fornisce al vino una vivace mineralità e una delicata acidità. È un vino aristocratico ed affascinante che danza con grazia sul palato.
Graacher Himmelreich: suolo con abbondante ardesia blu che garantisce ai vini una grande complessità e un potenziale di invecchiamento molto elevato.
Erder Treppchen: il terreno ricco di ferro e ardesia rossa si traduce in vini che sono muscolari e complessi, con una fine minerale ed intenso.
Erdener Prälat: il terreno è ricco di ardesia rossa e il vigneto è inserito all'interno di un microclima straordinariamente caldo che assicura sempre una eccezionale maturazione. I vini prodotto sono di grande potenza e nobiltà.
Vino e Grana Padano: matrimonio d'amore
GRANA PADANO D.O.P. fino a 16 mesi
I caratteri organolettici di un Grana Padano stagionato 9 mesi sono rappresentati dalla granulosità e dalla colorazione bianca della pasta. La sua capacità di frantumarsi a scaglie è scarsa ed il formaggio presenta profumi non ancora complessi, che ricordano però il latte e la panna da cui si origina. In bocca ha tendenza dolce e una discreta grassezza. La sapidità è appena accennata e stimola una discreta salivazione. Per ottenere un abbinamento eccellente possiamo proporre vini bianchi giovani e freschi con profumi di frutta fresca mai invadenti oppure un grande Brut italiano o uno Champagne francese, magari di sboccatura non recente.
GRANA PADANO D.O.P. oltre i 16 mesi
Il Grana Padano stagionato 16 mesi si presenta con una colorazione leggermente paglierina e con una leggera granulosità. Gli aromi ricordano ancora il latte e la panna, ma emergono anche profumi più complessi di burro e fieno. In bocca la nota dolce si è molto attenuata e lascia il passo ad una discreta salinità ed una accennata piccantezza. E' un formaggio che stimola la salivazione, anche perchè dopo la sua deglutizione rimane sulla lingua una leggera e sottile patina di grasso. Il vino che sarà in grado di contrastare le caratteristiche di questo formaggio deve essere leggermente tannico e, quindi, un rosso di discreta intensità e persistenza, ma ancora giovane, fresco e in modo che si percepiscano sia gli aromi e i sapori dell'uva originaria, sia quelli complessi dovuti alla maturazione.
GRANA PADANO D.O.P. oltre i 20 mesi
Alla vista il Grana Padano stagionato 20 mesi e oltre si presenta evoluto; infatti, il colore è giallo paglierino carico; la granulosità è accentuata e si scaglia facilmente. Questo "magico" prodotto presenta aromi evoluti di burro e di fieno e note floreali di mais; in bocca è particolarmente solubile e friabile, con una sapidità e una piccantezza accentuata. Dopo la sua deglutizione, la bocca rimane colma di sapori, che si stemperano lentamente fornendo sempre nuove sensazioni. Il vino che accompagna questa stagionatura di Grana Padano deve essere in grado di contrastare le evidenti e prorompenti sensazioni del formaggio e, quindi, dovrà essere morbido, tannico, con una buona gradazione alcolica, intenso e persistente. Non dimenticate che il Grana Padano ben maturo si predispone, per contrapposizione di aromi e di sapori, a matrimoni elettivi con i vini passiti e liquorosi, che stemperano la tenue vena aggressiva, ricomponendo sul palato l'armonia e l'equilibrio.
(fonte Grana Padano)Presentato il vino della AS ROMA
Ha partecipato all'evento anche l'ex campione giallorosso Roberto Pruzzo. Oltre al "bomber di Crocefieschi", doveva essere presente l'ad giallorosso Rosella Sensi, che non ha potuto partecipare per la nascita del suo nipotino.
"Sono vini decisi e di carattere così come la Roma", ha detto Andrea Caloro, che si occupa dei brand della Roma in collaborazione con Cristina Sensi. Questo vino si andrà ad aggiungere ad altri importanti marchi che collaborano con AS Roma come Fiat, Alfa, Lancia, Juventus, Milan, Genoa, Bayern e Ajax.
Le dichiarazioni di Andrea Caloro
"Questa iniziativa nasce da un'idea della Sensi. E' un'operazione di livello eccelso e ci auguriamo presto di brindare ai successi della Roma, lo speriamo tutti. Questa è un'operazione che vuole valorizzare il marchio giallorosso anche fuori dal campo, cercheremo di entrare in nuovi mercati. In fondo è un vino italiano". (fonte Romanews)
Volete che commenti? Sono romanista per cui sarei di parte ma, di certo, a livello enologico ne avremmo fatto senz'altro a meno visti i 20 euro, minimo, di costo a bottiglia. Rosella compraci Drogba e lascia stare il vino...che ti fa male