Gli Oscar del Vino 2013 sono l'inno alla Prima Repubblica enologica

Caro Franco Ricci, sicuramente non frequenti il mondo del web ma, spero, che tra i mille impegni tu riesca almeno ad accendere la TV per guardare il telegiornale.
Se lo facessi costantemente ti accorgeresti che da anni il mondo sta cambiando e, con lui, stiamo cambiando anche noi. 
E' crollato il muro di Berlino, la Russia e gli Stati Uniti non sono più in guerra fredda e, notizia di questi ultimi tempi, le cose stanno cambiando anche nei paesi di religione islamica dove dal 2010 sta andando avanti quella che viene definita la "Primavera Araba". 
Anche in Turchia, è notizia di questi giorni, c'è voglia di cambiamento. Pensa, addirittura i nostri politici (!) hanno capito che in Italia c'è voglia di innovazione e di riforme concrete e, per questo, anche se con grande fatica, si stanno adeguando.

Mentre tutto cambia c'è un mondo che non solo non va avanti ma, anzi, sembra anacronisticamente arretrare. Quel mondo, caro Franco, è il tuo e gli Oscar del Vino 2013 ne sono la fulgida espressione.


No, aspetta, non sto dicendo che i premi che hai consegnato (vedi ad esempio Sassicaia 2009 Five roses anniversario 2011), sono scandalosi, ovviamente ci possono stare, ma dal centro culturale del vino più importante del mondo, così come lo hai ribattezzato tu, mi aspetto ben altro e non una selezione di premi degni della Prima Repubblica del Vino. 
Se apro una qualsiasi guida degli anni '90 trovo gli stessi nomi: Tasca d'Almerita, Tenuta San Guido, Bellavista, Cà del Bosco, Feudi di San Gregorio (premiata come migliore azienda), Franz Haas, Riccardo Cotarella......

Sai che mi sembri? Uno feudatario degli anni 2000 chiuso nel suo castello che vive solo in base a logiche di potere circondato da una serie di vassalli che, ogni tanto, vengono compensati non mediante denaro ma tramite concessioni di benefici che una volta erano costituiti da terre. Ogni tanto, poi, vengono ricompensati col cibo migliore anche i servi della gleba.

Caro Franco sai quale è il mio rammarico più grande per gli Oscar di ieri? Che il miglior scrittore di vino ce l'hai all'interno del tuo staff e non lo sai...o non lo vuoi sapere.

Gli altri premi? Tranne forse il riconoscimento al Gran Cuvèe XXI Secolo 2007 D’Araprì (atto di benevolenza?) per gli altri non vorrei spendere nemmeno una parola. Sopratutto per Vespa.

Caro Franco ora ho da fare e, sicuramente, anche io ti avrò stancato con le mie vane parole. Vorrei solo che leggessi quest'ultima frase, il pensiero è di Harold Wilson: "Chi rifiuta il cambiamento è un vero e proprio architetto della decadenza e del disfacimento. La sola istituzione umana che può rigettare il progresso è il cimitero".

Gli Oscar del Vino 2013 in sintesi:

Miglior vino bianco
Chàrdonnay 2010 Tasca d’Almerita
Miglior vino rosso
Doc Bolgheri Sassicaia 2009 Tenuta San Guido
Miglior vino rosato
Five roses anniversario 2011 Leone de Castris
Miglior vino spumante (ex aequo)
Franciacorta Gran Cuvée brut 2007 Bellavista
Gran Cuvèe XXI Secolo 2007 D’Araprì
Miglior vino dolce
Alto Adige Moscato Rosa 2010 Franz Haas
Migliore etichetta
Trebbiano d’Abruzzo Vigna Capestrano 2010 Valle Reale
Miglior vino di grande Qualita-prezzo
Franciacorta Cuvée Prestige Ca’ del  Bosco
Migliore azienda vinicola
Feudi San Gregorio con Fiano di Avellino Pietracalda 2011
Migliore olio raccolto 2012 (ex aequo)
Olio extravergine frantoio Muraglia
Olio extravergine Biologico Monterisi
Olio extravergine Raggiolo denocciolato Felsina
Miglior enologo
Riccardo Cotarella
Miglior ristorante
Ristorante La Parolina (Acquapendente – Viterbo)
Migliore enoteca
La Casa del Barolo (Torino)
Migliore scrittore del vino
Giovanni Negri
Migliore Innovazione nel Vino 
Cooperativa Agricola La Guardiense
Migliore Direttore Commerciale
Giovanni Lai di Saiagricola

1 commento:

Gian Piero Staffa ha detto...

Pienamente, anzi, pienissimamente d'accordo. In Italia ci sono centinaia di etichette da urlo solo che spendono poco in comunicazione ( una volta si diceva publicita') quindi....
Per cio' che riguarda le bollicine di D'Arapri' c'e' da dare addosso al mondo intero perché e' un vino sublime. Strano che qualcuno se ne sia accorto....