Poderi Sanguineto, viaggio nel Vino Nobile di Montepulciano che ci piace

Quando arriviamo a Poderi Sanguineto, Patrizia ci aspetta davanti all'entrata della cantina. E' vestita come l'abbiamo vista sempre, pantaloni e maglione color verde militare e scarponi. Lei e Dora, che non c'era e che probabilmente era a caccia, sono abituate a lavorare duro, tutti i giorni dell'anno, e la nostra visita non è che un piccolo intervallo all'interno di una giornata di lavoro che andrà avanti fino al tramonto.


Appena usciamo dalla macchina ci saluta cordialmente presentandoci orgogliosamente  Poderi Sanguineto, un piccolo mondo rurale di circa 35 ettari (quasi 4 a vigneto) dove il tempo scorre lentamente tra animali da cortile e vigne (e vino) da curare.
Non esiste una vera e propria zonazione dell'areale del Nobile di Montepulciano ma in tanti indicherebbero proprio Sanguineto, il cui nome deriva forse dal sangue versato da Romani ed Etruschi che proprio da queste parti consumavano epiche battaglie, come una delle migliore aree dove piantare prugnolo gentile anche se, in molti, negheranno la cosa.
Causa pioggia e terreno fangoso non possiamo passeggiare per il vigneto e così Patrizia ci fa entrare subito in cantina, la sua seconda casa, visto che è lei ad occuparsi della parte enologica affidando a Dora quella prettamente agronomica.

Il vigneto in lontananza
Dentro queste mura tutto è all'insegna della naturalità e della tradizione, si usano solo botti grandi di rovere e durante la vinificazione, tranne un pò di solforosa all'inizio, non si impiega alcun tipo di prodotto chimico, men che mai lieviti selezionati, e non viene effettuata alcuna filtrazione.

Le botti
Cinque minuti e siamo subito nella piccola sala degustazione. Patrizia ci apre il Rosso di Montepulciano 2011 e il Nobile 2010
Lo devo ammettere, inizialmente una certa "fretta" della proprietaria ci aveva fatto pensare che si volesse sbarazzare presto di noi, siamo arrivati alle 11.00 e già alle 11.15 eravamo a degustare il loro vino. In fin dei conti è sabato anche per loro, almeno così pensavo.

Patrizia si siede davanti a noi e prende tre bicchieri, ci guarda e ci sorride serenamente, forse ha finito ci studiarci e ha capito che non siamo così rompiscatole, forse si è tolta un peso di dosso terminando il classico tour aziendale che avrà fatto mille volte. Davanti ad un bicchiere di vino, in fin dei conti, tutte le barriere si abbassano!


Le chiedo la genesi di Poderi Sanguineto I e II. "Purtroppo Dora non c'è, altrimenti te lo spiegava lei, ma tutto questo lo si deve a suo padre Federico Forsoni che, negli anni '60, si è letteralmente indebitato per acquistare questo posto. Lavorando come mediatore di bestiame è transitato tante volte da queste parti e, alla fine, non ha saputo resistere a questa Terra che l'ha folgorato dal primo istante in cui l'ha calpestata.
Nel 1963 pianta la vigna che in gran parte vedete qua di fuori con l'unico scopo di produrre il vino per se stesso e per insegnare alla piccola Dora il rispetto della vigna e, di conseguenza, della Natura.
Nel 1987, quando arrivo io a Poderi Sanguineto, il signor Forsoni era morto da qualche anno e tutto era in mano a Dora che, in quel periodo, vendeva le sue uve, grandi uve, alle aziende del posto come Boscarelli, Romeo o Triacca. 
Dal 1997, poi, la svolta: parte del loro prugnolo gentile, mammolo e canaiolo, viene tenuto per esigenze "interne" mentre il resto viene venduto per finanziare l'acquisto delle attrezzature adatte a creare una nostra cantina e per imbottigliare la prima annata di Poderi Sanguineto I e II che esce in commercio nel 2001. Il sogno di produrre un grande Nobile di Montepulciano si era avverato!".

La conversazione sembra ora intrattenuta tra vecchi amici e, tra un aneddoto e l'altro, ci viene versato il Rosso di Montepulciano 2011, straordinario per espressione di frutto, freschezza e facilità di beva. Lo stile Sanguineto, la sua classe, è facilmente riconoscibile anche nel suo "base".


Patrizia è un fiume in piena, ci racconta delle litigate con Dora quando, durante la prima vendemmia, pensava avesse colto le uve ad un grado zuccherino sbagliato. "Dora ma che cavolo hai combinato? - le ripetevo precipitandomi in vigna - Sei sempre stata perfetta e sto casino proprio alla nostra prima vendemmia lo dovevi combinare???? Ho misurato le uve e hanno un grado alcolico di 18°!! Sapete una cosa? Alla fine mi ero sbagliata o, meglio, il misuratore si era sbagliato visto che alla fine, probabilmente la Natura ci ha messo lo zampino, quel vino aveva un grado alcolico di circa 13,5 gradi di alcol.....

Il secondo vino versato è il Nobile di Montepulciano 2010, sanguigno, profondo, floreale, minerale e, soprattutto, dotato di una leggerezza davvero inconsueta per questa denominazione fatta spesso di vini caricaturali. Anche in questo caso il timbro di Dora e Patrizia è presente più che mai e si chiama "beva compulsiva".

Il tempo scorre inesorabile e noi dobbiamo raggiungere Chiara Barioffi a Le Casalte, è quasi ora di pranzo ma rimangono dieci minuti per una domanda impertinente:"Patrizia sappiamo che producete anche un buon bianco.....non è che potremmo averne?"

Un sorriso e poco dopo arriva la bottiglia di Bianco Toscano 2011, un IGT composto da diverse uve tra cui malvasia bianca, malvasia verde, trebbiano toscano, grechetto e biancame. 
La storia di questo vino è abbastanza curiosa. Inizialmente era il vino della casa di Dora e Patrizia e veniva venduto qua nella zona ad amici ed appassionati locali. Poi, un giorno, viene in cantina l'importatore giapponese che, venuto a sapere di questo bianco ricercato, vuole assaggiarlo a tutti i costi. Ovviamente, piace da impazzire e vorrebbe prenderne qualche bottiglia. Patrizia, però, fa orecchie da mercante, troppo complicato e costoso imbottigliare ed etichettare poche unità del loro Bianco Toscano. L'anno dopo, lo stesso importatore riassaggia il vino e fa la stessa proposta:"Lo voglio prendere!!". Patrizia gli spiega i problemi che l'avevano fatta desistire anche l'anno passato ma lui, deciso, la blocca dicendole:"Aspetta, non ne voglio poche bottiglie, le prendo 2000...3000, va bene?". Il discorso cambia e così nasce quello che oggi è un grande bianco toscano del quale Dora e Patrizia conservano sempre qualche bottiglia per i vecchi clienti. 
Come dare torto a tutte le persone che amano questo vino? Il profumo è un intreccio aromatico di erba tagliata, frutta gialla matura, salvia, menta, ginestra. Bocca aromatica, fine, strutturata, di grande freschezza e sapidità. Patrizia ci fa un'ultima confidenza:"Con Dora, freddissimo, lo beviamo nelle calde sere d'estate, sedute qua fuori a goderci la brezza della sera. Stanche ma felici".


E' con questa immagine mentale che lasciamo Poderi Sanguineto il cui ricordo, indelebile, ci cullerà fino a quanto non ritorneremo da queste parti. Dora e Patrizia ci aspettano ancora. 

A presto!

Dora e Patrizia in un momento delle riprese del documentario Senza Trucco di Giulia Graglia

2 commenti:

jacopo cossater ha detto...

Hai scritto un bellissimo post, Andrea, che coglie l'essenza del lavoro di Dora e di Patrizia (in rigoroso ordine alfabetico).

E comunque Dora è sempre a caccia. ;)

Andrea Petrini ha detto...

Grazie Jacopo, ma è facile scrivere quando ci troviamo davanti persone e vini così.