Il Barolo Otin Fiorin Piè Franco-Michet 1999 di Teobaldo Cappellano


A chi di Guide si interessa:

Nel 1983 chiesi al giornalista Sheldon Wasserman di non pubblicare il punteggio dei miei vini. Così fece, ma non solo, sul libro Italian Nobile Wines scrisse che chiedevo di non far parte di classifiche ove il confronto, dagli ignavi reso dogma, è disaggregante termine numerico e non condivisa umana fatica. Non ho cambiato idea, interesso una fascia ristretta di amici-clienti, sono una piccola azienda agricola da 20 mila bottiglie l'anno, credo nella libera informazione, positiva o negativa essa sia. Penso alle mie colline come una plaga anarchica, senza inquisitori o opposte fazioni, interiormente ricca se stimolata da severi e attenti critici; lotto per un collettivo in grado d'esprimere ancor oggi solidarietà contadina a chi, da Madre Natura, non è stato premiato.
E' un sogno? Permettetemelo".

Un produttore che scrive questa parole sulla retro etichetta del suo vino farebbe sicuramente clamore ma, se si scopre che a volere quelle frasi è stato un grande vignaiolo di Langa come Teobaldo Cappellano, la presunta boria lessicale muore soffocata da ogni sua sillaba e tutto rientra nei canoni di un orgoglio contadino ormai desueto, lontanissimo dalle luci di una ribalta che non si pretende ma si conquista giorno dopo giorno con la Terra e il sudore.

Foto di quel gran Beone di Andrea Federici
Di questo Barolo esistono due tipologie: quella da vigne a piede franco chiamata Piè Franco-Michet (nebbiolo varietà Michet) e la versione da vigne a piede americato denominata Piè Rupestris-Nebioli 

Il Barolo Piè Franco-Michet 1999, per il degustatore più sensibile, è ad alto rischio Sindrome di Stendhal perchè dopo il secondo bicchiere, così come è successo a me, è facile provare gli stessi sintomi provati dallo scrittore francese che così descrisse il suo stato d'animo di fronte di fronte alle opere d'arte:"Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere".

Il Barolo Piè Franco-Michet 1999 è profondo come gli abissi della nostra (in)coscienza, intenso come il rosso di un tramonto estivo, armonico come il suono di un violino d'orchestra ed elegante come un vestito sartoriale.


Foto di quel gran Beone di Andrea Federici
Sorso dopo sorso, attraversando descrittori e sensazioni infinite, il ricordo va ancora una volta a Baldo Cappellano, un uomo immenso, senza etichetta, che non ho fatto in tempo a conoscere se non per la sua eredità morale che prende sostanza e forma del suo grande nebbiolo di Langa. Grazie di cuore

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