I tasting panel sono un affascinante strumento di marketing che sempre più aziende, non solo di vino, stanno sviluppando approfittando dei tanti blog che si trovano in rete.
In questo caso Oneglass, società veronese che distribuisce confezioni di vino monodose (100 ml), ha voluto mandare una serie di campioni ai principali wine blogger italiani con lo scopo di chieder loro una valutazione sul prodotto.
Le cose sono due: o sono talmente sicuri che il loro prodotto incontrerà il gusto di chi beve regolarmente vini di un certo spessore, oppure per loro vale la regola del parlatene male purchè se ne parli.
Con tutto il rispetto, è come se la Simmenthal facesse provare le sue scatolette a chi mangia la carne di Eugenio Barbieri. Staremo a vedere.
Per evitare che il mio ego enosborone ed individualista potesse fornire giudizi distorsivi e soggettivi durante la degustazione, con ovvie ripercussioni sull’articolo, ho radunato undici amici per valutare se questi vini sia noeffettivamente appetibili e mantengano le promesse.
Per evitare che il mio ego enosborone ed individualista potesse fornire giudizi distorsivi e soggettivi durante la degustazione, con ovvie ripercussioni sull’articolo, ho radunato undici amici per valutare se questi vini sia noeffettivamente appetibili e mantengano le promesse.
I primi interrogativi riguardano la confezione, sicuramente leggera e molto accattivante ma, ad uno sguardo più approfondito, emergono le prime perplessità riguardo l’etichetta che, oltre a riportare banali note di degustazione, aspetto che ritrovo comunque anche in etichette di vini ben più blasonati, nulla dice sulla provenienza di questo vino. Chi è il produttore? Sono vini di una cantina sociale? In che zona sono stati prodotti? Boh!!! Poca trasparenza.
L’altra domanda che ho fatto riguarda chi dovrebbe vendere e, soprattutto, acquistare il vino monodose. Per farla breve: ma voi dove aprireste questa “finta” bottiglia?
In un wine bar? No. In enoteca? No. Al ristorante? No. La grande distribuzione, con l’attuale innalzamento della qualità media dei vini offerti, non ci pensa proprio a vendere queste confezioni che, come vedremo, sono tutt’altro che economiche.
Le uniche risposte al quesito riguardano la possibilità di acquistare il vino all’interno di mense aziendali oppure su aerei o treni. Qualcuno lo vede bene come gadget da rivista…
Pareri che, comunque, denotano una certa perplessità nei confronti di un prodotto che, per sua natura, viene comunque visto in concorrenza con altre tipologie di vino tipo Tavernello o mezze bottiglie di vino in vetro che, pur non essendo monodose, hanno lo stesso appeal di Oneglass.
Capitolo costi. Una confezione monodose (100 ml) costa 1.60 euro. Significa che una bottiglia di questo vino costerebbe circa 12 euro. Numeri da grande vino che spaventano.
E' venuto il momento di capire cosa c'è dentro queste confezioni, se davvero il vino vale quanto costa.
Quattro tipologie di vino: due bianchi, Pinot Grigio delle Venezie e Vermentino, e due rossi a base di Sangiovese e Cabernet Sauvignon.
Pinot Grigio delle Venezie IGT 2009 (pinot grigio 85% e traminer 15%): odore che passa dallo straccio alla Coccoina. Sembra sintetico. Al sorso passa e se ne va.
Vermentino IGT 2009 (vermentino 85% e chardonnay 15%): anche qua al naso c’erano odori di sintesi che vagamente ricordavano la frutta. Non mi invita nemmeno a berlo.
Cabernet Sauvignon delle Venezie IGT 2008 (cabernet Sauvignon 85% e teroldego 15%): un po’ meglio dei precedenti, posso paragonarlo qualitativamente ad uno sfuso mediocre da cantina sociale.
Sangiovese Toscana IGT 2008 (sangiovese 85% e syrah 15%): vedi punto precedente anche se le caratteristiche del sangiovese e del syrah sembrano una chimera.
Conclusioni: Oneglass è un progetto dinamico e al passo con i tempi che, purtroppo, ha il grande difetto di avere nel suo portafoglio vini di ignota provenienza e scarso pregio venduti, tra l’altro, ad un prezzo, parliamo di 16 euro al litro, non assolutamente giustificabile con un prodotto degno di un hard discount.
Tutto questo a prescindere dalle perplessità evidenziate dal panel circa dove e quando acquistare questo tipo di confezione.
Suggerimenti: aumentare la qualità del vino puntando magari su sfusi di produttori di eccellenza il cui nome dovrebbe essere ben indicato in etichetta. Almeno saprei con chi prendermela…
24 commenti:
Non posso commentare sulla qualità del vino ma il prezzo tuttavia sembra anche a me un po' altino; forse è dovuto alle piccola scala su cui operano al momento.
L'idea però mi piace tantissimo: il problema è che stento a trovare un bag-in-box decente che mi permetta di bere vino ogni giorno senza dover aprire una bottiglia.
Vai dai piccolo produttori di qualità e prenditi il loro vino sfuso, a volte è fantastico!
Io nel Lazio ne ho tre o quattro che fanno davvero un ottimo vino da tavola.
Perfetto, la prossima volta che sarò in Italia andrò da un produttore locale a farmi imbottigliare il vino e quando lo vorrò bere a casa aprirò una bottiglia, ne berrò 10cl e farò ossidare il resto fino al giorno dopo...
BTW Marks & Spencer dice che il Froglet "is flying off the shelves"
Andrea, il paragone rende l'idea. Come proporre la carne in scatola a chi mangia il manzetto di Eugenio Barbieri. Questo per dire ch e proporre un prodotto simile in prova ai wineblogger non è congruente con il prodotto e con il target soprattutto.
Poi, dove lo berrei? forse l'unico posto dove avrebbe un senso è in aereo o al massimo nello zaino in una gita in montagna. Per il resto vedo poche altre forme.
In effetti al di là del fatto che non mi sono piaciuti molto come profumi e sapore, ma potevo essere consizionata dalla confezione lo ammetto, la prima cosa che ho notato è appunto che non si sa cosa stai bevendo e soprattutto non sai se bevendo due confezioni uguali hai lo stesso vino da una volta all'altra.
Conclusione: di sicuro sarebbe più corretto testarlo in bicchiere senza sapere la provenienza, a me ha condizionato parecchio, lo ammetto.
Mi divertendo anche a fare un SWOP analysis su OneGlass, dopo la cena degustazione.
La domanda principale alla fine è: ma chi è il loro consumatore target?
Avendo puntato tanto sulla confezione, il dubbio sia una fasce come dire giovane, attenta all'apparenza e meno alla sostanza, che deve ancora scoprire.
Spero che qualcuno dell'azienda possa rispondere alla domanda anche se ho potuto notare tra i vari blog che hanno partecipato al panel che io non faccio parte del loro target. No NO...
@Daniela: Oneglass, secondo il mio modesto parere, punta moltissimo sulla confezione che è indubbiamente accattivante e pratica. Non potrai mai berlo a prescindere da questa.
Un suggerimento: http://www.ambrosoli.it/miele-sport-0.htm
@Daniela
I wine blogger dovrebbero essere professionisti al punto da non farsi condizionare dalla confezione.
Detto ciò il target è una persona cui piace bere vino tutti i giorni ma che non può e non vuole aprire una bottiglia tutti i giorni perché 1) non ha nessuno con cui condividerla 2) perché gli piace bere poco
Io rientro perfettamente nel target e l'unico motivo per cui non ho ancora ordinato la mia confezione è perché prima volevo sentire giudizi sulla qualità del vino. Ovviamente un vino, qualsiasi sia la confezione, non può prescindere dalla qualità, altrimenti veramente preferisco bere l'acqua.
Credo inoltre che parte della ragione per cui non vediamo vini di qualità superiore confezionati in questi formati alternativi sia da attribuirsi ai disciplinari di produzione che prevedono solo il formato bottiglia.
"Ovviamente un vino, qualsiasi sia la confezione, non può prescindere dalla qualità, altrimenti veramente preferisco bere l'acqua".
SACROSANTO!
Buongiorno a tutti,
Onestamente dopo aver letto la critica sui vini ho il sospetto che siano arrivate delle confezioni "danneggiate" dallo sbalzo termico. Lo dico perché proprio oggi a pranzo ho aperto un Vermentino che solo guardando colore e odore risultava evidentemente compromesso. Colpa mia che ho tenuto troppo a lungo in ufficio dei campioni di Oneglass invece di spedire quelli dal magazzino!
Vi chiedo scusa, ma se avete voglia posso inviarvi una nuova selezione.
Sul fatto della qualità inoltre sono d'accordo, anzi il nostro progetto si fonda proprio su questo: abbiamo speso molte energie e tempo per riuscire a confezionare 100 ml di vino di qualità proprio perché credevamo nell'assunto che se bevo un solo bicchiere deve essere buono. Sarebbe stato molto più facile mettere un vino stabilizzato chimicamente, che non dà problemi, non ha difetti, ma ovviamente non dà soddisfazioni.
Grazie,
Alessandro (Oneglass)
Salve Alessandro solo due domande: che target avete per questi vini?
Che tipo di vini sono? Da cantina sociale, da piccolo produttore, etc..
1) È più facile descrivere i momenti d'uso di Oneglass che il target vero e proprio: la quotidiana pausa pranzo al lavoro, una gita o un pic-nic, a casa quando si è soli e non vale la pena aprire una bottiglia (chi ha come me una moglie incinta capisce immediatamente cosa intendo ;) ), in generale ovunque non si possa portare con sé del vetro. Oppure anche in compagnia per bere poco e soddisfare gusti diversi, in modo che ognuno possa scegliersi il suo bicchiere. Poi nei self-service, in aereo, nei take-away...
Il target dovrebbe quindi essere abbastanza giovane, dinamico, lavoratore, vivere nei centri urbani più grandi. E dovrebbe preferire il vino alla Coca-cola :)
2) Abbiamo scelto vini e uvaggi da vari produttori. Con le prossime produzioni vorremo ampliare la gamma, magari estendendola a vini da tutto il mondo, e perché no provare a valutare coi produttori anche l'inserimento di vini che viaggiano anche in bottiglia, qualora i rispettivi disciplinari lo permettano.
Alessandro non pensi che il vino costi troppo rispetto alla qualità?
Il prezzo col quale Oneglass dovrebbe uscire sullo scaffale è di massimo 1.20 euro, 1.40 nelle zone dove i prezzi sono più alti (come ad es. la Lombardia). La media potrebbe assestarsi su qualcosa meno.
Nell'e-commerce puoi vedere un prezzo di 1.10 che tra l'altro si prende in parte carico dei costi di spedizione.
Nei nostri costi di produzione la parte maggiore è data dal vino, che abbiamo scelto in modo da ottenere un prezzo finale che sia sottomultiplo dello stesso prodotto (allo stesso livello di qualità) acquistato in bottiglia al supermercato.
Secondo me la cifra potrebbe anche salire se considerassimo la forte componente di servizio di Oneglass. Prendiamo ad esempio l'insalata già lavata: si vende a 20 euro al chilo e si tratta di erba tagliata e lavata. Oggi il mercato ci dice che il consumatore è disposto a pagare comodità e funzionalità.
Quindi credo che Oneglass si assesti su un posizionamento prezzo corretto, con qualche margine.
Ovviamente la risposta definitiva a queste teoria la darà il mercato :)
Scusa Alessandro, una domanda sul prezzo. Scrivi che nell'e-commerce il prezzo per unità si assesterebbe su 1,10 euro. Vedo però sul sito che il prezzo ufficiale (non scontato) della confezione da 16 è di 25,60 euro. Includendo i costi di spedizione si arriva quasi a 1,80 euro a confezione. C'è una bella differenza.
Alessandro quale sarebbe la forte componente di servizio di Oneglass? Facendomi l'esempio dell'insalata mi stai facendo capire che voi prendete alla fonte un prodotto che costa pochissimo (diciamo che il vostro vino non oltrepassa i 30/50 cent/litro) dandogli un forte valore aggiunto che col monodose stento a capire. L'insalata almeno deve essere pulita, lavata, tagliata, etc..
@Jacopo: il prezzo ufficiale è sempre quello più basso ;)
@Andrea: facile, tutti i plus di Oneglass rispetto alla bottiglia sono la componente di servizio :)
Quanto al costo del vino al litro, caspita, se riesci ad avere quel vino a quel costo ti assumiamo come buyer! Non sto scherzando.
@ Alessandro ho anch'io qualche dubbio sui prezzi, come Jacopo, anche perché da me parlavi di 1,4-1,6 non più di tre settimane fa. E sull'e-commerce ci sono ancora i prezzi di cui sopra, quindi 25,60+3 euro di trasporto per 16 pezzi. Se il prezzo ufficiale è quello più basso, sarebbe il caso di cambiare il dato sul vostro e-commerce.
Per il vino, ai prezzi che ti ha indicato Andrea, di questi tempi ne trovi finché vuoi. Ad esempio del buon Gambellara da noi viaggia attorno ai 3 euro/ettogrado. Basta poi guardare il bollettino sui mercati Ismea per accorgersi che i prezzi dello sfuso sono quelli.
Ciao.davide
Scusa, Alessandro, non capisco. Se il prezzo *ufficiale* è sempre quello più basso non credi che allora dovreste *ufficialmente* abbassare i prezzi sul sito?
@Davide: noi non abbiamo trovati vini adatti alle nostre esigenze a cifre così basse.
@Jacopo: non è così semplice, per capire perché basta che parli con un qualasi direttore commerciale o marketing di una qualsiasi azienda ;)
Anche con me ovviamente, nel caso ci sarà l'occasione di un incontro. Ciao :)
@Alessandro: chi opera nel mondo del vino come Jacopo, Davide, Filippo o me da tanto tempo potrò darti mille dritte su dove andare a prendere buon vino a prezzi onesti.
Ciao ...mi chiamo massimo faccio l'enologo e sono un produttore di vini della zona del Soave ...ho letto con interesse i vostri commenti sui vini oneglass e mi stupisco come persone attente e introdotte nel mondo del vino possano essere cosí prevenute e poco lungimiranti su questo progetto ...vi ricordo che fino a pochi anni fa il tappo a vite è stato demonizzato come uno dei peggiori nemici del vino di qualitá, poi è bastato cambiare nome e chiamarlo "STELVIN" per farlo diventare la meraviglia delle meraviglie ...al punto che anche produttori che sono un brand a livello mondiale come ANSELMI o PRA', sono usciti quest'anno con un Soave Classico con tappo stelvin ...sveglia ragazzi il mondo non é più per le cariatidi!! ;)
...Per quanto riguarda la qualità dei vini oneglass vi confesso che ero anch'io un po' titubante ma dopo un assaggio mi sono assolutamente dovuto ricredere!! ...ottimo rapporto qualità prezzo, anche perchè sempre più spesso mi capita di bere delle vere porcherie che poi arrivo a pagare anche 2,50 euro al bicchiere...
Non sapevo che il marketing oneglass fosse tornato all'arrembaggio di nuovo...eddai Massimo....
Non so nulla di vino. Sono un escursionista-campeggiatore, ho conosciuto questa serie di vini nei negozi su internet che vendono alimenti per alpinisti disidratati e/o di sopravvivenza. Fino a poco tempo fa veniva prodotto del vino in polvere per alpinisti da una ditta tedesca la Travellunch. Adesso una volta tanto noi italiani abbiamo tirato fuori qualcosa di interessante che ha spiazzato i tedeschi, infatti adesso producono solamente una bevanda in polvere che è un banale "Gatorade", invece questa serie di vini Oneglass è molto buona, personalmente acquisto da un negozio tedesco di alimenti outdoor e vedo con piacere che si vendono bene. Fino a non molto tempo fa i patiti della montagna erano costretti a bere vino in polvere o acquistare costose bottiglie in foglio di plastica della GSI Outdoor da riempire da soli. Quindi va da se che questi vini sono da considerarsi da viaggio e non per palati fini. Una volta che noi italiani tiriamo fuori qualcosa di interessante tutti a criticare.
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