Ormai il marketing ha scoperto da tempo che internet rappresenta uno strumento efficace per compiere indagini di mercato a basso costo ed alto valore aggiunto per cui oggi, tra i vari blog e social network, c’è tutto un proliferare di giudizi su un’ampia gamma di prodotti, anche tappi di sughero. Avete capito bene.
Il sugherificio veneto qualche tempo fa ha lanciato su Vinix un’iniziativa, chiamata “tapping panel", con la quale si dovrà valutare, dal punto di vista tattile e visivo, il tappo dello Shiraz Mount Avoca 2007, un vino australiano del cui contenuto mi occuperò in seguito.
Il sugherificio veneto qualche tempo fa ha lanciato su Vinix un’iniziativa, chiamata “tapping panel", con la quale si dovrà valutare, dal punto di vista tattile e visivo, il tappo dello Shiraz Mount Avoca 2007, un vino australiano del cui contenuto mi occuperò in seguito.
Ma perché lanciare un’iniziativa così per un tappo in sughero? Perché dicono che è speciale, forse rivoluzionario.
Dal sito internet leggo che il tappo è prodotto dalla Procork ed è dotato ai due lati di una membrana protettiva formata da cinque strati ognuno con uno scopo preciso: regolazione dell’ossigeno, ritenzione dell’umidità, prevenzione delle contaminazioni e mantenimento del gusto. La membrana lascia passare una quantità controllata di ossigeno e contemporaneamente blocca il passaggio d’umidità. In questo modo riesce a evitare fenomeni ossidativi e riduttivi, che pregiudicano il gusto dei vini, e prevenire le contaminazioni da TCA, che provocano il fastidioso sentore di tappo senza la percentuale di irregolarità organolettiche che causa il sughero.
La membrana |
Veniamo alla parte pratica.
Analizzando la bottiglia la prima cosa che noto è la capsula, in materiale adesivo (!!!), che nella parte superiore riporta la scritta "nonsaditappo.it", il blog ufficiale del sugherificio veneto. Sicuramente tutto benaugurate anche se spero per loro che sia scritta che adesivo siano là solo per questo panel.
Una volta aperto il vino, la cosa che salta subito agli occhi è chiaramente il tappo in sughero che, diversamente dagli altri, ha alle sue estremità questa pellicola protettiva lucida che, se non conosci la filosofia Procork, potrebbe creare nel consumatore medio reazioni poco entusiasmanti nei confronti del vino che, per via dello strana chiusura lucida, potrebbe essere rimandato indietro.
Altra cosa che salta subito all’occhio è che il mio tappo, nella parte inferiore, era macchiato dal vino, in maniera uniforme, per circa 3-4 mm fornendo un effetto non del tutto naturale, comunque diverso dagli altri tappi in sughero di elevata qualità. Era, come dire, tutto troppo perfetto, sembrava disegnata quella macchia di vino.
Ora non so se questo è un bene o un male, non sono affatto un esperto, però la sensazione era di un qualcosa che aveva bloccato artificialmente, come una barriera, il vino. Il sughero è un materiale poroso e questa cosa, ripeto, mi è sembrata forzata.
Il tappo colorato |
Altra piccola considerazione finale: il tappo sembra di buona fattura, mi è stato confermato che trattasi di sughero monopezzo, però esteticamente, e parlo della parte non trattata con la membrana, non mi convince totalmente.
E' troppo patinato, e il fatto che le due estremità abbiano una pellicola dello stesso tipo rende il tutto troppo artificiale. Il sughero è un materiale naturale ma quel tappo, non solo a me, è sembrato un pò "bionico".
Tappo sezionato |
Magari la Procork starà pensando che non ci capisco una mazza di tappi e che quello che sto scrivendo era esattamente il fine ultimo di produzione, per cui abbiate pietà di me :-))
Ah, un consiglio: cambiate il vino che c'è dentro, una vera spremuta di legno...
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