Roberto Anselmi è uno dei grandi produttori del comprensorio viticolo veronese (e non solo) e insieme a Pieropan è stato l'artefice del rilancio qualitativo della zona del Soave. Infatti, stanco della bassa qualità dei prodotti che provenivano dalla sua terra, nel 2000, contestando apertamente i disciplinari di produzione, decide di produrre tutti vini IGT abbandonando del tutto DOC e delle DOCG locali. Una ricerca dell'eccellenza con la massima autonomia che Roberto Anselmi ha perseguito attraverso l'adozione di vigne ad alta densità per ettaro (6000 piante per ettaro), selezione di cloni di garganega meno produttivi e più aromatici, cordone speronato permanente anche per l’allevamento della garganega, riduzione del numero di grappoli per pianta (tre o quattro al massimo), vinificazione curata nei dettagli, macerazione a freddo, fermentazione a bassa temperatura, lungo affinamento.
Una ricerca della massima qualità che ho potuto toccare con mano quando ho bevuto I Capitelli 2006, un vino dolce che mi ha conquistato sin da quando mi è stato versato nel bicchiere grazie alla sua elegante cremosità e al bellissimo colore a metà strada tra il dorato e l'ambra che vedo in certi gioielli. L'impatto olfattivo del vino non è assolutamente banale: emergono subito avvolgenti note eteree di iodio e di smalto dovute alla botrytis che ha attaccato parzialmente l'uva. Successivamente il bouquet aromatico si arricchisce e si amplia ed escono note di frutta candita ed anche frutta secca, fiori gialli, miele di tiglio, spezie dolci e una nota minerale finale dovuta al terreno tufaceo dove sono piantate le vigne aziendali.
In bocca il vino è dolce, morbido, con una bella vena acida che bilancia elegantemente il residuo zuccherino lasciando la bocca pulita. Tornano coerentemente al palato le sensazioni olfattive e il finale è di grande persistenza. Vino di grande struttura che se la potrebbe battere tranquillamente con i migliori botrizzati del mondo. Grande l'abbinamento con i formaggi erborinati ed il fois gras.
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