Sergio Mottura e il suo Latour a Civitella 2005: emozioni da Grechetto

Sergio Mottura è indiscutibilmente il re del Grechetto o, come lo definisce la Guida del Gambero Rosso 2008, “il più grande interprete del Grechetto al mondo”. Simbolo della vitivinicoltura di qualità del Lazio, la tenuta Mottura, appartenente alla famiglia dal 1933, si estende su 130 ettari in un territorio ricco di risorse naturali, delimitata ad ovest dalle colline e dai calanchi argillosi di Civitella d'Agliano e ad est dalla pianura umbra bagnata dal Tevere.
La trasformazione e la modernizzazione dell'azienda iniziò negli anni '60: dalla conduzione a mezzadria si passò a quella diretta; si intensificò la ricerca per un utilizzo ottimale dei terreni coltivabili dove la vite ha ritrovato il proprio habitat.

E' proprio in questo periodo che Sergio Mottura inizia la sua "storia d'amore" con il Grechetto.

In tale ambito, nella scelta delle varietà da impiantare, quelle indigene, presenti nella zona da tempi immemorabili, sono state privilegiate selezionando costantemente, anche attraverso l'aiuto di ex mezzadri e vivaisti del posto, i cloni dalle caratteristiche più adatte alla vinificazione.

Accompagnato da numerosi requisiti, tra i quali la maturazione precoce e il grappolo spargolo che lo rende resistente alle malattie della vite, il Grechetto ha il suo tallone d’achille nella forte vena tannica dei vini ai quali dà origine. Un aspetto che, grazie ad un attento lavoro nei vigneti (coltivati secondo le normative dell'Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica, caratterizzati da densità di 5.000 ceppi per ettaro e bassissime rese), e in cantina, Mottura è riuscito a valorizzare ottenendo dei vini davvero interessanti come ad esempio il Poggio alla Costa, 100% grechetto dall'omonimo vigneto che, a detta del produttore, genera un vino con un inconfondibile intenso aroma che non si riscontrava nei vini prodotti dagli altri grechetti.

Il vino più rappresentativo dell'azienda è sicuramente il Latour a Civitella, grechetto in purezza proveniente dai cinque migliori vigneti aziendali e affinato in barrique, il cui nome è un omaggio a Louis-Fabrice Latour, autorevole commerciante di vini della Borgogna ed appartenente ad una delle più famose Maison produttrici di botti, dal quale è stato acquistato il primo set di cinque “fûts”, unitamente ad un invidiabile bagaglio di esperienza sull’uso del legno per la maturazione dei vini.

Il Latour a Civitella 2005, di un bel giallo dorato, si presenta al naso con le classiche note fruttate di pera, susina, melone bianco e agrumi avvolte in un manto di nocciola e burro fuso creato dal sapiente uso della barrique. Al palato il vino ha buona corrispondeza e si rivela in tutte le caratteristiche che lo hanno reso famoso: corpo, equilibrio, freschezza e persistenza aromatica.

Da abbinare a tutti i piatti sapidi e con gusti decisi, perfetto con zuppa di cipolle, minestra di farro e ceci, baccalà alla livornese, oca al forno alla contadina, pappardelle al cinghiale.


Un consiglio? Tenetelo in cantina per qualche anno perchè questo grechetto è uno dei pochi vini in Italia a giovarsi di un lungo invecchiamento.

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