Austero. Duro. Scontroso. Affascinante. Elegante. Sottile. Cervellotico. Mai urlato. Sinuoso e puttana quando vuole.
Parole, sensazioni che mi ruotavano in testa appena mi solo alzato dalla sedia per tornarmene a casa ancora carico di emozione per una verticale che difficilmente dimenticherò per il livello elevatissimo dei vari vini degustati che, tranne il tappo per il millesimo '83, hanno sfoggiato un carattere ed una qualità ai massimi livelli. Arduo, per chi ama i punteggi, trovare qualcosa al di sotto dei novanta punti.
Altro pensiero che mi è venuto in mente durante la degustazione: nella annate fresche l'Osso San Grato, a mio parere, dà il meglio di sé coronandosi di un guscio granitico e di un basso profilo che rimandano alle prime parole di questo post. L'eleganza che ne scaturisce è unica ed inimitabile anche se, non so se è un limite, per percepirla devi entrare in sintonia col vino, amare le durezze, amare il nebbiolo nella sua espressione più gloriosa e sopraffina.
La verticale completa |
Nelle annate più calde, invece, il nebbiolo di casa Antoniolo diventa più accessibile, estroverso, ammiccante e popolare a causa di una immediatezza e di una espressività che rendono anche le vecchie annate, vedi 1997, ottime amanti per una notte spregiudicata.
Non ci resta che entrare nel dettaglio.
Osso San Grato 1982 Antoniolo: questo millesimo, dopo la grande prova del Barolo di Borgogno degustato poco tempo fa, si conferma davvero grande anche in zona Gattinara. Il vino al naso si presenta di austera nobiltà, sa di cenere, ghisa, terra, cenni di vegetale e lieve salmastro. Bocca nebbiolesca di grande equilibrio, trama tannica fitta e vellutata, ancora fresco. Gli manca forse il guizzo del fuoriclasse ma è un nebbiolo chi si fa ricordare e che ricorderanno anche i miei nipoti.
Osso San Grato 1983 Antoniolo: tappo. Sgrunt!
Osso San Grato 1989 Antoniolo: a due facce. Prima molto femminile, aperto e critallino con cenni di fiori rossi da diario, frutta disidratata, toni iodati. Poi, col tempo, si apre e diventa più maschile vestendosi di aromi di cenere, humus, grafite. Bocca di grandissimo equilibrio, snella, dritta e affilata. Ottimo!
Osso San Grato 1990 Antoniolo: forse un leggero sentore di tappo inficia l'olfattiva che si compone di caratteri cuoiosi e tabaccosi. Si sente sempre una nota fumè di fondo. In bocca invece è grintoso con un tannino che inizia a farsi grintoso. Bella struttura. Finale che sa di bosco e radici.
Osso San Grato 1996 Antoniolo: di nuovo un vino di fine femminilità con un quadro olfattivo giocato su note di geranio, vi ola, rosa, fruttini rossi, a cui seguono i soliti tocchi empireumatici e minerali. Bocca intensa, dinamica, caffettosa e con un tocco di mallo di noce che accompagna la beva nella sua bella persistenza.
Osso San Grato 1997 Antoniolo: olfattiva dove domina la prugna, la ciliegia scura, la grafite, il cuoio. In bocca è ampio, complesso, rispetto all'annata precedente è più prepotente, di impatto, forse manca la sfericità e il senso etereo delle migliori annate ma, ad oggi, è al suo massimo ed è da bere senza esitazioni.
Osso San Grato 1998 Antoniolo: austero fin dal naso che percepisce aromi di radice, fiori amari, ferro, sangue, note fumè. In bocca è roccioso, vibrante, fresco, e si caratterizza per un grande allungo finale. Piaciuto molto.
Osso San Grato 1999 Antoniolo: un nebbiolo che sembra uscire da "The Mentalist" per quanto può essere cervellotico ed understatement. Eppure l'ho amato al primo sorso perchè, a mio giudizio, rappresenta tutto ciò che deve essere un nebbiolo di una grande annata. Ha una limpidezza, una regalità, una temperanza che è un inno al grande Gattinara di Piemonte. In bocca è di perfetto equilibrio con un tannino che definirei bordolese. Finale lungo e gessoso. Il mio vino preferito.
Osso San Grato 2001 Antoniolo: un grandissimo vino mignotta, ha tutto per farti dire che l'Osso San Grato di questo millesimo sia il migliore di sempre. Complessità, intensità, armonia. Poteva esser il numero uno della serata ma mi ha portato a letto troppo presto.
Osso San Grato 2004 Antoniolo: un inno alla durezza e all'introversione. Al naso e in bocca tornano le note da camino accompagnate da cenni ferrosi e di cuoio. Speri che prima o poi si aprirà ma per questo ci rivedremo tra una decina di anni.
Osso San Grato 2005 Antoniolo: l'unico che, forse, non ha raggiunto la piena sufficienza. Complice l'annata non felice, questo Gattinara soffre il confronto con gli altri vini della batteria per via di una struttura un pò scarna e da un sorso poco appagante. Lo vorrei risentire in un altro contesto.
Osso San Grato 2006 Antoniolo: le nuove annate di Osso San Grato, nonostante la giovane età, si mantengono sempre di grande equilibrio ed eleganza, Prova ne è questa 2006 che si conferma fresca di viola, rosa e frutta croccante a cui si aggiungono intarsi minerali di grande eleganza. In bocca è un bimbo col guanto di velluto che scorre e non va più via. Grande prospettiva.
Osso San Grato 2007 Antoniolo: somiglia moltissimo, in giovane, alla 2001 visto che in fatto di florealità e suadenza non è secondo a nessuno. Se acquisterà complessità aristocratica, il futuro sarà suo!