Quando ho letto questa lettera mi si è stretto il cuore
Quest’anno eravamo felici. Le vigne erano inusitatamente rigogliose, avanti nella vegetazione, splendide.
Era in corso la fioritura, che lasciava sperare in un annata non solo buona, ma anche generosa nelle quantità.
Ieri sera il cielo si è abbuiato all’improvviso e, tra le 17 e le 18, si è scatenato l’Armageddon, prendendo in pieno una fascia di territorio su una direttrice sud/nord lunga più o meno 5 km e larga 1, che andava circa da San Giusto in Salcio ai lembi meridionali di Fontodi, seguendo la Valle della alta Pesa.
Al centro di questa fascia c’eravamo, tra gli altri, noi, Paolo Cianferoni di Caparsino, Montemaggio ed altri amici piccoli produttori.
Non so cosa sia successo nello specifico di ogni azienda. Posso solo dire che a Val delle Corti sono piovuti 120 mm. (= 12 cm.) di acqua e grandine in soli 55 minuti, con una violenza ed una intensità note fino ad ora solamente nelle zone monsoniche subtropicali.
A guardare le vigne fa male allo stomaco. Avete presente la faccia di Rocky alla fine dell’incontro con Apollo. Ecco, questo è lo spettacolo – e la sensazione.
I capi, ancora teneri, sono bastonati dappertutto ed oggi già pieni di macchie brune, le contusioni. Molte cime sono spezzate, le foglie sufficientemente tritate. I grappolini, dove per caso non erano un poco protetti all’interno del fogliame, strinati. Come se fossero stati presi tra le mani e sfregati vigorosamente. In certe parti è forse rimasto un terzo dei piccoli acini ancora attaccato. Diciamo che in certe parti il danno si aggira sul 70% ? E l’anno prossimo ? I capi sono in parte compromessi. Ce la faremo a sfangarla in modo dignitoso nonostante tutto ?
Si vedrà cosa accadrà nei prossimi giorni. Le temperature, l’umidità, che verso prende la stagione. Dovremo aspettare di vedere come reagiranno le piante a questa bastonata. Cercheremo di aiutarle come si può.
Io passo per un pessimista, ma credo che a questo giro il danno sia veramente grave.
Ci vediamo con piacere a Radda. Ma, siate buoni, non ci chiedete come va…
Roberto Bianchi è una bella persona, lo capisci pochi secondi dopo che lo conosci, e durante la mia visita a Radda in Chianti sono andato a trovarlo per portargli la mia solidarietà e, perché no, per capire come era il mondo a Val delle Corti.
Roberto Bianchi è una bella persona, lo capisci pochi secondi dopo che lo conosci, e durante la mia visita a Radda in Chianti sono andato a trovarlo per portargli la mia solidarietà e, perché no, per capire come era il mondo a Val delle Corti.
Per prima cosa visitiamo il vigneto, vogliamo capire, vedere, toccare con mano quanto la Natura, se ci si mette, può essere devastante con se stessa e con l'uomo. Le foto dicono tutto.
Passato l'attimo di scoramento ci incamminiamo lungo il vigneto coltivato secondo metodi biologici/biodinamici dove l'alberese sembra confondersi con la terra fertile di queste parti.
La cosa bella di questa micromondo sapete qual'è? La presenza di tante farfalle in giro per il vigneto, una cosa che, a detta di Roberto, fa il paio con le centinaia di lucciole che ogni notte accendono il sangiovese di Val delle Corti.
Risalendo il crinale arriviamo nella piccola cantina artigianale formata da una decina di vecchie barrique e qualche tino d'acciaio.
"E' tutto qua" - mi dice con un sorriso - "ti aspettavi qualcosa di più grandioso?".
No, caro Roberto, chi crea vino come il tuo, mai falso e spregiudicato, non ha bisogno di grandi architetture e di lustrini e cottillons, bastano un bicchiere e poche gocce di sangiovese per capire con quanta passione e dedizione lavori.
Ci fa degustare quello che sarà il Chianti Classico 2008, da botte, figlio di un millesimo dove non si farà Riserva perchè le uve non erano all'altezza. Il vino è delizioso, nel calice abbiamo un sangiovese dal frutto carnoso che intriga per una bella trama minerale. Ad oggi non è così profondo però va giù che è una meraviglia visto che la freschezza non gli manca.
Roberto toglie il tappo ad un'altra barrique. "Assaggia questo!" - mi dice con aria fiera - "è la sarà la Riserva 2009, è già una meraviglia".
Aveva ragione, oh se aveva ragione, perchè questo sangiovese, che non uscirà prima di due anni, è gia oggi un Chianti Classico di grande rispetto che, nonostante sia ancora in affinamento, potrebbe dare i punti a molti prodotti in commercio.
La Riserva 2009, a parer mio, ha come marchi di fabbrica l'assoluta finezza, l'eleganza, l'equilibrio. E' un vino soave che Roberto si coccola come un bambino che crescendo, e questo lo sa perfettamente, gli darà tante soddisfazioni.
Ecco, l'ho scritto e lo ripeto ancora una volta: Val delle Corti è una delle massime punte qualitative del Chianti Classico e noi (presunti) comunicatori del vino lo dobbiamo gridare e scrivere a caratteri cubitali.