Ancora una volta una interessante verticale, stavolta vi (ri)porto a Bolgheri, a Le Macchiole, per parlarvi di come il Paleo, il vino più amato da Cinzia Merli Campolmi, sia cambiato nel tempo snaturando quello che una volta era un “semplice” blend di Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc.
In occasione del Roma Vino Excellence & Merano Wine Festival e alla presenza non solo di Cinzia ma anche dell’enologo Luca D’Attoma, abbiamo valutato il vino, anno dopo anno, partendo dal 2000, tralasciando in questo excursus solo il millesimo 2002 per il solo fatto che in azienda ne avevano poche scorte residue.
In occasione del Roma Vino Excellence & Merano Wine Festival e alla presenza non solo di Cinzia ma anche dell’enologo Luca D’Attoma, abbiamo valutato il vino, anno dopo anno, partendo dal 2000, tralasciando in questo excursus solo il millesimo 2002 per il solo fatto che in azienda ne avevano poche scorte residue.
Paleo 2000 (CS 70% - CF 30%): eccellenti condizioni climatiche in primavera. Invasatura anticipata di circa 10 giorni. Estate inizialmente regolare, poi torrida da metà agosto a metà settembre. Maturazioni anticipate che hanno portato ad anticipi di vendemmia anche di dieci giorni di media. Il Paleo, in tale annata, è estremamente sapido, marino, il profilo olfattivo è rappresentato da erbe aromatiche, frutta nera, note minerali e vegetali che, come ha affermato D’Attoma, col tempo si sono stemperate.
Bocca compatta, lievemente salmastra, manca un po’ la spinta acida che non riesce ad equilibrare la verve alcolica. Le note minerali prolungano a sufficienza la persistenza.
Bocca compatta, lievemente salmastra, manca un po’ la spinta acida che non riesce ad equilibrare la verve alcolica. Le note minerali prolungano a sufficienza la persistenza.
Paleo 2001 (CF 100%): il passaggio totale al Cabernet Franc non poteva avvenire in una stagione migliore, un inverno mite, una primavera fresca ed un’estate non troppo calda hanno permesso alle uve di raggiungere una maturazione ottimale. Naso ricco di frutta nera di bosco, spezie ed erbe officinali che lo rendono estremamente deciso e dai profumi intensi. Al gusto ampiezza, complessità ed equilibrio si fondono come strumenti in una grande orchestra. Lunga la chiusura finale.
Paleo 2003 (CF 100%): autunno ed inverno molto piovosi e rigidi, primavera ed estate calde e siccitose hanno generato, come sappiamo, anticipi di maturazione e problemi i maturità fenolica delle uve. Il vino, nonostante tutto, riesce a mantenere una certa personalità e una discreta profondità olfattiva giocando su opulenti note di frutta rossa, cacao e caffè. Non avrà certo lo spessore e la lunghezza del 2001 però rappresenta sempre una ottimo risultato in una zona non proprio fresca come la costa bolgherese.
Paleo 2004 (CF 100%): non c’è nulla da fare, la 2004 a Bolgheri è stata una grandissima annata, l’andamento climatico è stato il più regolare degli ultimi venti anni e così come accaduto per il Sassicaia, anche per il Paleo siamo di fronte al miglior vino della giornata. Naso ampio e ricco di sensazioni balsamiche, minerali, c’è un cesto enorme di frutta rossa dentro il bicchiere, poi esce tutto il mediterraneo di Bolgheri e qualche effluvio di spezie nere. Al palato è ineccepibile, avvolgente, pieno, sapido, equilibrato, è un vino che possiamo aprire con sommo gaudio ora come nei prossimi dieci anni.
Paleo 2005 (CF 100%): questa annata è stata caratterizzata da un inverno abbastanza rigido, una primavera mite e un’estate con temperature fresche soprattutto in Agosto dove, a metà mese, si sono avute piogge copiose. Questa freschezza climatica la possiamo risentire anche nel vino che è meno potente dei precedenti ma sicuramente più fine, elegante, si apre con sensazioni di mora, cassis, tabacco da pipa, spezie nere e delicati effluvi vegetali. In bocca non manca certo di materia e di equilibrio, il tannino spinge meno rispetto al 2004 e questo regala una fluidità di beva non indifferente. Persistenza finale di buona qualità.
Paleo 2006 (CF 100%): andamento stagionale molto regolare, le temperature non sono state mai né troppo fredde né troppo calde, consentendo la conservazione delle risorse idriche necessarie e uno sviluppo ottimale del potenziale aromatico e produttivo. Naso ben rifinito, cristallino nelle sensazioni di frutta nera (non rossa come il precedente), rosmarino, yogurt al mirtillo, polvere di cacao. Al palato c’è molta concentrazione e meno freschezza rispetto alla 2005, si sente la tanta polpa e forse un’influenza del legno che non si era notata nelle altre annate. Da aspettare nell’evoluzione.
Paleo 2007 (CF 100%): anteprima assoluta per i presenti. Si ritorna verso una maggiore finezza, nonostante il vino sia ancora in fase di affinamento, si intravedono belle potenzialità sia aromatiche che gustative con una bocca già ottimamente equilibrata, senza eccessi né sbavature. Dopo la 2004 forse rappresenta il miglior Paleo in prospettiva. Chi vivrà vedrà!