Venerdì sono stato in Trentino per visitare un’azienda che amo e che, come vedrete, amerò ancora di più dopo averla girata in lungo ed in largo. Sto parlando di Tenuta San Leonardo.
Ospite di Anselmo Guerrieri Gonzaga, con Stefania ed altri due amici, abbiamo potuto scoprire un’oasi dove non solo si beve gran bel vino (e dopo parlerò della nuova etichetta) ma, soprattutto, un luogo dove si ricerca, si coltiva e si valorizza la memoria. Già, perché la tenuta traspira storia da ogni mattone, da ogni suo granello di terra, da ogni vigna.
Il marchese Carlo Guerrieri Gonzaga e, successivamente, Anselmo hanno ricercato e valorizzato il loro passato che, peraltro, è la storia di un territorio e della sua gente: come scrive il sito internet aziendale, le prime testimonianze della Tenuta risalgono al 900 d.C., quando il vescovo di Verona Nokterio concesse in usufrutto al Vescovo di Trento alcune terre da lui possedute in Val Lagarina, boschi, prati e vigneti ubicati nel sito di Sarnis. Furono però, tre secoli dopo, i Frati Crociferi (un ordine assai diffuso in Europa, che rimase a San Leonardo sino al 1656) ad incrementare e a dare uno sviluppo moderno alla coltura della vite nel loro monastero. Nel corso dei secoli
Quello che mi ha sbalordito è l'assenza di boria in tutto questo, c'è solo la consapevolezza di un grandissimo patrimonio che vuole essere condiviso con tutti noi grazie alla costituzione del museo etnografico della civiltà contadina, una organica raccolta di testimonianze ed oggetti della civiltà contadina nell'area della bassa Vallagarina e dei Campi Sarni, un ricco archivio agricolo "dal 1500 al 1960" relativo all'azienda e alla storia della famiglia dei marchesi Guerrieri Gonzaga, proprietari e viticoltori a San Leonardo sin dal XVIII secolo, con un particolare interesse per la figura della marchesa Gemma Guerrieri Gonzaga nata de Gresti di San Leonardo, che nel 1916 svolse un'opera meritoria per favorire il rimpatrio dalla Russia e dalla Siberia di dodicimila prigionieri trentini, triestini e istriani, soldati dell'esercito austro-ungarico, detenuti in oltre cento campi di concentramento in Siberia.
La storia, la bellezza dei vigneti e delle cantine della Tenuta, la grande coesione, l’eleganza e la cordialità delle persone di San Leonardo, la splendida cappella fondata nel 900 d.C., sono tutti ricordi, solide certezze, che mi hanno permesso e mi permetteranno nel tempo di avere una concezione a 360° del loro vino, solo in questo modo potremmo apprezzare e capire appieno cosa si cela dietro bicchiere di San Leonardo o di Terre di San Leonardo…….
C’è un novità infatti: a Merano è stato presentata la nuova etichetta aziendale, un classico taglio bordolese frutto di un attento assemblaggio delle uve della Tenuta. "Terre" ricalca le orme del suo fratellone maggiore nascendo dal medesimo terroir.
Un second vin in stile puramente francese che non vuole avere la stessa eleganza e complessità del San Leonardo ma che, invece, risulta estremamente bevibile e di grande immediatezza. Un vino quotidiano, costando meno di 10 euro, che vorrei avere sempre nella mia tavola, una sorta di anticipo di quel godimento edonistico che è stato il San Leonardo 1996, gentilmente offertomi da Anselmo, e che con i miei amici ci siamo bevuti anzi, sgargarozzati, alla Casa del Vino.
P.S.: mi son scordato di dire una cosa: sia Carlo che Anselmo Guerrieri Gonzaga, oltre al patrimonio culturale del territorio, tengono moltissimo a preservare i loro boschi, le loro piante, i loro fiori, grazie a progetti di salvaguardia mirata di tutto il micromondo San Leonardo.