Il Montiano è un vino del Lazio e ne sono orgoglioso, soprattutto dopo la grandissima degustazione che si è tenuta all’AIS di Roma alla presenza di Riccardo Cotarella. Una verticale di tutte le annate in commercio (compresa la 2007 in anteprima) che ci ha confermato la grandezza di un vino fatto con passione ed orgoglio all’interno di un territorio, Montefiascone, che, a quei tempi, certo non brillava per qualità enologica.
Il Montiano si concretizza nella mente di Riccardo Cotarella nel 1987 durante una tour che l’enologo fece nelle zone di Saint-Émilion e Pomerol, territori particolarmente vocati per il merlot di cui Cotarella si innamora talmente tanto da volerlo piantare a cavallo tra Lazio e Umbria estirpando, non senza problemi con la popolazione, due vitigni classici della zona: Trebbiano e Malvasia. La sfida è iniziata: nel 1993, grazie all’impianto di vecchie marze di merlot provenienti da Château Cheval Blanc, viene prodotta la prima annata di Montiano, mille bottiglia circa, un vino destinato a fare la storia enologica italiana.
Andiamo a scoprire le varie annate presenti in degustazione:
1994: di un colore granato molto brillante, ha un naso senza cedimenti, balsamico, le cui caratteristiche vanno ad alleggerire un quadro generale fatto di sensazione scure, di humus, terra, prugna matura, cardamomo e ferro (ricordo che le viti sono piantate su un terreno prettamente vulcanico). Anche la bocca non cede nulla, perfetta l’amalgama tra componenti dure e morbide. Esaltante il tannino che, ancora in piedi, ci lascia presagire ulteriori evoluzioni del vino. Chiude sapido su sensazioni ferrose.
1995: rispetto al precedente, si notano in questo vino cenni olfattivi di grafite e macchia mediterranea che, col tempo, si arricchisce di una leggera nota di sottobosco, liquirizia e caffè. Sicuramente meno un quadro olfattivo meno scuro del precedente. Al palato il vino è di notevole avvolgenza, soprattutto si nota un tannino e una vena acida di grande carattere, di maggiore qualità rispetto al ’94. Chiusura sapida su toni minerali.
1996: un vino figlio di un’annata scarsa e questo lo riconosce lo stesso Cotarella. Naso ritroso, si percepiscono piccoli sbuffi minerali e tabaccosi. Null’altro. In bocca la fusione di elementi che abbiam trovato nelle precendenti annate non c’è, c’è una netta scissione tra le varie componenti. Esile di corpo ha un finale che non entusiasma per persistenza e profondità.
1997: si cambia nettamente marcia, di fronte abbiamo un vini figlio, stavolta, di una grande annata, sicuramente calda visto che per la prima volta il Montiano supera i 13%. Profilo aromatico intrigante giocato su note di eucalipto, violetta, prugna, sottobosco che, col tempo, vira ad un intenso minerale che sfuma su richiami di cuoio, tabacco e una leggera nota smaltata. In bocca ha lo stesso corpo e la stessa complessità dell’olfatto, tutto è fuso in maniera suprema, polpa, sapidità e freschezza sono equalmente distribuite. Finale grandioso che non cede nulla al tempo e che incanta con una chiusura fruttata e minerale. Da berne a secchiate!
1998: sembra una via di mezzo tra la ’96 e la ’97. Mineralità e un frutta nera caratterizzano il naso, poi sensazioni speziate di rabarbaro, cardamomo, humus, ferro. Non si percepisce la nota mentolata che caratterizzata alcuni millesimi precedenti. E’ un vino che ha un colore aromatico marrone. Bocca più severa del ’97, alla gustativa il vino rispetta pienamente il naso, è un Montiano maschio anche se forse cede qualcosa in sapidità e persistenza finale. Ancora da decifrare totalmente.
1999: naso molto espressivo e tenebroso che riporta a note di ciliegia matura, prugna appassita, tabacco scuro, grafite, tocco di goudron e lieve balsamicità. Il sorso conferma che siamo di fronte ad un vino più evoluto rispetto agli altri millesimi, torna il tabacco, il catrame, tutto è fermo sulla nota scura. Poco dinamico, cede qualcosa anche in freschezza e sapidità. Non penso abbia davanti molti anni.
Andiamo a scoprire le varie annate presenti in degustazione:
1994: di un colore granato molto brillante, ha un naso senza cedimenti, balsamico, le cui caratteristiche vanno ad alleggerire un quadro generale fatto di sensazione scure, di humus, terra, prugna matura, cardamomo e ferro (ricordo che le viti sono piantate su un terreno prettamente vulcanico). Anche la bocca non cede nulla, perfetta l’amalgama tra componenti dure e morbide. Esaltante il tannino che, ancora in piedi, ci lascia presagire ulteriori evoluzioni del vino. Chiude sapido su sensazioni ferrose.
1995: rispetto al precedente, si notano in questo vino cenni olfattivi di grafite e macchia mediterranea che, col tempo, si arricchisce di una leggera nota di sottobosco, liquirizia e caffè. Sicuramente meno un quadro olfattivo meno scuro del precedente. Al palato il vino è di notevole avvolgenza, soprattutto si nota un tannino e una vena acida di grande carattere, di maggiore qualità rispetto al ’94. Chiusura sapida su toni minerali.
1996: un vino figlio di un’annata scarsa e questo lo riconosce lo stesso Cotarella. Naso ritroso, si percepiscono piccoli sbuffi minerali e tabaccosi. Null’altro. In bocca la fusione di elementi che abbiam trovato nelle precendenti annate non c’è, c’è una netta scissione tra le varie componenti. Esile di corpo ha un finale che non entusiasma per persistenza e profondità.
1997: si cambia nettamente marcia, di fronte abbiamo un vini figlio, stavolta, di una grande annata, sicuramente calda visto che per la prima volta il Montiano supera i 13%. Profilo aromatico intrigante giocato su note di eucalipto, violetta, prugna, sottobosco che, col tempo, vira ad un intenso minerale che sfuma su richiami di cuoio, tabacco e una leggera nota smaltata. In bocca ha lo stesso corpo e la stessa complessità dell’olfatto, tutto è fuso in maniera suprema, polpa, sapidità e freschezza sono equalmente distribuite. Finale grandioso che non cede nulla al tempo e che incanta con una chiusura fruttata e minerale. Da berne a secchiate!
1998: sembra una via di mezzo tra la ’96 e la ’97. Mineralità e un frutta nera caratterizzano il naso, poi sensazioni speziate di rabarbaro, cardamomo, humus, ferro. Non si percepisce la nota mentolata che caratterizzata alcuni millesimi precedenti. E’ un vino che ha un colore aromatico marrone. Bocca più severa del ’97, alla gustativa il vino rispetta pienamente il naso, è un Montiano maschio anche se forse cede qualcosa in sapidità e persistenza finale. Ancora da decifrare totalmente.
1999: naso molto espressivo e tenebroso che riporta a note di ciliegia matura, prugna appassita, tabacco scuro, grafite, tocco di goudron e lieve balsamicità. Il sorso conferma che siamo di fronte ad un vino più evoluto rispetto agli altri millesimi, torna il tabacco, il catrame, tutto è fermo sulla nota scura. Poco dinamico, cede qualcosa anche in freschezza e sapidità. Non penso abbia davanti molti anni.
Per gli anni 2000 dovrete attendere mercoledì....
2 commenti:
Attendo con impazienza!
L'eccellente 2006 è stato bissato nel 2007?
Andrea, Il beonefotografo
In anteprima ti dico che il 2007 non è all'altezza del 2006 anche se rimane un bel vino..
Posta un commento