Nel mio viaggio di approfondimento dell'areale del Montecucco, bellissimo territorio situato in Toscana, nell'Alta Maremma, a due passi dal Monte Amiata e dalla sua influenza, mi sono imbattuto in un sangiovese di una realtà poca nota all'interno della comunicazione enologica italiana: Parmoleto.
Andando a cercare un po' di informazioni ho scoperto che l'azienda agricola, gestita dalla famiglia Sodi da oltre un secolo, produce principalmente cereali, coltivando circa 75 ettari di grano duro, orzo e avena, e solo dal 1990 ha deciso di avventurarsi nella produzione di vino ed olio. Dal 2002 la famiglia ha ulteriormente arricchito l’azienda con l’attività di Agriturismo ed è in grado di ospitare la propria clientela in una casa colonica a pochi passi dal centro aziendale.
All'interno dei sette ettari vitati, gestiti tutti in maniera sostenibile, sono coltivati sangiovese, il vitigno più importante, poi montepulciano, cabernet sauvignon, syrah, trebbiano toscano, malvasia bianca e chardonnay (spero che almeno queste info sia aggiornate sul loro sito..)
Tornando al vino in questione, questo sangiovese in purezza, il top della gamma di Parmoleto, è una Riserva estremamente intensa e profonda a partire dal naso che sprigiona suadenti aromi di mora di gelso, amarena, mirto, cassis, violetta e toni di legni pregiati.
In bocca è compatto, strutturato, sorretto da vigorosa verve acida e da tannini raffinati. Lunga la scia sapida del vino che chiude con un leggera sensazione amaricante sintomo che il legno dove ha affinato il vino non è ancora stato completamente digerito. E forse non lo sarà mai, chissà.Nota tecnica: il vino è vinificato in acciaio e riposa due anni in barrique di rovere prima di essere messo in commercio.
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