di Lorenzo Colombo
Venegazzù è una frazione del comune di Volpago del Montello dal quale dista poco meno di un paio di chilometri. E’ inoltre una sottozona ed una tipologia di vino della Doc Montello-Colli Asolani (che sarà in futuro ridenominata Montello Asolo - Asolo Montello) che, rispetto alla suddetta denominazione s’avvale di un disciplinare nel disciplinare".
Nel caso del Venegazzù, che può avvalersi anche della menzione Superiore, il vino può essere unicamente rosso ed il vitigno principale è il Cabernet Sauvignon che dev’essere presente per almeno il 50%, con un massimo del 70%. Gli altri vitigni utilizzati sono: Cabernet Franc, Carmenère e Merlot per un minimo del 30% ed un massimo del 50%, questo sia singolarmente che congiuntamente, è inoltre permesso utilizzare sino al 15% di altri vitigni a bacca rossa. In pratica siamo di fronte ad un tipico “taglio bordolese”. Inoltre c’è una maggior rigidità rispetto al disciplinare del Montello-Colli Asolani, questo vale sia per quanto riguarda il numero minimo di ceppi per ettaro, come pure per la resa massima per ettaro e per la gradazione alcolica minima, inoltre, per la chiusura delle bottiglie è permesso unicamente il tappo in sughero.
Ma veniamo all’argomento dell’articolo.
Nella parte dedicata ai vini veneti, nello specifico a quelli della provincia di Treviso, oltre ai Prosecco vengono menzionati solamente due altri vini con queste parole: “In questa zona è stato prodotto per decenni uno dei più fini vini d’Italia, il Venegazzù, del Conte Piero Loredan, fatto con Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, Malbec e Petit Verdot che viene invecchiato per tre anni in fusti”.
Un’altra citazione dei vini di Venegazzù la troviamo nella Guida ai Vini d’Italia, edita nel 1980 da Mondadori a cura di Lamberto Paronetto, il vino si trova nella categoria Vini da tavola con Indicazione Geografica così descritto: Venegazzù Rosso - Cabernet sauvignon, Cabernet Franc, Malbec e Merlot.
L’azienda e il vino
L’azienda Loredan Gasparini dal 1973 è di proprietà di Giancarlo Palla. Il vino più famoso che vi si produce è il “Capo di Stato” Doc Montello-Colli Asolani Venegazzù Superiore. Il singolare nome parrebbe derivare dal fatto che il vino sia stato molto apprezzato da De Gaulle –credendolo un vino di Bordeaux- che lo aveva assaggiato all’Hotel Gritti, a Venezia. L’allora produttore, Piero Loredan, fece quindi appositamente realizzare due etichette dal pittore Tono Zancarano riportanti le frasi “des roses pour madame” e “…et pour Monsieur la Bombe” ed inviò le due bottiglie a De Gaulle e signora. Così nacque il Capo di Stato.Ora però stiamo parlando di un altro vino, meno famoso del Capo di Stato, ma non per questo meno interessante, si tratta del “Della Casa”. Solitamente s’intende per Vino della Casa quel vino che viene solitamente proposto sfuso in alcune trattorie, dalla qualità a volte improbabile e del quale ben poco si sa.
La sua attuale composizione prevede 70% Cabernet Sauvignon, 15% Merlot, 10% Cabernet Franc e 5% Malbec, la fermentazione si svolge in vasche d’acciaio e l’affinamento in botti di grandi dimensioni per 36 mesi ai quali ne seguono ulteriori 10 di sosta in bottiglia.
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