E’ stato amore al primo canederlo. Anche perché contornato da un ragù
di agnello da leccarsi i baffi. Non credendo al mio palato ho cercato la conferma in una finissima e
saporita crema di asparagi e ancora incredulo e sicuramente non sazio ho
rilanciato gustandomi un brasato di manzo morbido e succoso con una polenta
veramente eccellente. Naturalmente non mi sono perso l’insalata di cavolo
cappuccio con speck, perfetta nel dosaggio tra senape e olio extravergine.
Foto: www.suedtirol.info |
Il bello è che tutto questo l’ho gustato senza avere la minima idea di
chi l’avesse preparato!
Ma andiamo con calma: ero a Penon, un piccolo borgo sopra a Cortaccia,
per Sauvignon Experience, la manifestazione altoatesina che oltre ad
organizzare il primo Concorso nazionale per il Sauvignon, prevedeva anche altre
incontri incentrati su questo vitigno.
Avevamo terminato la sessione mattutina di degustazione per il
concorso e ci viene annunciato che dalle 12 (orario altoatesino) il catering
servirà il pranzo. Avendo terminato un po’ prima sono uscito in tempo per veder
arrivare “il catering”, cioè una macchina piuttosto piccola dalla cui bauliera sono
uscite fuori quattro pentole di formato quasi casalingo.
Registro mentalmente la cosa senza dargli troppa importanza e aspetto
le 12. Dalle 12.01 è successo quello che ho scritto all’inizio. Quattro
preparazioni perfette e buonissime in un “catering” non le avevo mangiate da
quando Annibale valicò le Alpi e quindi mi avvicino al tavolo di servizio per chiedere
ad una signora che presumo essere la cuoca dove si trovi il suo ristorante. Lei
mi guarda un po’ stupita e mi dice “Guardi che il cuoco è lui!”
Il lui è un giovanissimo ragazzo biondo che, un po’ imbarazzato, mi
dice che il suo locale si trova in paese.
Gli faccio i complimenti e gli chiedo un biglietto da visita. Lui mi
guarda e confessa di non averne nemmeno uno. Ci viene in aiuto il suo grembiule
azzurro con il nome del locale, che io fotografo e la cosa finisce lì.
In realtà non finisce per niente lì! Nei due giorni seguenti sono
andato ben due volte a mangiare al Torgglhof e così ho avuto modo di testare
con attenzione la cucina del giovanissimo (25 anni!) Alex Kaspareth, che per
ben otto anni si è fatto le ossa in un ristorante a Cortaccia e da poco tempo è
tornato nella Gasthaus di famiglia.
Alex Kaspareth |
Un luogo e un locale come siamo abituati a vedere in Alto Adige: uno
spazio esterno con tavoloni e panche in legno e con un panorama notevole sul
mondo, all’interno tre piccole sale in stile spartano ma efficace e una cucina
forse ancor più piccola.
Qui Alex riesce comunque a gestire un menù che parte dai tipici piatti
altoatesini, non cucinati però con la vena rustica che spesso contraddistingue
questi luoghi ma figli di una mano attenta non solo alle ottime materie prime e
ad una attenta presentazione. Vi faccio un esempio: pranzo per 15 persone e nel
menù troviamo un semplicissimo Filetto di
manzo con burro alle erbe, patate al forno e verdure”. La carne era buonissima ma la cosa più buona
era il sughetto che la carne aveva fatto. Questo vuol dire grande materia prima
e mano sicura e precisa per una perfetta cottura, considerando che tutti e 15 i
commensali sono stati serviti contemporaneamente
Cannellone ripieno |
Mano precisa e voglia di fare qualcosa di nuovo anche nel cannellone ripieno d’asparagi verdi con
pesto di crescione o nei canerderli
al dente di leone su insalata con asparagi e speck croccante. Anche col
pesce, in particolare col filetto di
salmerino su insalata con erbe selvatiche e condimento al sesamo si nota la
voglia di proporsi ad un livello più alto.
Alex, aiutato dalla mamma che gestisce la sala e dal padre che aiuta
in cucina e al bar, affianca un menù stagionale al classico altoatesino,
inserendo anche altri piatti concreti, come quelli citati all’inizio o come l’arrosto di manzo alla cipolla.
Sui dolci, oltre al classico strudel di mele chi era con me (io sono
allergico alle fragole) mi ha garantito che i canederli di ricotta con fragole, rabarbaro e salsa alla vaniglia
erano veramente buoni.
Filetto di manzo |
La carta dei vini è purtroppo ristretta all’Alto Adige ma tutti i vini
in carta (non sono moltissimi) sono proposti anche al calice con ricarichi
veramente bassi.
Chi mi conosce sa che difficilmente mi sbilancio ma per Alex voglio fare un eccezione: se avrà
la forza e la volontà di andare avanti, senza però perdere le radici gastronomiche
altoatesine, credo che tra qualche anno questo ragazzo sarà veramente molto
conosciuto e apprezzato. Nel frattempo, consiglio a Slow Food di prenderlo in
considerazione per la Guida Osterie
d’Italia.
A questo punto la parola tocca a voi: in auto, moto o (se ve la
sentite) bici salite a Penon: un pranzo o una cena alla Gasthaus Torgglhof sarà sicuramente una bella esperienza a
prezzi molto corretti, perché dall’antipasto al dolce spenderete sui 40 euro,
vini esclusi.
Gasthaus Torgglhof
Via Kauderle, 6, Penon,
Bolzano
Telefono: 0471 880021
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