Armin Kobler, che ha cantina in Alto Adige e un passato da tecnico del vino, mi ha domandato che cosa io vada cercando quando mi ostino a bere vecchie bottiglie di Bordeaux. Gli ho risposto che rincorro la traccia di una filosofia e di uno stile e di una viticoltura e di un’enologia che non esistono più, travolti dal modernismo più che dalla modernità. Cerco le origini del vino che si beve, che vuole la tavola, che non ha date di scadenza.
Il dialogo è avvenuto durante una delle mie degustazioni di vini d’antan. Nei calici avevamo dei Bordeaux del 1970.
Mi piace bere quei vini. Mi piace trovarli, come spesso accade, perfettamente integri nel colore e nel frutto varietale.
Mi capita di domandarmi sempre se i vini d’oggi saprebbero fare altrettanto. Credo di avere la risposta, ed no. Troppo forzatamente perfettini, i vini che facciamo adesso. Non ce la faranno, in genere, a tenere nel tempo.
Ne ho aperti nove di Bordeaux del 1970, due invece assolutamente spettacolari, e sono questi i vini per cui vale la pena fare queste degustazioni, tre ahimè non a posto (è il prezzo da pagare), buoni gli altri, da bere con piacere.
A Bordeaux quella del 1970 fu la prima vendemmia buona dopo un paio di anni disastrosi. Giugno e luglio furono caldi e secchi, in agosto ecco un succedersi di giornate torride e di temperature più fresche, e venne anche la pioggia al momento giusto. Ancora un’alternanza di caldo e di freddo in settembre. Si attese per la vendemmia, solo che poi ci si accorse che le uve stavano maturando tutte insieme, così le cantine erano piene e ci furono seri problemi con le vinificazioni. Peccato, poteva essere una vendemmia esaltante. Comunque a me i vini del 1970 piacciono. L’assaggio me l’ha confermato anche stavolta. Vediamo com’è andata.
Margaux 1970 Château Ferriere
Colore mostruoso per quanto è giovanissimo e brillante. Profumi terrosi e anche agrumati. Scorza di cedro. Frutto rosso maturo. Poi sale e freschezza. Succoso. Gran bel vino. 92
Saint-Émilion Grand Cru Classé 1970 Château Cadet-Piola
Nero, denso nel colore, impenetrabile. Però ossidativo, ferroso al naso. Alla distanza ha proprio ceduto. Niente da fare.
Graves 1970 Château La Louviere
Una tonalità stupenda, cristallina. Un vino floreale e giovanile. E che freschezza al palato! Non gli daresti che una manciata d’anni, altro che quarantacinque. Apparentemente esile, in realtà elegantissimo. 94
Montaigne Saint-Émilion 1970 Château St. Jacques Calon
Ancora un rubino brillante, incredibilmente integro. L’appellation è di quelle minori, ma il vino si fa piacere per quella sua rustica tannicità che accompagna il frutto. 86
Montaigne Saint-Émilion 1970 Château Plaisance
Che strani profumi. Tartufo, porcino secco, sottobosco, foglie macerate. Rustico, quasi scorbutico. Non gli difetta certamente il carattere. Succoso e salatissimo. Vorrei averne ancora. 87
Pauillac 1970 Château La Couronne
Tappo, purtroppo.
Margaux 1970 Château Rausan-Segla
Un po’ velato nel colore, nel bicchiere s’è mostrato ritroso. Il frutto è apparso esile, ancorché bello nella sua delicata definizione. Una nota di zenzero aggiunge piccantezza. 84
Saint-Émilion Grand Cru Classé 1970 Château Soutard
Tappo, purtroppo, anche qui.
Saint-Émilion Grand Cru Classé 1970 Château Larcisse-Doucasse
Menta, erbe officinali. Però poi in bocca è apparso piccolino e un po’ piegato dalle vene ossidative di crema pasticcera. Comunque si beve. 78
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