Insomma, come è questo Brunello di
Montalcino 2011?
Iniziamo dal comunicato ufficiale
del 2012 del Consorzio con il quale si attribuiscono all’annata quattro
stelle. Tante, infatti, ne sono state assegnate dalla giuria di esperti e
produttori che hanno annunciato pubblicamente il loro responso sulla qualità
della vendemmia. La decisione di raccogliere le uve 15 giorni prima del previsto
ha bilanciato gli effetti dell’ondata di caldo che questa estate aveva colpito
il territorio toscano, restituendo anche per il 2011 una vendemmi di alto
livello qualitativo. Perciò, stando all’ufficialità, la 2011 è una bella annata
anche se non eccellente come la 2010 a cinque stelle.
A volte, si sa, l’eccesso di
amore verso una denominazione può determinare anche giudizi un po' affrettati perciò, volendo farmi una reale idea sulla 2011, sono
andato preliminarmente a leggere alcuni appunti sparsi di vecchi volponi del giornalismo enoico
italiano.
Tra questi, uno dei miei preferiti, essendo un IGP toscano, è
sicuramente Carlo Macchi che su Wine Surf ha così scritto:”Mi ricordo ancora le
giornate passate nelle vigne di Montalcino ai primi di settembre del 2011.
Nelle migliori delle ipotesi le uve (magari preventivamente sfogliate perché la
stagione era stata fino ad allora fresca) erano in molti casi appassite in
pianta. Durante la vendemmia, molto anticipata, addirittura alcuni produttori
non riuscivano a spingere bene il mosto nelle vasche di fermentazione perché le
pompe non avevano liquido (alias mosto) da spingere ma solo bucce e vinaccioli:
una tragedia!”
E’ chiaro, quindi, che una volta
varcata la fatidica entrata della sala stampa
del Chiostro Museo di Montalcino, la curiosità di testare con mano (meglio dire
papille gustative?) questi sangiovese in purezza era davvero forte visto che,
oltre al Rosso di Montalcino 2014, c’era anche la possibilità di testare
l’attesissimo Brunello di Montalcino Riserva 2010.
Come al solito, non essendo il
sottoscritto un degustatore seriale (dopo 80 campioni di vino la mia bocca arde….), ho scelto di “testare” solo i vignaioli che a me
interessavano di più tralasciando, con molto rammarico, qualche new entry e qualche azienda che in passato non
mi ha fatto mai impazzire.
Tralasciando per ora le considerazioni relative alla Riserva 2010, devo dire che, in linea generale, la 2011
risulta essere un’annata abbastanza pronta da bere con vini, come scrive sempre
il mio amico Macchi, piacevoli, diretti, spesso di buona sapidità, freschezza
e caratterizzati da un tannino abbastanza maturo. Ovviamente, non tutti i
giornalisti presenti sono sulla stessa lunghezza d’onda: qualche “maligno” infatti ha descritto
i Brunello 2011 come dei grandissimi Rossi di Montalcino mentre
altri giornalisti, tra cui Speller, hanno insinuato di un “abuso” di acido
tartarico che sarebbe stato aggiunto in fase di vinificazione per dare una
maggiore spina dorsale ad un prodotto che, visto il caldo, ne sarebbe stato quasi
privo.
Tra gli oltre quaranta campioni
di Brunello di Montalcino 2011 le mie
preferenze sono andate ai seguenti vini:
Tenuta Le Potazzine - Brunello di Montalcino 2011: in attesa della
attesissima Riserva 2011 (attenzione, potrebbe dare dipendenza), Gigliola
Giannetti ha fatto capire a tutti che anche il suo “base” ha una marcia in più
grazie ad un olfatto complesso e vibrante e ad sorso fresco, teso, e di
invidiabile progressione.
Fattoi – Brunello di Montalcino 2011: per complessità, piacevolezza
ed equilibrio lo reputo senza dubbio il vino dal miglior rapporto q/p della
manifestazione. Un’azienda ancora sottovalutata che spero con questa annata
abbia il giusto riconoscimento a livello mediatico.
Le Ragnaie – Brunello di Montalcino 2011 Vecchie Vigne: Riccardo
Campinoti gioca sempre le sue carte creando grandi sangiovese in sottrazione e
dotati di rara eleganza. Notevole il suo Brunello base, superlativa la
selezione Fornace ma questo VV per me ha
sempre qualcosa in più in prospettiva.
Podere San Lorenzo – Brunello di Montalcino 2011: intenso,
dirompente ma al tempo stesso equilbrato, schietto e diretto come tutti i vini
di Luciano Ciolfi.
Il Marroneto - Brunello di Montalcino 2011: ho
preferito la “base” al Madonna delle Grazie per via di una maggiore
piacevolezza di questa sangiovese davvero succoso ed amico della tavola.
Barbi - Brunello di Montalcino 2011 “Vigna del Fiore”: centralità
di aromi fiori rossi, erbe aromatiche e bacche selvatiche. Solida struttura e freschezza
da sangiovese al sorso. Chiude sapido e molto coerente.
Le Macioche - Brunello di Montalcino 2011: nuova linfa in azienda
anche se la mano di Castelli rimane ben ferma da quasi 20 anni. Deciso e dal
tipico olfatto ilcinese dove la ciliegia e la violetta la fanno da padroni.
Dinamico ed appagante al sorso. Promette bene.
Corte dei Venti – Brunello di Montalcino 2011: mi era già piaciuto alla cieca durante una degustazione a cui ho presenziato a Roma (link) per cui non posso che confermare la scelta rispetto a questo sangiovese in purezza di eleganza un po’ d’antan.
Salvioni – Brunello di Montalcino 2011: ad oggi sembra un clone
caratteriale di Giulio Salvioni ovvero è un sangiovese deciso, irriverente ed
esuberante ma, al tempo stesso, profondo e di grande pulizia. Il futuro è dalla
sua parte.
Per sapere tutto sulle Riserve 2010 dovete aspettare la prossima settimana. So che non ci dormirete stanotte.....
Nessun commento:
Posta un commento