La Top 100 2013 di Wine Spectator


Quest'anno ricorre il 25° anniversario della Top 100 di Wine Spectator, la "prestigiosa" ma direi anche "controversa" rivista americana che, come sempre, ha selezionato 100 vini, su un campione di 20.000 vini provenienti da 13 Paesi Stranieri, in base alla qualità (rappresentata dal punteggio ), valore (riflessa dal prezzo di acquisto), disponibilità (in base al numero di casi o fatti o importato negli Stati Uniti) e un "X-Factor" chiamato emozione..
Nel complesso il punteggio medio dei vini in questa edizione è stato pari 93 punti con un prezzo medio di acquisto pari a 51$.

I vini made in USA, come è lecito aspettarsi, dominano la TOP 10 con cinque bottiglie su 10, poi viene la Francia con 3 referenze e l'Italia che al numero 6 ha piazzato un grandissimo Barolo Monprivato 2008 che, secondo me, stacca per qualità tutti gli altri compreso il numero 1, lo spagnolo Rioja Imperial Gran Reserva 2004 di Cuna (Compañía Vinícola del Norte de España) che, come al solito, rappresenta il solito vincitore a sorpresa. Alzi la mano chi ha mai bevuto, ma che dico, visto in qualche scaffale di enoteca italiana questo vino.



La classifica, in dettaglio, è la seguente:

1 - Rioja Imperial Gran Reserva 2004 Cuna (Compañía Vinícola del Norte de España)
2 - St.-Emilion 2010 Château Canon-La Gaffelière
3 - Pinot Noir Willamette Valley Evenstad Reserve 2010 Domaine Serene (Oregon) 
4 - Cabernet Sauvignon Rutherford 2010 Hewitt (Napa Valley) 
5 - Chardonnay Napa Valley 2010 Kongsgaard
6 - Barolo Monprivato 2008 Giuseppe Mascarello e figlio
7 - Domaine du Pégaü Châteauneuf-du-Pape Cuvée Réservée 2010
8 - Château de Beaucastel Châteauneuf-du-Pape 2010
9 - Lewis Cabernet Sauvignon Napa Valley Reserve 2010 
10 - Quilceda Creek Cabernet Sauvignon Columbia Valley 2010 

So già che tra un pò arriverà l'indiano, il grande capo Estiqaatsi, a commentare tutto ciò.....





Ah, se volete consultare la TOP 100 basta cliccare QUA!!

1 commento:

Ale ha detto...

Quando si conosce il conflitto d'interessi che ruota attorno a giornalisti, enologi, produttori, assaggiatori, ogni classifica perde di valore e autorevolezza, diventando un orpello simile ad un oroscopo. O mi sbaglio?