Con Paolo Cantele ci siamo incontrati di persona solo una volta in Puglia a casa di amici comuni. Sicuramente mi sono più famigliari i suoi vini che bevo regolarmente ogni volta che ho voglia di Salento nel bicchiere.
Purtroppo la sua azienda in questi giorni è salita agli onori della cronaca non per l'ennesimo premio vinto ma, purtroppo, per un vile furto. 28.000 bottiglie (44 pallets) di Amativo, Teresa Manara e la gamma Varius.
Un furto su commissione, studiato da ladri professionisti che con quell'atto osceno non solo hanno commesso un grave reato ma, soprattutto, hanno cercato di distruggere i sogni di un uomo e della sua famiglia.
Paolo Cantele - Foto: Pignataro Wine Blog |
Che fine faranno quelle bottiglie? Sicuramente, in questo momento, staranno in qualche lurida cantina oppure al caldo su qualche losco TIR.
Probabilmente qualcuno le avrà prenotate, magari tra un pò faranno bella mostra in qualche enoteca o ristorante senza scrupoli. Pertanto, ragazzi, teniamo alta l'attenzione e se vedete locali dove "miracolosamente" i vini di Cantele diventano popolari......segnalatelo. 28.000 bottiglie potrebbero passare non troppo inosservate.
Probabilmente qualcuno le avrà prenotate, magari tra un pò faranno bella mostra in qualche enoteca o ristorante senza scrupoli. Pertanto, ragazzi, teniamo alta l'attenzione e se vedete locali dove "miracolosamente" i vini di Cantele diventano popolari......segnalatelo. 28.000 bottiglie potrebbero passare non troppo inosservate.
Fortunatamente Paolo Cantele è un uomo forte e il furto ha solo scalfito la sua voglia di andare avanti. Anzi, dalle pagine del suo blog mi pare più che mai determinato nel proseguire il suo lavoro. Più forte di prima.
Bravo Paolo! Da Percorsi di Vino tutta la solidarietà possibile.
Intanto, mi permetto di copiare ed incollare il suo ultimo post. Molto esplicativo.
Al tempo dei nostri genitori veniva rubato il vino sfuso. Capitava. Era una roba da scavezzacollo, da malandrini. Ma anche una bravata che colpiva al cuore la gente che lavorava nelle cantine, e anche tanta gente che non ci lavorava, perché significava privarla del frutto di un lavoro che, in una terra come la nostra, è talmente sotto gli occhi di tutti che è parte imprescindibile non solo del territorio, in senso lato, ma anche del paesaggio.
Oggi, che la gente ama sempre più distinguere fra bottiglie ed etichette, e che la cultura del bere è diventata parte di tutti noi quanto quella del mangiare o del viaggiare, anche i ladri di vino sembrano essersi raffinati nei gusti, evoluti nelle scelte, organizzati nel delinquere. E, quando decidono di forzare le porte di una cantina, come è successo alla nostra qualche notte fa, lo fanno non senza essersi prima dotati di precise nozioni sui vitigni e sulle annate, e di un paio di tir. Sono stati né più né meno che ladri intenditori la banda criminale che, qualche notte fa, in trenta minuti ha portato via dalla nostra cantina di Guagnano qualcosa come 28.000 bottiglie (44 pallets). Scegliendo, soprattutto, con competenza impeccabile l’Amativo, il Teresa Manara, i Varius Merlot e Syrah: la gamma “alta” di Cantele Vini.
Quello che ci è capitato, per giunta in pieno agosto, prova che il furto del vino può essere un business da pianificare, di cui studiare costi e guadagni. Rubare in così grandi quantitativi un prodotto come il vino, che produce emozioni impareggiabili in chi lo beve come in chi lo produce, non può che realizzarsi nel modo freddo, distaccato, ipnoticamente coreografato come abbiamo visto nei filmati delle camere a circuito chiuso.
Una cosa del genere non era mai successa, dalle nostre parti. Non sappiamo se questa novità dei ladri di vino in bottiglia sia semplicemente un’altra di quelle notizie che testimoniano l’imbarbarimento dei tempi che corrono, come la perdita della facoltà di mettere la freccia in automobile o l’abitudine di chiedere scusa quando ci si urta, nella folla. Certo è che, a guardare il volto del nostro magazziniere in questi giorni, sembra proprio che un altro tabù di inciviltà sia stato appena infranto.
Il nostro dolore più grande è che l’Amativo 2009 è finito del tutto (i ladri hanno portato via le ultime 5.000 bottiglie). Non esiste oggi, per enoteche, distributori e ristoranti, un modo legittimo di procurarsi una nuova bottiglia della stessa annata. Chi ne possiede una in casa o in enoteca, sappia che quell’Amativo è ancora più speciale: è un sopravvissuto.
La gioia più grande, d’altra parte, è che i vini Cantele sono ancora qui. Ci chiedete in tanti, allarmati, se i nostri vini ci sono ancora, e vi rispondiamo con un sorriso. E’ stato un duro colpo. Diciamo pure che siamo incazzati non poco. Ma ci vuole ben altro per metterci in difficoltà, perché per fortuna, pur dovendo lasciare ad altri il compito di definirci o no una grande cantina, siamo perlomeno una cantina grande, e produciamo ogni anno un numero di bottiglie decisamente più alto di quello che ci è stato sottratto con lo scasso.
Il furto è capitato al momento giusto. I corrieri, infatti, non avrebbero fatto consegne in questo periodo di agosto. Solo i tir dei ladri intenditori lavorano, in questi giorni. Da lunedì 20 agosto saremo già pronti – commercialmente ed emotivamente – a soddisfare tutte le vostre esigenze, perché è vero che quei ladri hanno rubato 28.000 bottiglie di vino, ma di certo non l’anima e tantomeno la voglia di lavorare con ancora più motivazione, affinchè quel vuoto di casse e di pedane sia colmato il prima possibile. Malgrado il grosso furto infatti, le scorte consentono di continuare a garantire la presenza sul mercato. Gli imbottigliamenti già cominciati permetteranno di reintegrare entro 15 giorni il vino scomparso. Per l’Amativo ci vorrà qualche settimana in più: l’annata 2010 sarà disponibile non prima della fine di settembre.
Non solo l’anima di Cantele Vini è perfettamente intatta, ma quei ladri ci hanno regalato qualcosa che non si può comprare (né, dunque, rubare): la voglia di fare ancora di più e meglio.
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