Gaspare Buscemi e il suo Alture 2004

L’occasione era il compleanno di Stefania e la Mucca Golosa, bellissimo ristorante sul lago di Bracciano, ha fatto da cornice ad una serata fatta di ottimo cibo e grandi vini.
L’occasione era troppo ghiotta, in carta avevano alcune bottiglie di Gaspare Buscemi, l’enologo artigiano, e non mi sono fatto sfuggire l’occasione di capire e valutare finalmente il suo lavoro. 
Gaspare Buscemi
Leggendo qualche nota su Buscemi mi è venuto in mente un personaggio di Ritorno al Futuro, il professor Emmett "Doc" Brown, l’inventore della bizzarra macchina del tempo. Similitudine azzardata certo ma, se si parla di invenzioni in campo enologico, Buscemi non è secondo a nessuno visto che può vantare la paternità di soluzioni tecniche come la pigiadiraspatrice che rispetta le uve, la pressa che rispetta la vinaccia, la “sbottigliatrice” per spumanti fino ad arrivare all'impianto di depurazione per i tappi di sughero. 

Soluzioni uniche che rendono attente e sicure le manualità operative ma che assicurano anche condizioni idonee allo svolgimento dei naturali processi della formazione del vino, presupposti che l’industrializzazione ha necessariamente sacrificato ma che sono fondamentali per l’artigianato. Ecco la parola magica, artigianato, ovvero rispetto della natura e della tradizionale cultura, indiscutibilmente contadina e artigiana, dalle quali derivano, perché solo così possono esserne autentica espressione. 
La cantina
Gaspare Buscemi è un artigiano del vino e produce nettari destinati a dare emozioni non standardizzate. Ordinando l’Alture 2004 ho capito cosa significhi il suo lavoro.
Il vino è espressione delle colline goriziane e udinesi, un mix dei vari pinot (bianco in prevalenza) più friulano e ribolla gialla. Annusando e bevendo il vino ho capito cosa significhi il termine purezza territoriale perché tutto riconduce a quelle colline e al loro terroir. C’è nitidezza minerale, la roccia bianca è come se l’avessi sul mio tavolo, c’è la casta luminosità dei fiori bianchi, c’è la limpidezza della frutta bianca, pera e pesca su tutti.
Questa leggerezza caratteriale la ritrovo anche al sorso, pulito, lineare, di grande vena acida e, soprattutto, di bella persistenza e chiusura su note minerali e di glicine. Bottiglia finita in un attimo ma che faremmo bene a tenerci in cantina per anni.
Se seguirete il mio consiglio sappiate che Buscemi, convinto della capacità del suo vino di reggere gli anni, imprime sulla bottiglia, un po’ per sfida, anche la data di imbottigliamento…

1 commento:

Jacopo Cossater ha detto...

E' bello lasciarsi trasportare dai racconti e dalle parole di Gaspare Buscemi (e dagli occhi di sua moglie).