«Si dice che l'attesa sia lunga, noiosa. Ma è anche, in realtà, breve, poichè inghiotte quantità di tempo senza che vengano vissute le ore che passano e senza utilizzarle.»
Thomas Mann
Ci sono vini che nascono e passano in un istante, semplici e fugaci comparse in bicchieri distratti che nessuno si volterà a cercare.
Ci sono vini che si attendono, impazienti facciamo finta di non guardare il calendario sulla nostra parete, le date significative hanno un cerchietto rosso fatto col pennarello rubato dalla scrivania del nostro produttore di riferimento.
A volte è simpatica la vita del wine blogger, i vignaioli ci considerano grandi esperti, grandi palati, altrimenti nessuno ci farebbe degustare in anteprima le loro creature ancora in affinamento. E’ un grande privilegio assaporare il vino che ancora smania in botte o in acciaio, è come un neonato i cui gesti devono essere attentamente valutati per capire in prospettiva che uomo sarà. Difficile, a volte, confessare al genitore che, secondo la propria opinione, quel bambino non diventerà mai Einstein. Bellissimo, invece, essere il padrino enologico di un presente e futuro capolavoro.
Tra qualche mese l’attesa finisce, strapperò il calendario, quei vini che mi avevano emozionato degustandoli “en primeur”, in cui spero e ho sperato, vedranno la luce del mercato, potranno essere apprezzati da tutti.
Basta preamboli, tiro fuori i nomi.
A volte è simpatica la vita del wine blogger, i vignaioli ci considerano grandi esperti, grandi palati, altrimenti nessuno ci farebbe degustare in anteprima le loro creature ancora in affinamento. E’ un grande privilegio assaporare il vino che ancora smania in botte o in acciaio, è come un neonato i cui gesti devono essere attentamente valutati per capire in prospettiva che uomo sarà. Difficile, a volte, confessare al genitore che, secondo la propria opinione, quel bambino non diventerà mai Einstein. Bellissimo, invece, essere il padrino enologico di un presente e futuro capolavoro.
Tra qualche mese l’attesa finisce, strapperò il calendario, quei vini che mi avevano emozionato degustandoli “en primeur”, in cui spero e ho sperato, vedranno la luce del mercato, potranno essere apprezzati da tutti.
Basta preamboli, tiro fuori i nomi.
Coletti Conti – Hernicus 2009: sarebbe facile, facilissimo, parlare del Romanico 2008 che anche quest’anno ha tutte le carte in regola per diventare uno dei migliori rossi d’Italia. Nel 2009, però, questo grande cesanese non verrà prodotto, Antonello non lo ritiene all’altezza, per cui tutte le uve verranno convogliate per la produzione del suo “fratellino minore”, l’Hernicus, che rappresenterò all’uscita uno dei migliori vini col rapporto q/p in circolazione (stiamo sotto i 10 euro). Parliamo di un vino stupendo che che profuma Mediterraneo e di Oriente. Dovrebbe essere il vino quotidiano di tutti.
Monteraponi - Chianti Classico Riserva Baron Ugo 2006: Michele Braganti nella sua cantina probabilmente ha il Chianti Classico che chiude il cerchio, sicuramente il mio punto di riferimento tra i sangiovese di Radda in Chianti. Vino spettacolare, da vecchie vigne poste in altura, se lo versate nel bicchiere dopo un minuto la vostra stanza odorerà di fiori rossi, arancia amara e spezie. Raddese nell’anima con la sua vibrante acidità, è un Chianti che non smetteresti mai di bere. Commovente.
Podere San Lorenzo – Brunello di Montalcino 2006: insieme a “Le Ragnaie” (di cui parlerò approfonditamente a Settembre), San Lorenzo è una delle mie piccole aziende di riferimento del territorio ilcinese. Dagli assaggi in botte ho potuto notare che 2006, 2007 e 2008 sono tre buone/ottime annate a Montalcino. Luciano Ciolfi, da bravo interprete del sangiovese, ne ha approfittato sfoderando un Brunello annata davvero emozionante anche se il vero pezzo forte uscirà nel 2012 con una Riserva 2006 che, e qui mi sbilancio, rappresenterà un punto di riferimento per molti. L’attesa sta per finire.
Cascina I Carpini - Bruma d'Autunno 2007 Riserva Speciale "2012 La fine del Mondo": figlio di una selezione di grappoli provenienti dalla vendemmia di sole vigne vecchie, già dal nome si capisce che questo è un vino speciale. Dopo averlo sentito in vasca lo scorso anno, ho capito che questa era il mio barbera. Paolo Ghislandi ha fornito a questo vitigno complessità e profondità rilanciando quello che, prima del Bruma d’Autunno, era un “semplice” vino da tavola. Prenotatelo, non vi pentirete.
Paolo Ghislandi |
Gianfranco Fino - ES 2010: ci vorranno ancora due anni per far uscire questo gioiello, le uve che stanno raccogliendo sono le migliori mai avute nella sua (breve) carriera di produttore di vino. Tanta polpa ed equilibrio già sono presenti nell'acino. E se lo dice lui che sarà fantastico, c'è da crederci no?