Non mi aspettavo di meglio dalla degustazione dei Bordeaux 2007 che si è tenuta a Roma qualche giorno fa. L’annata, anche se generalizzare è sempre sbagliato, non è stata delle migliori soprattutto per i rossi mentre, come vedremo, risulta più che soddisfacente, con punte di grande qualità, per i vini bianchi e per quelli dolci.
Leggendo i vari articoli dei maggiori esperti mondiali di Bordeaux non si può pensare ad un’annata eccezionale (alla faccia di chi in Italia scrive sempre di millesimi memorabili) e questo per due ordini di problemi: il primo, in questa area il clima irregolare ha determinato notevoli problemi sia in fase di fioritura che in fase di germogliamento, creando notevoli problemi alla maturazione dell’uva. Secondo, il cattivo tempo di Giugno, Luglio, Agosto, con il suo grigio e le sue pioggerelle ha creato notevoli problemi di muffa che sono stati in parte tamponati con un incremento notevole dei trattamenti chimici. In particolare ad Agosto, quando le pioggia non cessava mai, si è pensato al vero disastro e solo un bel Settembre e un Ottobre molto caldi e secchi hanno evitato una vendemmia apocalittica. Il risultato di tutto questo? Non è tutto da buttare, soprattutto per i vini bianchi secchi di Pessac-Léognan le cui uve sono state raccolte in buone condizioni ai primi di Settembre e, in secondo luogo, per i vini di Sauternes e Barsac la cui vendemmia ha portato a vini eleganti, pieni anche se la botrytis, all’assaggio, non era evidente per tutte le tipologie. E i rossi? Come detto in precedenza i danni sono stati ridotti e questo grazie ad un grandissimo lavoro in vigna che ha modificato un po’ la visione di questi vigneron che prima del 2007 erano più concentrati sulle pratiche di cantina. Una nuova strada che, fortunatamente, ha permesso di salvare il salvabile e di porre in essere una qualità decente con picchi di eccellenza distribuiti qua e là.
Pessac-Léognan 2007: Note di degustazione
I vini bianchi secchi di questa regione vitivinicola sono tra le note più positive della giornata romana. L’annata relativamente fresca ha prodotto sicuramente vini molto vivaci, di buona spina acida, sicuramente meno pesanti rispetto al 2006 e di maggiore vivacità e freschezza se paragonati a quelli usciti nel caldo millesimo 2005.
Chateau Bouscaut Blanc 2007: inizialmente molto minerale al naso, poi esce la susina e la mela cotta. Al palato è caldo, avvolgente, un po’ grasso, con adeguata spalla acida a sostenere una gradevole sapidità. Grande futuro sicuramente.
Chateau Carbonnieux Blanc 2007: al naso è molto fresco, delicato, con un quadro aromatico fatto di fiori e piccoli frutti poco maturi. Bocca inaspettatamente strutturata, calda, morbida che svela un vino molto succoso che perde forse un po’ di brio nel finale grazie forse ad una acidità che non cambia marcia.
Domaine de Chevalier Blanc 2007: naso molto elegante, fine, che si apre con note di frutta in macedonia e fiori bianchi di campo. Un soffuso minerale, che esce col passare del tempo, fornisce profondità e maggiore complessità. In bocca è fine, equilibrato, con buona corrispondenza al naso. Il finale, come per il precedente vino, non è così lungo ed appagante anche se torna una bellissima nota di fiori di pesco.
Chateau de France Blanc 2007: rispetto ai precedenti il quadro olfattivo di questo vino è più opulento, i profumi richiamano la frutta gialla matura, il miele e le spezie orientali. Bocca che delude, non risponde al naso essendo la struttura molto esile, snella anche se di buona progressione. Poco armonico.
Chateau La Louvière Blanc 2007: naso molto profondo, compatto, che si apre con note di polvere da sparo, pirite, poi esce la frutta, la mela golden, gli agrumi. Al palato offre buona struttura e sapidità e si caratterizza per una bella scia finale delicatamente agrumata. Uno dei migliori della batteria.
Chateau Latour-Martillac Blanc 2007: Si caratterizza per un percorso odoroso di grande stoffa, con sensazioni intense di litchi, pesca gialla, susina, fiori di acacia e un tocco di zenzero. In bocca è di grande freschezza, molto agrumato, solo il tempo equilibrerà le durezze espresse ora. Di grande beva per chi ama questa tipologia di vino. Ottimo futuro.
Chateau Smith-Haut-Lafitte Blanc 2007: molto diretto al naso, simile al precedente per le note citrine, mela verde e di frutto della passione. Bocca molto fresca e sapida ed un intenso finale aromatico sono le caratteristiche di questo vino che, come il precedente, promette di dare grandi emozioni nel futuro. I rossi? Nulla di emozionante da segnalare, qualcosa di meglio lo troviamo a Saint Emilion e Pomerol. Il tempo di scrivere le note di degustazione e pubblico tutto!!
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