Alla scoperta del Gavi di Roberto Mazzarello


di Carlo Macchi

Bosio è il comune più a sud del territorio del Gavi, probabilmente quello con le vigne più alte e sicuramente con la maggiore concentrazione di boschi, che accompagnano la denominazione fino al confine con la Liguria. Anche qui i terreni sono bianchi, molto calcarei e il cortese nasce con quella sana verticalità che il cambio climatico sta, da qualche anno, attenuando.

Roberto Mazzarello

Ma non nei 10 ettari di vigne di Roberto Mazzarello, una delle ultime etichette nate nella denominazione. Roberto ha vigneti anche a Parodi Ligure ma quelli a cui è più legato sono in località Le Zucche a Bosio, vicino alla sua piccola cantina minimalista, dove troviamo solo semplici vasche termocondizionate in acciaio e una linea d’imbottigliamento degna di una cantina che può produrre 50/60000 bottiglie e non 7000.


Ho parlato di cantina e quindi vi do subito un consiglio: se volete fargli visita telefonategli (le mail non fanno per lui) e fatevi venire a prendere a Bosio, altrimenti non lo troverete mai! Infatti La prima cosa che ho detto a Roberto è di mettere almeno 4/5 cartelli che indichino la strada per arrivare in azienda. Ma Roberto è così: pensa a fare il vino, non a venderlo. La seconda cosa che gli ho detto è che nelle sue vigne non si vedeva neanche una foglia colpita da peronospora, che quest’anno ha falcidiato mezza Italia. Lui ha sorriso compiaciuto e ho capito di essere di fronte ad una persona che ama lavorare bene, costi quel che costi in termini di tempo e di impegno. Non si tratta tanto di passione quanto di voglia di capire e di fare bene le cose.


La stragrande maggioranza di quello che produce nei suoi 10 ettari lo vende sfuso ad altre cantine, ma dal 2020 ha deciso di mettersi in gioco in prima persona e così ecco nascere le sue due etichette, il Gavi DOCG e la selezione Gavi DOCG Vigna Le Zucche.


Li assaggiai la prima volta un anno fa e mi colpirono sia per freschezza che per nerbo e dinamicità, ma soprattutto per essere dei vini antichi, cioè dei Gavi austeri e senza fronzoli, come nascevano 20-25 anni fa, quando la fama e la nomea del Gavi doveva ancora rinascere dalla crisi dei primi anni ‘90. Vini che vedono solo acciaio, con profumi floreali e note minerali, che al palato mettono l’acidità ben in mostra ma affiancata da un corpo di livello.


Non vi dico il prezzo a cui vende i vini perché gli ho consigliato di aumentarlo, ma in azienda siamo molto al di sotto dei 10 euro.

Fateci un salto!

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