di Roberto Giuliani
Qualcuno penserà di getto “ma 5 anni non sono mica tanti”, dipende! Non stiamo parlando di un grande Chardonnay in legno o per restare in Italia di un Fiano di Avellino o di un Verdicchio dei Castelli di Jesi. Questa è una Passerina del Frusinate, capace di alte produzioni in vigna, le cui origini non del tutto certe la fanno parente stretto del Trebbiano di Abruzzo e del Pagadebit. Non è certo conosciuta per la sua longevità!
Beh, dipende, in questo caso le mani e la testa di Mario Macciocca fanno la differenza, il Monocromo #1 è un’altra storia, è un vino che nasce dalla sua volontà di rispettare al 100% l’ambiente e l’ecosistema, di assecondare la vigna senza mai forzarla, tanto da essersi guadagnato un posto all’associazione VinNatur. In vigna solo rame e zolfo in quantità minime, in cantina fermentazione spontanea, niente solforosa aggiunta, insomma un bianco che per molti diffidenti è inconcepibile, rischia grosso, non è possibile che non vada alla deriva in tempi brevi.
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