di Luciano Pignataro
Il progetto Core nasce nel 2011: dopo aver tenuto
un solo grande vino sul mercato, parliamo del Montevetrano, Silvia Imparato
decide di affiancargli un rosso da aglianico come vino di ingresso. Fu una
scelta molto meditata, una scommessa all'epoca piena di incognite ma che alla
fine è risultata oculata e intelligente.
Il Montevetrano, lo ripetiamo per l'ennesima volta, è un vino
cult per tanti appassionati, fu lanciato alle stelle da Parker che apprezzò la
declinazione meridionale del taglio bordolese di cabernet sauvignon e merlot a
cui si è aggiunto negli anni il merlot. Un vino evento, perché la benedizione
del guru americano creò una aspettativa infinitamente superiore alla offerta ed
è così che andata avanti la storia traghettando sia la moda barrique che quella
no barrique, lieviti selezionati e lieviti indigeni, autoctoni internazionali,
eccetera eccetera. Il motivo che è nel fatto che si tratta di un grande vino
pensato da Riccardo Cotarella che nel corso degli anni evolve in maniera
pazzesca.
Adesso l'azienda placidamente sdraiata sul poggio
di una collina alle porte di Salerno si presenta rafforzata con l'ingresso di
Gaia Marano, figlia di Silvia, rientrata definitivamente da Milano dove ha
lavorato come designer nella moda (Benetton e Dolce&Gabbana) per occuparsi
specificamente del progetto Core. Un segnale importante per tutti gli appassionati
di una continuità aziendale attraverso il passaggio generazionale che è sempre
il tema delicato delle aziende italiane in generale e di quelle di vino in
particolare. Non sempre le nuove generazioni sono infatti disposte ai sacrifici
e alla vita dura di chi le ha precedute e i tempi sono difficili. Diciamo
difficili sul piano economico, ma il sentire comune oggi assegna al lavoro
nella terra un valore prioritario come mai era successo prima in Italia e sono
davvero tanti i giovani del Sud che hanno ripreso con orgoglio antiche
proprietà dimenticate per inseguire sogni di compassi e toghe.
Poco prima dell'arrivo di Gaia il progetto si era
arricchito di un bianco da uve Fiano e Greco, uve perfettamente conosciute da
Riccardo e i due vini, il bianco e il rosso, sono stati presentati di recente
nello splendido Palazzo Gentilcore nel cuore di Castellabate, l'antica sede del
comune ripresa con amore e passione da Chiara Fontana, docente di diritto
tributario all’Università Federico II di Napoli, e Giovanni Riccardi, avvocato
amministrativista.
Core Bianco 2019 Campania igt
Come abbiamo detto, è un vino che nasce dal blend
di Fiano e Greco le cui uve sono lavorate solo in acciaio con sosta prolungata
sulle fecce. Le due uve in qualche modo compensano i caratteri, il greco regala
forza rustica e struttura, il Fiano è promessa di grande evoluzione olfattiva
nel corso degli anni. Entrambe partono da acidità elevata, appena appena
ridimensionata dall'anno passato in acciaio e bottiglia. Un vino dunque ancora
giovane, giovanissimo, dai sentori agrumati e di frutta a pasta bianca, una
grande verve regalata da freschezza inesauribile che lo rende adatto non solo
alla cucina di mare o alla mozzarella ma anche a piatti molto strutturati,
pensiamo alla genovese napoletana tanto per dirle una. Per i bianchi noi siamo
fissati, siamo convinti che fra quattro o cinque anni questa bottiglia, figlia
di una buona notta climatica, regalerà bone emozioni. In rete lo si trova sui 15 euro.
Le uve di Aglianico vengono dal Beneventano, qui
il difficile vitigno del Sud è sicuramente meno scorbutico di quello irpino,
parte con un equilibrio maggiore anche se i tannini costituiscono sempre il
problema principale di chi lo affronta in cantina. Dopo la fermentazione in
acciaio trascorre quasi un anno in botti grandi di rovere per poi affinarsi
ulteriormente in bottiglia. E' un aglianico colloquiale, per certi versi quasi
immediato nella sua bevibilità grazie ad un tannino presente e ficcante ma ben
addomesticato. In questa sua prima fase di vita ottimo su piatti di eccesso
(parmigiana, ragù, carni brasate e alla brace, paste al forno, formaggi
stagionati). Nel corso degli anni, come sempre succede all'Aglianico, diventerà
un signore elegante più disposto al compromesso. In rete lo si trova sui 17
euro.
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