Gulfi, il Nero d'Avola buono della Sicilia

Ve la ricordate la moda del Nero d'Avola? Io sì, molto bene, non c'era wine bar a Roma che non proponesse vini siciliani da questo vitigno. 
Prodotti scadenti, derivanti da uve di dubbia provenienza e qualità, molte le aziende che hanno cavalcato il momento e poche, purtroppo, quelle che hanno lasciato veramente il segno.
Per offrire il meglio di un vitigno e di un territorio bisogna lavorare sodo e crederci veramente, occorre andare oltre le tendenze e il gusto imposto dal marketing.
Perciò, se qualcuno mi domanda chi produce un grande Nero d'Avola, la risposta che dò è sempre la stessa: Gulfi!

Grappolo di Nero d'avola

Lo dico, questo, non tanto perchè si tratta di un'azienda biologica e naturale, non tanto perchè le sue vecchie vigne ad alberello sono un capolavoro di tradizione ed agronomia, dico Gulfi perchè, tra le pochissime in Sicilia, questa azienda ha saputo mantenere ben saldo il timone della memoria contadina e della qualità anche in tempi non sospetti evitando, lo sottolineo, di sputtanare un grande vitigno autoctono italiano.

Vigneti Gulfi

Gulfi, un progetto nato nel 1996 attraverso la collaborazione di Vito Catania con Salvo Foti, non ha soltanto custodito un patrimonio vitivinicolo mantenendo in equilibrio tutti il territorio circostante ma, soprattuto, ha eletto il Nero d'Avola come suo vitigno di elezione andando a creare sei grandi vini in purezza, quattro dei quali sono cru con produzione nelle vigne di Pachino (Nerobufaleffj, Neromaccarj, Nerobaronj, Nerosanloré), a cui si devono aggiungere il Nerojbleo e Rossojbleo, anch’essi Nero d’Avola in purezza prodotti nelle vigne di Chiaramonte Gulfi (RG).

Cru da Nero d'Avola, capito? Ma sono pazzi, visionari o cos'altro questi?

La mia irrefrenabile curiosità di capire, provare, valutare, è stata soddisfatta pochi giorni fa, quando a Roma sono riuscito ad organizzare una cena con nuove e vecchie annate di Nero d'Avola Gulfi. Di seguito, le mie note di degustazione.

Nerojbleo 2008 (100% nero d'avola): è il "base" aziendale, non un Cru, derivante da vigne di quattro ettari locate in zona Chiaramonte Gulfi. Ha una approccio didattico, è caldo, sa di ciliegia sotto spirito e tanta solare avvolgenza. Bocca tipica, con tannino appena accennato e tanta rotondità. 

Nerosanlorè 2007 (100% nero d'avola): vino derivante dalla Vigna San Lorenzo (2,5 ettari) che, fra i vari, rappresenta il Cru più vicino mare (circa 700 metri). Da terreni particolarmente ferrosi e minerali nasce un vino che respira mediterraneità. Rispetto al precedente ha un naso più complesso, ci sento il timo, il cappero, la salamoia, il salmastro. L'anima marina la si percepisce perfettamente in bocca dove il nero d'avola esplode in orizzontalità ed equilibrio. Finale ammondorlato e caldo.

Vigna San Lorenzo

Nerobaronj 2002 (100% nero d'avola): la Vigna Baroni si estende per circa 3 ettari nell'omonima contrada di Pachino e il suo colore bianco, quasi lunare, dipende dalla fortissima oncentrazione calcarea del terreno che nutre le vigne, non irrigate, di oltre 35 anni di età che offrono rese che non vanno oltre i 40 q/ha. Il vino, figlio di un'annata non troppo calda in Sicilia, è soprendente perchè da un  Nero d'Avola di oltre 10 anni non ti aspetti questa profondità e questa terziarizzazione che sa di eleganza e territorialità. Suggestivi sono i soffi aromatici di caffè, cuoio, humus che escono subito nel bicchiere ma, col tempo, il vino cambia e diventa balsamico, fruttato di gelso. Sorso dinamico, vivo, verticale. Piaciuto molto e, penso, sia un vino che possa andare avanti ancora per molto.

Vigna Baroni, bianchissima

Neromaccarj 2000 (100% nero d'avola): la Vigna Maccarj, situata sempre in zona Pachino, si estende per tre ettari su un terreno calcareo argilloso caratterizzato da stratificazioni molto sottili e compatte. Questo fa sì che il vino che ne esce sia, tra i vari Cru, quello più potente e ricco e questo Nero d'Avola che ho nel bicchiere, pur avendo circa 13 anni, lo conferma appieno. E' un vino scuro, duro, a tratti scontroso, ineceppibilmente siciliano nei profumi di ginepro, liquirizia, fico, grafite. Sorso graffiante con un tannino più energico rispetto agli altri. C'è tanta acidità a sorreggere una struttura ancora importante. Chiusura lunga, in evoluzione.

Vigna Maccarj

Durante la cena ho anche bevuto un ottimo Carricante in purezza ma, per quello, farò un post ad hoc visto che è un altro grande vino targato Gulfi.

Alla prossima!

Foto: Gulfi.it

1 commento:

Anonimo ha detto...

la foto della vigna di Baroni non sembra proprio di 35 anni!!!

ma Gulfi fa davvero ottimi vini!!