La Fivi a Roma sbarca a Cinecittà con 200 vignaioli

Cosa c'è di meglio di una fetta di salame ed un bicchiere di buon vino? Lo sanno bene quelli della FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) che hanno deciso di ospitare durante la seconda edizione del Mercato di Roma a Cinecittà, la semifinale per Marche, Lazio, Abruzzo, Umbria e Molise della XIII Edizione del Campionato Italiano del Salame. Organizzata dall'Accademia delle 5T la competizione vedrà scontrarsi a colpi di fette i migliori salumi senza addittivi prodotti dagli artigiani di queste regioni. L'appuntamento è sabato 19 maggio alle 11.30, al Teatro 10 di Cinecittà.


Le produzioni tipiche saranno rappresentate al Mercato anche da alcuni artigiani che proporranno le loro specialità: SimposioTrionfo del Gusto ( partner organizzativo del Mercato), La Tradizione, Santanna, l'Azienda Agricola Adiano Ferrari, Rango Srl e Zio Pasquale.

Saranno invece 200 i vignaioli presenti, provenienti da tutta Italia che nelle giornate di sabato 19 e domenica 20 maggio racconteranno il proprio territorio e i propri vini al pubblico. Oltre agli assaggi, si potranno anche acquistare i vini direttamente agli stand dei produttori con carrelli e cestini per gli acquisti. 

Aziende:
Abruzzo
Cataldi Madonna, Aq
Alto Adige
Baron Longo, Bz
Weinhof Kobler, Bz
Basilicata
Cantine Taverna, Mt
Calabria
Antiche Vigne Di Pironti Gianfranco, Cs
Az. Agricola Dell’aquila, Kr
Casa Comerci, Vv
Cataldo Calabretta Viticoltore, Kr
Tenuta Del Conte, Kr
Tenute Pacelli, Cs
Terre Di Balbia – Viticoltori In Altomonte, Cs
Campania
Az. Agr. Torre Del Pagus, Bn
Casa Vinicola Setaro, Na
Casebianche, Sa
Gennaro Papa Azienda Agricola, Ce
Montevetrano, Sa
Mustilli, Bn
Simone Giacomo, Bn
Terre Del Principe, Ce
Emilia Romagna
Azienda Agricola Lusenti Di Lusenti Lodovica, Pc
Cavaliera, Mo
Giovannini, Bo
Lodi Corazza, Bo
Tenuta Di Aljano, Re
Tenuta La Viola, Fc
Torre Fornello, Pc
Friuli-Venezia Giulia
Az. Agr. Anna Berra Di Monai Ivan, Ud
Ferlat Silvano, Go
Flaibani, Ud
Lis Fadis, Ud
Rivecoldefer, Pn
Tenuta Stella, Go
Villa Job, Ud
Lazio
Azienda Biologica De Sanctis, Rm
Azienda Biologica Trebotti, Vt
Colacicchi, Fr
Piana Dei Castelli, Rm
Piero Riccardi Lorella Reale Viticoltori, Rm
Riserva Della Cascina, Rm
Liguria
Visamoris S.S. Società Agricola, Im
Lombardia
Alessio Brandolini, Pv
Arpepe S.R.L. Società Agricola, So
Az. Agr. Calatroni Di Calatroni Cristian, Pv
Azienda Agricola Tosi, Pv
Colle Del Bricco, Pv
Corte Fusia, Bs
Dirupi S.A., So
Frecciarossa, Pv
I Nadre Di Beatrici Marco, Bs
Martilde, Pv
Picchioni Andrea Az. Agr., Pv
Pietro Torti, Pv
Rizzini Franciacorta, Bs
Torre Degli Alberi, Pv
Zatti, Bs
Marche
Angeli Di Varano, An
Azienda “Di Giulia”, An
Azienda Agricola Casale Vitali, Fm
Azienda Agricola La Quercia Scarlatta, Mc
Azienda Agricola Moroder, An
Cantina Pellegrini, An
Conventino Monteciccardo, Pu
Pesaresi Casa Vinicola Soc. Agr. S.S., An
Tenuta San Marcello, An
Vigneti Bonaventura, Ap
Vigneti Vallorani, Ap
Molise
Claudio Cipressi Vignaiolo, Cb
Piemonte
Antica Cascina Dei Conti Di Roero, Cn
Azienda Agricola Filippa Clario E Figli, Cn
Azienda Agricola Le Marie, Cn
Bussi Piero, At
Cà  Di Cairè Di Rolfo Emanuele, Cn
Canevaro Luca, Al
Cascina Bricco Ottavio, At
Cascina Ciapat, Cn
Cascina Gilli, At
Cascina I Carpini, Al
Castello Di Grillano, To
Ciabot Berton, Cn
Claudio Mariotto, Al
E. Molino – La Morra, Cn
Erede Di Chiappone Armando Az. Vitivinicola, At
Giuseppe Bocchino Az. Agr. Di Bocchino Annalisa, At
La Colombera, Al
Rocco Di Carpeneto, Al
Tenuta Santa Caterina, At
Terre Di Sarizzola, Al
Vigneti Boveri Giacomo Di Boveri Giacomo, Al
Puglia
“Estasi”, Bt
Az. Agr. Mazzone, Ba
Cantina Ariano, Fg
Cantine Carpentiere, Ba
Gianfranco Fino Viticoltore, Ta
Masciullo, Br
Masseria L’astore, Le
Morella, Ta
Pietraventosa, Ba
Villa Schinosa, Bt
SardegnaCantina Berritta, Nu
Sicilia
Cantina Gabriele Antonio Pantelleria, Tp
Fenech, Me
Feudo Ramaddini, Sr
Palmento Costanzo, Ct
Spadafora Dei Principi Di Spadafora, Pa
Terra Costantino, Ct
Valle Delle Ferle, Ct
Toscana
Agricola Carlini, Pi
Az. Agr. Podere La Madia Di Madiai Lucia, Ar
Azienda Agricola Marco Benvenuti, Gr
Azienda Agricola Rigoli, Li
Casa Sola Fattoria In Chianti, Fi
De Vinosalvo Vignaioli, Gr
Diegale, Gr
Fabrizio Dionisio, Ar
Fattoria La Maliosa, Gr
Guado Al Melo – Bolgheri Doc, Li
Il Molinaccio Di Montepulciano, Si
Il Peraccio, Fi
Istine, Si
La Piana – Isola Di Capraia, Li
La Querce, Fi
La Salceta, Ar
Le Cinciole, Fi
Montecivoli, Gr
Montenero, Gr
Muralia, Gr
Palazzo Di Piero Vini Naturali Di Toscana, Si
Pieriniebrugi, Gr
Pieve De Pitti, Pi
Piombaia, Si
Podere Alberese, Si
Podere Bellosguardo, Ar
Podere Dell’anselmo, Fi
Podere Di Pomaio Green Winery, Ar
Podere Riparbella, Gr
Poggio Cagnano, Gr
Poggio L’apparita, Gr
Poggio La Luna, Gr
Poggiofoco Vigneti, Gr
Quei2 Tuscany Oil & Wine, Fi
Sassotondo, Gr
Solatione, Fi
Tenuta Del Palagio, Fi
Tenuta Di Ghizzano, Pi
Tenuta Di Valgiano, Lu
Tenuta Lenzini, Lu
Terra Quercus, Si
Vanempo – Poggio Di Cicignano, Po
Trentino
Az. Agr. Zanotelli, Tn
Azienda Agricola Fratelli Pisoni, Tn
Cantina Andrea Martinelli, Tn
Cesconi, Tn
Moser Francesco, Tn
Umbria
Antonelli San Marco, Pg
Azienda Agricola Palazzone, Tr
Bartoloni Cantina, Pg
Cantine Neri, Tr
Madonna Del Latte, Tr
Roccafiore, Tr
Veneto
Ancilla Lugana, Vr
Ca’ Rovere Azienda Agricola, Vi
Ca’ Rugate Azienda Agricola, Vr
Amarone Selun, Vr
Antolini, Vr
Az. Agr Col Miotin Di Bottega Girardo, Tv
Az. Agr. Case Paolin, Tv
Az. Agr. Villa Crine, Vr
Az. Agr. Follador Francesco, Tv
Bele Casel, Tv
Bellese Vini, Tv
Borgo Stajnbech, Ve
Boscaini Carlo, Vr
Calalta, Vi
Cantina Ronca, Vr
Clementi Gnirega, Vr
Corte Martini Az. Agr. Di Marchesini Pietro,Vr
Franchini Agricola, Vr
Giovanni Ederle, Vr
Graziano Pra’, Vr
Le Fraghe, Vr
Le Vigne Di San Pietro, Vr
Malibran, Tv
Mizzon, Vr
Monteversa, Pd
Quota 101, Pd
Riva Granda, Vi
Rosanatale Soc. Agr., Tv
Siro Merotto, Tv
Valentina Cubi, Vr
Zýmē, Vr
Tutti i visitatori del Mercato della FIVI avranno diritto, esibendo il biglietto, ad una riduzione sul prezzo d'ingresso per la visita a Cinecittà, pagando 10 euro anziché 15.

Mercato dei vini Roma in breve:

Dove: Teatro 10 - Cinecittà, Via Tuscolana 1055, Roma

Quando: sabato 19 e domenica 20 maggio 2018
Orario di apertura al pubblico: dalle 11.00 alle 19.00 
Ingresso: € 15.00 comprensivo di bicchiere per degustazioni (ingresso giornaliero).
I minorenni non pagano l’ingresso e non possono effettuare degustazioni

Selezione Boccoli Tour 2018 ovvero come parlare di vino e di sala in 12 tappe nazionali


Portare la sua esperienza di sala e le etichette di Selezione Boccoli fuori dalla sua piccola, grande bottega di via Giolitti. È questo il progetto che impegna Luca Boccoli in queste settimane, un progetto che vedrà il via martedì 29 maggio e interesserà le realtà più vivaci della ristorazione nostrana.


Dopo il successo dello scorso anno, il sommelier itinerante torna ad omaggiare il buon bere e il buon cibo con serate di festa e di convivialità in un tour che sarà anche un inno all’estate, alle mete meravigliose, al mare, alla montagna, ai tesori delle nostre città.
A ogni tappa Luca servirà i suoi saperi di vino e di sala, coinvolgendo produttori e chef ma anche, a sorpresa, sommelier, giornalisti, artisti, poeti e musicisti. Protagonisti saranno, sempre, il vino e il cliente: attorno a loro prenderanno forma degustazioni e cene dedicate a una bottiglia, una cantina, un territorio. E agli abbinamenti suggeriti dalla cucina di turno.

Il viaggio fa parte della storia di Luca: in passato, a zonzo tra Italia e Francia, ha imparato a conoscere il vino, e oggi viaggia per condividere la sua conoscenza e la sua passione: educare il palato, allenare il naso, abituare gli occhi a riconoscere sfumature, gradazioni, variazioni… esercizi decisivi nel percorso di conoscenza del vino. Perché lui, il vino, non può essere capito, e dunque nemmeno bevuto come merita, se non si conoscono le caratteristiche del territorio da cui proviene e la storia degli uomini che ne hanno cura, dalla pianta alla bottiglia.

Le date del Tour Selezione Boccoli:

·    Martedì 29 maggio 2018
Fregene (RM), Ristorante La Baia

·       Giovedì 31 maggio 2018
Roma, Acciuga                

·       Sabato 9 giugno 2018
Rivodutri (Rieti), La Trota

·       Giovedì 14 giugno 2018
Firenze, Gurdulù Ristorante e cocktail bar

·       Giovedì 21 giugno 2018
Aprilia (RM), Il Focarile e Per Bacco 

·       Giovedì 28 giugno 2018
Colleferro (RM), La Tartaruga

·       Mercoledì 4 luglio 2018
Polignano a mare (Ba), Tuccino

·       Giovedì 5 luglio 2018
Manduria (Taranto), Masseria del Sale

·       Giovedì 19 luglio 2018
Torre del Greco (NA), Josè

·       Domenica 22 luglio 2018
Rimini, Il Piastrino Pennabilli

·       Lunedì 23 luglio 2018
San Marino, Parco verde

·       Venerdì 3 agosto 2018
Vico Equense (NA), Il Bikini

Tiefenbrunner - Alto Adige Müller Thurgau DOC “Feldmarschall von Fenner” 2012

Di Stefano Tesi

Al diavolo gli abbinamenti e la narrativa sulla cantina: nasce a oltre quota mille, ha magnifici riflessi verdastri, un naso cangiante con note progressive di fiori bianchi, pesca, gelsomino e fulminanti (sì, fulminanti!). 


In bocca è elegante, sapidissimo, potente e con un bel ritorno amarognolo. Da bere e da ribere, a prescindere dalla pietanza.

www.tiefenbrunner.com

Ristorante Canapone ovvero come mangiare ottimo pesce a Grosseto - Garantito IGP

Di Stefano Tesi

Ci sono molte ed ottime ragioni per recensire positivamente un classico della ristorazione grossetana come Canapone, locale storico ormai prossimo (2019) al giubileo.
La prima è che è proprio in faccia al Duomo e, con la bella stagione, le sedute all'aperto sotto fresche frasche a pochi metri dalla cattedrale, magari imbandite col crudo di pesce, con una piazza ancora priva di turismo molesto, sono una delizia. 


La seconda è che l'ambiente è ampio, il servizio è puntuale ma non pressante, cordiale ma non invadente nè eccessivamente confidenziale, i tavoli lontani fra di loro, l'arredo elegante, sobrio, salottiero e con quel tocco di fanè quanto basta a fare solida tradizione: understatement, insomma. La carta dei vini è coerente al contesto: ampia ma non monumentale, selettiva ma non ostentatamente esclusiva, ricca di cose inattese senza voler per forza essere sorprendente e, soprattutto, con qualche etichetta di pregio a prezzi quasi di costo: approfittatene! 


La clientela ovviamente è varia, ma ciò che piace (almeno a chi scrive) è la ricorrenza di quella locale o di quartiere, le famiglie educate che vengono a festeggiare qualcosa, il figlio che porta a pranzo la madre anziana, insomma chi fruisce di una commensalità non solo manageriale, o "gourmettiana", o turistica, ma di gente tranquilla che vuole mangiare bene e in pace (merce sempre più rara al giorno d'oggi!).


Ecco, il mangiare, che è ovviamente la ragione principale di questa recensione. La cucina è classica e si divide, vista l'ubicazione geografica del ristorante, tra carne e pesce. Ma di una classicità espressa e gestita con mano leggera, attenta a non confondere il ritocco migliorativo con l'innovazione fine a se stessa. Dimenticate dunque certa "maremmanità pseudoverace" e un po' grossolana che va tanto di moda e gustatevi portate piene di robusta delicatezza come le tagliatelle fatte a mano coi gamberi rossi, le animelle croccanti (un classico della casa), i tortelli ripieni di ragù di chianina, lo scorfano in guazzetto, i menzionati crudi di pesce.


La digestione garantita e pure il conto è digeribile: se non si esagera, per un pasto completo si spendono sui 50 euro. Più le bevute, si capisce.


Ristorante Canapone,
Piazza Dante 3, Grosseto
Tel 0564 24546 o 339 2963558
Chiuso la domenica

Vinix Tour – Lazio

Un tour nazionale in 20 tappe che tocca tutte le regioni italiane tra aprile e dicembre 2018. E’ questo l’ambizioso progetto varato da www.vinix.com il social commerce wine & food che consente alle persone di acquistare in gruppo con gli amici da un catalogo di eccellenza risparmiando fino al 51% reale rispetto ai canali tradizionali.


Venti tappe, una per ogni regione italiana, ospitate per la maggior parte dalle stesse aziende facenti parte del catalogo Vinix e per una piccola parte in ristoranti locali scelti. Fanno parte del tour anche due date speciali, una a Roma il 12 maggio e una a Milano il 1 dicembre dove si terranno due banchi d’assaggio più grandi con alcune decine di produttori del catalogo presenti personalmente. Il format è molto semplice: ad ogni tappa, aperta a tutti, la possibilità di visitare l’azienda ospitante e di assaggiare i prodotti delle aziende ospiti in un clima molto informale con la possibilità di approfondire il funzionamento del sistema di acquisto Vinix grazie alla presenza diretta del fondatore, il chiavarese Filippo Ronco e dei referenti dei principali gruppi locali.

La tappa laziale si terrà sabato 12 maggio 2018 dalle 14 alle 20.00 circa presso l’Hotel Radisson Blu Es di Roma (Via Turati, 171). 


Orari: dalle 14.00 alle 20.00 circa

Ingresso: 15,00 euro comprensivi di banco d'assaggio, calice riedel a perdere, tracolla e piccoli assaggi gastronomici durante la giornata

Vinix è un sistema di automazione della vendita diretta per produttori selezionati che in soli 5 anni è riuscito a coprire tutto il territorio nazionale con un tasso di crescita su vendite e fatturato a doppia cifra anno dopo anno. Oltre 70 produttori già a catalogo con quasi 1.000 referenze disponibili, 300 gruppi geolocalizzati, 50.000 le unità movimentate nel 2017, 1440 unità la dimensione delle cordate più grandi.

Pravis - Vigneti delle Dolomiti Nosiola IGT “Le Frate” 2017 è il Vino della Settimana di Garantito IGP

Di Luciano Pignataro

Siamo abituati al vino santo con la Nosiola, vitigno auotctono prodotto soprattutto a Nord del Lago di Garda. 


Ma questa versione secca degustata al Vinitaly ci ha affascinato, naso ricco, fruttato, palato secco, freschissimo, persistente.
www.pravis.it

Fiano di Avellino 1993, nozze d’oro con Mastroberardino - Garantito IGP


Di Luciano Pignataro

Tanti bianchi resistono, il Fiano di Avellino evolve grazie alle caratteristiche del vitigno che fanno del tempo non un ostacolo da superare anno dopo anno ma un alleato. Non avevamo dubbi di trovarci di fronte ad una bella esperienza quando ci siamo trovati di fronte a questa bottiglia uscita dalla cantina lucana di Peppe Misuriello, patròn dell’Antica Osteria Marconi di Potenza che ha appena preso in gestione Locanda Severino a Caggiano. Da sempre nel mondo del vino, prima con l’enoteca poi con il ristorante, Peppe è stato uno di quelli che ha comprato senza esitazione quando lo si poteva fare senza fare mutui in banca e, soprattutto, tra i pochi ad avere il vizio di conservare vecchie bottiglie.


Ecco allora da dove esce questo bianco irpino nella bottiglia renana, poi andata in disuso perché non si trovava con le moderne geometrie commerciali. Peccato, perché quando te la trovi di fronte pensi subito di bere un bianco importante. Nel 1993 non esisteva Facebook, per comunicare si usava il telefono e l’Italia stava appena per imboccare la strada del declino mentre il mondo del vino andava in direzione esattamente opposta nonostante tutto: investimenti a lungo termine, ricerca, miglioramenti e innovazioni in campagna e in cantina, cura della presentazione delle bottiglie e delle cassette. Una rivoluzione insomma, che ha visto coinvolta tutta la viticultura italiana da Nord a Sud in un moto unico e che ancora oggi fa del vino la punta di eccellenza dell’agroalimentare.

La cosa impressionante di questa bottiglia è che non è stata progettata per essere bevuta dopo un quarto di secolo, per la verità nemmeno dopo un anno. All'epoca si usciva in commercio il prima possibile e questa base, dalle sei alle settemila lire poi diventate 6-7 euro, non aveva alcuna presunzione. La grande intuizione della famiglia Mastroberardino fu di comprendere che Lapio era una zona vocata e i contadini furono incoraggiati a piantare il Fiano.


Già il tappo, perfetto e intero, annuncia l’integrità del vino che si presenta di un colore giallo paglierino carico ancora vivo. I profumi sono tipici del Fiano di Avellino invecchiato: frutta bianca evoluta, note fumé e di idrocarburi, tono della beva sapido e amaro, nessuna dolcezza ma tanta freschezza che regge bene il corpo del vino mantenendolo in gran forma.
L’ennesima dimostrazione delle enormi potenzialità di questo vitigno coltivato in Irpinia, zona di freddo da sempre molto vocata. Siamo convinti, infatti, che siamo appena al dieci per cento di quello che si potrebbe fare anche se in tanti ormai escono dopo almeno un anno dalla vendemmia. Cosa manca per mettere a reddito enologico questo patrimonio? Anzitutto un uso del legno graduato e ben studiato, l’individuazione dei Cru e la capacità di stoccaggio di almeno un anno.

Bevute come questa del 1993 oltre ad avere la capacità di trasmettere emozioni e piacere, spingono appunto a queste riflessioni.

Vernaccia di Oristano DOC 2005 "Flor" - Contini

Di Carlo Macchi

Non siamo a Jerez ma a Cabras, non nasce dal palomino fino ma dalla vernaccia di Oristano. 


Non è di certo la stessa flor dello sherry, ma questo vino finissimo, profumato, elegante e profondo, non ti fa rimpiangere nessun vino che nasce a Jerez de la Frontera, anzi! Vino eccezionale dal prezzo eccezionale!!

info@vinicontini.com


Lenticchie alla julienne: quando Antonio Albanese impersona il più grande chef del mondo - Garantito IGP

Di Carlo Macchi

Per non emulare il moscerino che crede di essere utile alla vita dell’elefante mi faccio una domanda e mi do una risposta. 

Domanda: “A cosa serve una recensione di Carlo Macchi ad un libro di Antonio Albanese?”

Risposta: “Dal punto di vista delle vendite del libro assolutamente a niente!”

Chiarito questo punto iniziamo a parlare di Lenticchie alla julienne che ha come sottotitolo “Vita, ricette e show cooking dello Chef Alain Tonné - forse il più grande-"


Come capirete questo è un libro di ricette come il Kamasutra è un orario ferroviario: naturalmente non è una storia vera ma potrebbe esserlo e non è detto che, purtroppo, non lo sia.

Certo è che Alain Tonné rappresenta non solo la quintessenza (anche la sesta, esageriamo) della tanta fuffa con cui si gozzoviglia  nel mondo della “grande” ristorazione, ma purtroppo anche tanta Italia, con la sua furbizia, ignoranza, supponenza, protervia, semplicità  e naturalmente con l’immancabile sale rosa dell’Himalaya. Questo prodotto, mai mancante nelle molte non-ricette (almeno spero lo siano, ma non ci giuro) da cui è composto il libro, è veramente il filo conduttore dell’opera, forse perché potrebbe servire a mettere un po’ di sale in zucca (zucca presalé naturalmente) al lettore.


Ma basta con le ciance e parliamo del più grande chef del mondo, un personaggio di cui leggendo il libro potrete scoprire i molteplici e rabdomantici pregi culinari: io mi fermo ad un difetto, illuminante “…non era mai stato molto portato per la politica. Non aveva mai capito fino in fondo se i partiti arrivassero, perché al primo ministro non seguisse un secondo né un contorno, perché il parlamento avesse solo due camere ma svariati bagni.”
A parte la sua ignoranza politica Alain è invece ferratissimo nell’arte culinaria, in particolare in quella branca innovativa, misterica, sensazionalista, assolutista, gigionesca, arlecchinesca che è specializzata in show cooking, perfomances, seminari gastronomici, cene a tema e a problema.


Il libro, scritto con una penna tagliente come una coltello da cucina katana (esiste? Boh) e godibile come due etti di buon culatello (esiste? Oh Yes!), viaggia da una ricetta “mission impossible” all’altra, da una storia inquietante quanto comica all’altra, da un alito di sale dell’Himalaya ad un cucchiaio di zucchero salato dell’ Himalaya.
Qualcuno potrebbe dire “Ma è assurdo!” e avrebbe assolutamente ragione, perché forse il messaggio che sta sotto a tutto questo sale dell’Himalaya, a 800 grammi di mandorle depilate da una filippina bipolare, a lenticchie selezionate da vergini altoatesine,  a del peperoncino essiccato in un bunker con wifi e agli altri moltissimi ingredienti usati da Alain, è che stiamo vivendo in un mondo dove l’assurdo paga e la razionalità annoia e non è di moda.

Non vi annoierete invece leggendo, accanto alle ricette, le varie storie del più grande chef del mondo “l’unico a quattro stelle”, che solcherà con passo deciso non solo show cooking ma anche cene in onore di mafiosi latitanti, Biennali di Venezia, raduni di vecchi compagni di scuola e Forum di Davos, fino al tragicomico finale di un comico-tragico libro sul tragicomico mondo della grande ristorazione, quella da quattro stelle in su e non solo.


Oh, se vedete Albanese, non gli dite che ho scritto queste righe. Magari per punirmi potrebbe invitarmi ad uno show cooking del maestro Alain e non niente da mettermi.

Antonio Albanese, Lenticchie alla julienne, Feltrinelli Editore, 15 euro

Taste Alto Piemonte 2018: le vecchie annate

A corollario della degustazione tecnica riservata ai giornalisti, che ho raccontato in questo articolo, Taste Alto Piemonte ha organizzato nel pomeriggio del sabato anche un seminario sulle vecchie annate dei vini con lo scopo di far scoprire, a quei pochi che ancora non lo sapessero, come le DOC e le DOCG di questo territorio riescano ad evolvere egregiamente nel tempo grazie alla loro anima nebbiolesca. Di seguito le mie note di degustazione:

Colline Novaresi Nebbiolo DOC "Giulia" 2009 - Enrico Crola: il nebbiolo di questo bravo produttore sa di mallo di noce, legni pregiati, terra rossa e ruggine. Al palato l'evoluzione del vino garantisce equilibrio e ancora tanta sostanza. 


Fara DOC 2011 - Castaldi Francesca: l'avevo già provato a Roma questo vino durante la tappa romana di Taste Alto Piemonte e, come allora, mi emoziona la sua anima aromatica un po' naif condita da un sorso succoso e dai ritorni di genziana ed erbe aromatiche. 

Bramaterra DOC 2007 - Antoniotti: la sua parabola evolutiva sembra quasi giunta al termine ma questo vino ancora graffia e fa vibrare i nostri sensi. Sapidissimo il finale che non molla un centimetro.

Bramaterra DOC 2006 - Colombera & Garella: vino di complessità e profondità ancora dirompente, sa di radici e terra, pepe e tabacco. In bocca è ancora vibrante, teso, giovanissimo. Da conservare ancora per anni.

Lessona DOC 2008 - Clerico Massimo: al mio posto ci vorrebbe un grande romanziere per descrivere adeguatamente questo vino che per eleganza e finezza sembra essere una ballerina di danza classica del Teatro Bol'šoj


Lessona DOC "San Sebastiano allo Zoppo" 2005 - Tenute Sella 1671: irresistibile per intensità di spezie ed erbe aromatiche, è dotato ancora di un corredo aromatico di frutta e fiori rossi e, soprattutto, di un sorso vivissimo che accoglie e si distende, per dirla come una canzone di Raf, "interminatamente"!!!

Boca DOC Il Rosso delle Donne 2006 - Castello Conti: da un vino, come dice anche l'etichetta, tutto al femminile ti aspetti una risposta tutta grazia e cortesia ed invece questo Boca, con i suoi continui rimandi alla ghisa e alla ruggine, colpisce per austerità e mascolinità. Sorprendente!

Boca DOC Vigna Cristiana 1997 - Podere ai Valloni: purtroppo la bottiglia servita non era al 100% per cui sospendo il giudizio su questo vino.

Boca DOC 1996 - Vallana: anche questa bottiglia non era al 100% per cui sospendo il giudizio.

Ghemme DOCG 2007 - Ca' Nova: Giada sa perfettamente che questa annata probabilmente è ad oggi nel pieno della sua forma e da brava padrona di casa la elargisce a noi degustatori affamati di bellezza enologica mandandoci in visibilio. 

Ghemme DOCG Ai Livelli 2007 - Mazzoni Tiziano: altro esempio illuminante di come un grande vino del territorio può evolvere per oltre 10 anni garantendo al tempo stesso vivacità , profondità e territorialità fino al midollo. Certezza assoluta.

Ghemme DOCG 2006 - Mirù: il naso, sensualissimo, è un girotondo aromatico composto da frutta matura, spezie e soffi balsamici. Gusto in netta contrapposizione visto che alla femminilità e alla ricercatezza aromatica il sorso contrappone ancora durezze che solo il tempo potrà rendere giustamente equilibrate. Giano bifronte.

Ghemme DOCG 2004 - Torraccia del Piantavigna: vino ancora esuberante e corredato da un naso intenso, ampio, dove il cassis, la viola, la frutta secca e la scorza di arancia amara giocano a rincorrersi per poi tuffarsi all'interno di una struttura solida dotata di fitta trama tannica, setosa e finissima. Sontuoso il finale sapido.


Ghemme DOCG "Chioso dei Pomi" 2001 - Rovellotti: dalla serie quando il gioco si fa duro arriva in tutta la sua irruenza giovanile il Chioso dei Pomi che per dinamismo, freschezza e proporzioni sembra non essere secondo a nessuno. Un vino simbolo che non ha paura di misurarsi con i grandi del Piemonte.

Ghemme DOCG 1999 - Ioppa: azienda tutta da scoprire questa dei fratelli Ioppa così come da scoprire è questo grande nebbiolo che arrivato alla soglia dei venti anni rimane compatto, carnoso e dotato di un sorso da fuoriclasse per trama tannica e proporzioni acido-sapide che rendono il sorso assolutamente continuo sfociando in una persistenza aromatica assolutamente coerente ed incredibilmente lunga.

Ghemme DOCG "Ronco al Maso" 1997- Platinetti Guido: non è la prima volta che ho la fortuna di bere questo vino che, anno dopo anno, nonostante la sua età anagrafica, riesce a sorprendermi lasciandomi costantemente a bocca aperta per integrità e territorialità. Il naso è un caleidoscopio di aromi secondari e terziari dove ritrovo, netti, i profumi di erbe aromatiche, ruggine, terra, sale iodato, noce, spezie rosse, genziana, liquirizia dolce e arancia amara. La struttura del vino è ancora solida, composta, rigorosa e di grande piacere. Vorrei vederlo, alla cieca, accanto ad uno dei grandi vini italiani pari annata. Oh, come mi divertirei....


Gattinara Riserva DOCG 2008 - Il Chiosso: vino scorbutico ed austero che svela toni di torrefazione e spezie per poi aprirsi su aromi di mineralità rossa e viola disidratata. Al gusto conferma rigore e struttura ma, probabilmente l'anna non troppo felice, risulta un po' troppo poco dinamico denunciando una persistenza non proprio da record.

Gattinara DOCG "Molsino"  2006 - Nervi: vino diametralmente opposto al precedente, molto disteso e con grande anima "pop" che ha come tallone di Achille un legno non troppo digerito con conseguente finale un po' troppo amaricante.

Gattinara DOCG "Borgofranco" 2005 - Cantina Delsignore: nebbiolo di grande espressione e dinamismo che libera in progressione sentori olfattivi leggermente terziari ma assolutamente tipici che vanno dalla terra bagnata alla rabarbaro, dall'agrume candito fino ad arrivare alle spezie rosse e al porfido. Al gusto di ammira per equilibrio, sapidità, tannini che non mollano e ottima chiusura. 

Gattinara DOCG "Osso San Grato" 2005 - Antoniolo: Lorella Zoppis mi ricorda sempre  che "bocciai" questo millesimo quando organizzai a Roma la verticale storica di questo importantissimo Cru di Gattinara. Col senno di poi, ricordando che questo millesimo è stato caratterizzato da una brutta gelata primaverile e da un settembre non propriamente esaltante, posso dire che, pian piano, la 2005 di Osso San Grato sta iniziando a distendersi non tanto nell'elegante corredo aromatico da grande nebbiolo del nord, quanto nella parte gustativa dove il tannino progressivamente si sta sciogliendo regalando una beva tanto impeccabile quanto sorprendente anche per una piacevolissima persistenza agrumata. Il gigante si starà svegliando?



Roccamonfina Rosso IGT “Masseria Cacciagalli” 2012 - I Cacciagalli è il vino della settimana di Garantito IGP


di Roberto Giuliani

Non ci si svena ad acquistare questo vino, una ventina di euro. Ne vale la pena sotto tutti i punti di vista. 


Diana Iannaccone ci regala un aglianico intenso, profondo, terroso, con una succosità travolgente e un tannino quasi soffice, è un piacere berlo e qualunque tentativo di autocontrollo è vano.


Mossio, Dolcetto d'Alba Bricco Caramelli 2011 - Garantito IGP

Di Roberto Giuliani

Se si trattasse di un Barolo, un Brunello di Montalcino o un Taurasi, nessuno darebbe importanza all'annata 2011, ma qui stiamo parlando di un Dolcetto d'Alba! Ancora pochi sanno che questo vino, soprattutto se proveniente da vigne di grande spessore, è capace di evolvere bene per molti anni.


Nel 2012 pubblicai per Garantito Igp una bellissima verticale del Bricco Caramelli di Valerio e Remo Mossio di Rodello, dalla 2010 indietro fino alla 2005. Oggi stappo per voi la 2011, a sette anni dalla vendemmia e sei dalla messa in commercio. Il Bricco Caramelli è un vero e proprio cru, si trova a 470 metri di altitudine e viene curato come un figlio, pianta per pianta, nelle annate difficili vengono usati solo rame e zolfo di cava; in cantina subisce una macerazione di circa 10 giorni, completata la fermentazione matura alcuni mesi in acciaio e poi altri due in bottiglia, niente filtrazioni e niente stabilizzazioni.


La prima cosa che colpisce nel calice è il colore: rubino cupo, solo all'unghia appare il granato; al naso si apre poco alla volta, su note di viola e prugna, poi arriva l'amarena in confettura, il cacao, la menta, un filo di tabacco e venature terrose, di grafite e liquirizia.

Al palato impressiona per la freschezza e una struttura piena, quasi grassa, salina e avvolgente nel frutto maturo, non c'è alcun segno di cedimento, il vino ha un equilibrio quasi perfetto e tiene la barra dritta, senza esitazioni, il finale è profondo, lungo e appena amaricante, tratto tipico del dolcetto.

Avercene una cassa...


Il vino in Cina: gli studi Mediobanca presentati al Vinitaly svelano rischi e opportunità


Tutti i produttori di vino con propensione all'export guardano alla Cina come la grande occasione del presente e del futuro, ma il gigante asiatico potrebbe anche essere una grande minaccia per il settore. Dalla ricerca dell'Area studi di Mediobanca che viene presentata ogni anno in occasione del Vinitaly, emerge infatti che l'import cinese di vino è salito dal 2012 del 75%, ma anche che negli ultimi vent'anni la quantità di vigneti impiantati nel Paese è cresciuta di oltre il 400%, esattamente del 407%.

Anche i consumi in Cina sono in aumento, ma nello stesso periodo la crescita è solo del 62% a 11,4 milioni di ettolitri, quindi a un tasso molto inferiore rispetto alla quantità di vigneti impiantati. E' vero che nel 1995 (anno dal quale partono i dati della ricerca Mediobanca) le vigne nel gigante asiatico erano quasi assenti, ma questa differenza sta a significare che la Cina - dove per ora si produce vino di scarsa qualità spesso con aggiunta di distillati e zucchero per il mercato interno - ha una potenzialità produttiva inespressa ancora enorme.
In ogni caso l'Italia nel cruciale mercato cinese, con le conosciute difficoltà e opacità distributive, è ancora molto indietro: l'anno scorso il primo importatore in Cina è stato la Francia con 973 milioni di euro in valore, seguita dall'Australia a 640 milioni in aumento del 23% in un solo anno e che potrà presto sfruttare l'area di libero scambio tra i Paesi dell'area che comprende anche Pechino. Il Cile è terzo a 290 milioni, la Spagna quarta a 171 e le etichette italiane solo quinte a quota 143 milioni di vendite.

Foto: stamptoscana.it

Secondo le proiezioni dell'Area studi di Mediobanca, i dazi che la Cina potrebbe applicare ai vini statunitensi porterebbero ai produttori italiani un beneficio piuttosto limitato (circa cinque milioni nell'ipotesi più estrema), ma anche la decisione della Brexit ha per ora avuto un impatto nullo. L'anno scorso in valore le nostre esportazioni sono cresciute del 6% nel Regno Unito, un mercato che per il 'made in Italy' è il terzo mondiale a oltre 800 milioni di euro, preceduto solo dalla Germania (985 milioni) e da quello statunitense (1,7 miliardi).

Fonte: Ansa