Se si
trattasse di un Barolo, un Brunello di Montalcino o un Taurasi, nessuno darebbe
importanza all'annata 2011, ma qui stiamo parlando di un Dolcetto d'Alba!
Ancora pochi sanno che questo vino, soprattutto se proveniente da vigne di
grande spessore, è capace di evolvere bene per molti anni.
Nel 2012
pubblicai per Garantito Igp una bellissima verticale del Bricco
Caramelli di Valerio e Remo Mossio di Rodello, dalla 2010
indietro fino alla 2005. Oggi stappo per voi la 2011, a sette anni dalla
vendemmia e sei dalla messa in commercio. Il Bricco Caramelli è un vero e
proprio cru, si trova a 470 metri di altitudine e viene curato come un figlio,
pianta per pianta, nelle annate difficili vengono usati solo rame e zolfo di
cava; in cantina subisce una macerazione di circa 10 giorni, completata la
fermentazione matura alcuni mesi in acciaio e poi altri due in bottiglia,
niente filtrazioni e niente stabilizzazioni.
La prima
cosa che colpisce nel calice è il colore: rubino cupo, solo all'unghia appare
il granato; al naso si apre poco alla volta, su note di viola e prugna, poi
arriva l'amarena in confettura, il cacao, la menta, un filo di tabacco e
venature terrose, di grafite e liquirizia.
Al palato
impressiona per la freschezza e una struttura piena, quasi grassa, salina e
avvolgente nel frutto maturo, non c'è alcun segno di cedimento, il vino ha un
equilibrio quasi perfetto e tiene la barra dritta, senza esitazioni, il finale
è profondo, lungo e appena amaricante, tratto tipico del dolcetto.
Avercene una
cassa...
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