di Lorenzo Colombo
Castello Bonomi fa parte, dal 2008 di Casa Paladin, una realtà di proprietà della famiglia Paladin, che dispone di tenute in diverse regioni italiane: la casa madre Paladin, in Veneto, Bosco del Merlo, tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, Fattoria di Castelvecchi nel Chianti Classico, Casa Lupo in Valpolicella ed appunto Castello Bonomi in Franciacorta.
La tenuta prende il nome dall’edificio a forma di castello (sino ad alcuni anni addietro si chiamava Castellino Bonomi) in stile liberty costruito a fine ‘800 dall’architetto Antonio Tagliaferri, per conte di Andrea Tonelli, acquista in seguito dall’ingegner Bonomi, tuttora proprietario dell’edificio, che negli anni ’90 recuperò i vigneti terrazzati già preesistenti.
La produzione annuale è di circa 150.000 bottiglie, centomila delle quali sono di Franciacorta, prodotto in nove diverse etichette, durante la nostra visita in azienda, accompagnati da Martina Paladin abbiamo potuto degustare cinque di questi vini, ecco le nostre impressioni:
Franciacorta Brut Cuvée 22
Il nome del vino deriva dalle 22 parcelle aziendali di chardonnay dalle quali provengono le uve per la sua produzione. Si tratta del vino d’ingresso dell’azienda e dell’unico Franciacorta non Millesimato prodotto, la fermentazione avviene in vasche d’acciaio ed il processo di spumantizzazione prevede una sosta sui lieviti minima di 24 mesi (erano 30 nel caso del vino da noi assaggiato).
22 euro il suo prezzo in azienda.
Il colore è paglierino scarico luminoso. Fresco al naso, fruttato, sentori di pesca bianca ed accenni di lieviti. Cremoso e sapido, dotato di buona struttura, bel frutto, pesca e accenni di mela, lievi note tostate e lunga persistenza.
Per essere il vino d’ingresso si può certamente affermare che siamo su alti livelli.
Franciacorta Brut CruPerdu Millesimato 2017
70% Chardonnay e 30% Pinot nero. Parte dello Chardonnay fermenta in barriques dove matura per circa otto mesi, il periodo d’affinamento in bottiglia è di almeno 60 mesi. Il vino deve il nome alla riscoperta, nel 1986, nei pressi di un bosco, di alcune piante di vite coperte dai rovi, da cui Cru Perduto. In azienda viene venduto a 26 euro.
Si presenta con un colore paglierino piuttosto scarico, quasi color platino. Intenso al naso dove spicca un frutto giallo maturo unito ad accenni vanigliati, si coglie inoltre una certa nota evolutiva nel vino che sfocia in sentori di mela matura. Cremoso al palato, strutturato e molto intenso, sapido e dotato di spiccata vena acida, tagliente, quasi citrina, percepiamo sentori agrumati di pompelmo e limone, buona la sua persistenza.
Franciacorta Cuvée 1564 Brut Nature Millesimato 2017
45% Chardonnay, 45% Pinot nero e 10% Erbamat, oltre 40 i mesi di sosta sui lieviti. Prima annata di produzione per questo vino nella cui composizione rientra un 10% di Erbamat (percentuale massima ammessa dal disciplinare di produzione) ed il cui nome deriva appunto dall’anno in cui il vitigno viene citato per la prima volta da Agostino il Gallo che così scrive “Albamate, atteso che fanno vin più gentile d’ogni altro bianco: ma perché tardano à maturare, non è perfetto sin’al gran caldo, & più quando ha passato un anno. Ma taccio le altre uve bianche, per havervi ragionato delle migliori”.
L’Erbamat è un vitigno che è stato inserito nel disciplinare di produzione del Franciacorta nel 2009 e che può essere utilizzato nella quantità massima del 10%, seppur in crescita il vitigno rappresenta una percentuale assai bassa del vigneto franciacortino, se ne posso infatti contare al momento solamente una trentina d’ettari. Il vitigno si presenta con un grappolo dalle dimensioni piuttosto importanti e si configura come un vitigno a maturazione tardiva, la vendemmia, infatti, avviene sino ad oltre un mese dopo rispetto alle altre varietà ed a causa della sua bassa fertilità basale dev’essere potato a Guyot.
Castello Bonomi è stata una delle prime aziende a credere ed a lavorare su questo vitigno, spumantizzandolo in purezza, tanto che è l’unica realtà franciacortina che può vantare una verticale completa dal 2011 al giorno d’oggi.
Il colore è paglierino luminoso di media intensità. Buona la sua intensità olfattiva, al naso si colgono sentori d’erbe officinali uniti a leggeri accenni aromatici.
Fresco e sapido, con spiccata vena acida, leggeri accenni tostati e lunga persistenza. Un vino che ha come dote migliore la coerenza tra naso e bocca. E’ stato prodotto unicamente in Magnum.
Nota: Della Cuvée 1564 sono state prodotte anche in passato alcune annate dove la percentuale di Erbamat era decisamente più consistente (30% - 40%), ovviamente questi vini non sono usciti con la denominazione Franciacorta, ma unicamente come VSQ Cuvée 1564 Millesimato.
La Riserva Lucrezia
La Riserva Lucrezia costituisce il vertice della produzione aziendale, viene prodotto unicamente nelle migliori annate stabilendo in base all’andamento climatico la tipologia di Franciacorta che andrà ad occupare. Nel 2007 è stato prodotto nella tipologia Rosé (Etichetta Rosé) utilizzando unicamente Pinot nero, nel 2008 è uscito in due versioni: Etichetta Bianca, blend di 70% Pinot nero e 30% Chardonnay e Etichetta Nera, Pinot nero vinificato in bianco (vino assaggiato) e nel 2009 si è prodotta la tipologia Saten (Etichetta Bianca), ovviamente con uve Chardonnay in purezza (altro vini di cui scriviamo sotto).
Franciacorta Saten Riserva Lucrezia Etichetta Bianca 2009
Chardonnay in purezza, da vigneti d’oltre 30 anni d’età, fermentazione in barriques con periodici batonnages, una parte del vino s’affina poi in vasche d’acciaio, a primavera s’effettua il blend e quindi il vino viene posto a rifermentare in bottiglia dove rimane per almeno 120 mesi.
Color giallo paglierino luminoso. Buona l’intensità olfattiva, note vanigliate, pasticceria, crema pasticcera, leggeri accenni affumicati.
Morbido e strutturato, sapido, note affumicate, legno percepibile, lunghissima la persistenza. 1.500 le bottiglie prodotte, vendute in azienda a 85 euro.
Franciacorta Riserva Lucrezia Etichetta Nera 2008
Un Blanc de Blancs da Pinot nero in purezza, con uve provenienti dai vigneti aziendali più vecchi situati a 275 metri d’altitudine, prodotto unicamente nelle migliori annate s’avvale d’una sosta sui lieviti di oltre 120 mesi.