I produttori del Nizza li conosco da molto tempo,
assieme a Daniele Chiappone, Gianluca Morino e Gianni Bertolino, oggi attivo Presidente dell'Associazione Produttori del Nizza, ho degustato in tempi assolutamente non sospetti i loro
vini che, lontani dal riconoscimento della DOCG, già svelavano un carattere
unico ed indissolubile tra territorio di elezione, ovvero le colline attorno a
Nizza Monferrato, e il vitigno principe di questi luoghi: il barbera. In tale
ambito mi ricordo che, anni fa, uno dei principali problemi dei vignaioli era
quello di far capire che quando si parlava di Nizza non si faceva riferimento
alla bella città francese ma al comune, forse meno noto al grande pubblico, di Nizza
Monferrato, delizioso paese dell’Astigiano al centro delle colline tra Asti, Alba,
Alessandria e Acqui Terme il cui areale è talmente unico, sia per clima che per
suolo, che l’Unesco non ha potuto non proclamarlo Patrimonio Mondiale
dell’Umanità.
In questo luogo unico al mondo vengono coltivate uve dolcetto,
moscato, brachetto, cortese, freisa e grignolino ma è il barbera, più di tutti,
ha rappresentare al meglio questo territorio esprimendo, come detto in
precedenza, un vino dai caratteri inimitabili tanto che già dalla vendemmia
2000 venne riconosciuta Nizza come sottozona della Barbera d’Asti Superiore
(D.M. 13/10/2000).
Sono dovuti passare 15 anni, periodo in cui i
produttori hanno avuto modo di “autotestarsi” col nuovo disciplinare di
produzione, per arrivare, finalmente, all’ottenimento della DOCG elevando così
la sottozona della Barbera a denominazione vera e propria la cui zona di
produzione è composta da 18 comuni intorno al comune di Nizza Monferrato per
una superficie complessiva di oltre 160 ettari (sono 720 quelli potenziali,
cioè vigneti di barbera iscrivibili alla nuova denominazione).
Per capire davvero il
Nizza DOCG bisogna conoscerne il disciplinare, studiato per essere molto più
severo e restrittivo rispetto a quello del suo più prossimo parente: il Barbera
d’Asti. La più grande differenza sta nell’uvaggio: se per ottenere il vino
Barbera d'Asti è consentito utilizzare fino ad un 10% di altre uve rosse coltivate in
Piemonte (come nebbiolo, cabernet sauvignon, freisa, dolcetto…), il Nizza
prevede una vinificazione in purezza, ovvero 100% Barbera. Non è consentito,
inoltre, l’arricchimento del grado alcolico nelle annate dichiarate
sfavorevoli. Il nuovo disciplinare ha previsto la possibilità di dar vita fino
a 4 diverse tipologie:
Nizza e Nizza Vigna (invecchiamento minimo 18 mesi di
cui 6 mesi in legno)
Nizza Riserva e Nizza Vigna
Riserva (invecchiamento
minimo 30 mesi di cui 12 mesi in legno)
Da un punto di vista
pedoclimatico, l’area di produzione del “Nizza DOCG” può considerarsi
totalmente collinare, con pendenze delle colline che, in questa zona della
provincia di Asti, risultano spesso molto rilevanti. La coltivazione è
concentrata prevalentemente su una fascia altimetrica compresa tra i 150 e i
350 m s.l.m., anche se non sono da escludere alcuni vigneti posti ad altimetrie
maggiori, nella fascia che va dai 350 ai 500 m s.l.m.
Il clima si può
definire di tipologia temperato-continentale: caratterizzato prevalentemente da
inverni freddi e poco piovosi (mentre non sono rare le precipitazioni nevose);
da primavere e autunni ricchi di precipitazioni; estati calde e secche, con
scarse piogge di breve durata (principalmente a carattere temporalesco). Queste
caratteristiche sono però parzialmente mitigate dalle numerose colline presenti
nell’area di produzione dove, salendo di quota, le minime invernali risultano
essere meno rigide rispetto ai fondovalle, mentre l’afa e le temperature
estive, grazie alla maggiore 6 ventilazione, sono sicuramente più miti
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barbera |
Interessantissime,
anche per l’influenza sul vino di provenienza, sono le caratteristiche dei
terreni dell’area di produzione del “Nizza” che, in generale, hanno tutti elevato
contenuto in carbonato di calcio, sostanza organica generalmente ridotta e sono
tutti di origine marina anche se al loro interno, a seconda della zona, sono
caratterizzati da forte eterogeneità tanto che si sono distinti in 4 diverse
tipologie di terreno così come individuate da Alessandro
Masnaghetti di Enogea
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Suoli sabbiosi (settore centrale)
Suoli poco evoluti (Entisuoli)
a tessitura sabbioso-franca o franco-sabbiosa (sabbie), da depositi marini
molto grossolani debolmente consolidati o sciolti. Comprendono parte dei comuni
di Vinchio, Cortiglione, Incisa, parte di Mombercelli, Mombaruzzo. Il terreno è
costituito da sabbie sia fini che grossolane a permeabilità elevata; è una zona
poco fertile, povera di sostanza organica.
Suoli limoso-marnosi (settore
centrale e settore nord)
Suoli poco evoluti (Entisuoli)
a tessitura franco-limosa o franco-sabbiosa, da depositi marini da fini a
grossolani debolmente consolidati. Comprendono i comuni di Castelnuovo Calcea,
parte di Agliano, Mombercelli, Belveglio, parte di Nizza M.to, Castelnuovo
Belbo e parte di Mombaruzzo. Il terreno è costituito da sabbie e marne a
permeabilità moderata che tendono al colore rosso man mano che ci si sposta ai
margini orientali della denominazione.
Arenarie (settore sud)
Suoli Franco-Sabbiosi
o Franco-Limosi da depositi marini grossolani consolidati.
Comprendono i comuni di Calamandrana, Castel Boglione e Rocchetta Palafea. Qui
troviamo marne e arenarie a permeabilità moderatamente elevata.
Limo e Sabbie fini (settore est)
Suoli evoluti (Alfisuoli), a tessitura
franco-argillosa o franco-limoso-argillosa da depositi alluvionali antichi fini
non consolidati.
Nel corso di un evento romano sul Nizza tenutosi
alla FIS ho avuto il piacere non solo di rincontrare vecchi e nuovi amici
vignaioli ma, soprattutto, ho avuto modo di degustare una orizzontale di Barbera
d’Asti Superiore DOCG “Nizza dell’annata 2011 che, come riportano le cronache,
è stata un’annata calda, appena sotto la 2003, e ricca di precipitazioni
soprattutto nei mesi di giugno e settembre.
Nove i vini in degustazione:
Bava – Barbera d’Asti Superiore DOCG Nizza “Piano Alto” 2011: naso
regolare, didattico, giocato su sensazioni di ciliegia e fragoline macerate,
per via di uno sbuffo alcolico sopra la media, assumono le sensazioni di frutta
sotto spirito. Al sorso è rustico, la nota alcolica è ben equilibrata
dall’acidità del barbera tende a impadronirsi della bocca lasciando il palato
pulito e desideroso di un altro sorso.
Bersano - Barbera d’Asti Superiore DOCG Nizza “La Generala” 2011: rispetto
al precedente il vino risulta decisamente più equilibrato, non ritrovo sbuffi
alcoli ma, al contrario, tanta suadenza e rotondità soprattutto nella carica
fruttata del barbera che, col passare del tempo, si arricchisce di richiami
olfattivi di timo e rosmarino. Al sorso è coerente, di esemplare equilibrio, i
vari elementi del vino sono così ben integrati chei 15° di alcol della barbera
sono mascherati benissimo. Finale lungo e sapido.
Cascina Garitina - Barbera d’Asti Superiore DOCG Nizza “900” 2011: naso
decisamente complesso, prepotente di ciliegia nera, mirtillo, ribes, a seguire,
con l’ossigenazione del vino, si susseguono toni terziari di grande eleganza
che prendono la forma del mallo di noce, della grafite, della terra bagnata. Il
richiamo al territorio di Castel Boglione, dove le viti sono piantate su
arenaria, si fa deciso soprattutto al gusto dove l’acidità sferzante della
barbera solleva e dà slancio ad un sorso dal grande estratto secco ma da
contorni precisi ed avvolgenti. Finale lunghissimo e ciliegioso.
Cantina Sociale di Vinchio Vaglio - Barbera d’Asti Superiore DOCG Nizza
“Laudana” 2011: probabilmente, durante la degustazione, ha pagato
il confronto con il vino precedente ma, sinceramente, è un Nizza che non mi ha
fatto impazzire per via di una personalità che riassume in tono minore, senza
picchi qualitativi, i caratteri e le specificità dei Nizza finora degustati.
Dacapo - Barbera d’Asti Superiore DOCG Nizza “Vigna Dacapo” 2011: naso
compatto, concentrato, c’è tanta ricchezza di frutta nera a cui seguono spunti
di cacao, grafite ed eucalipto. Bocca di grande morbidezza, precisa, ottima
nello sviluppo, con corpo importante ma non invadente. Finale fruttato, ricco,
che termina con una lunga scia sapida.
Erede di Chiappone Armando - Barbera
d’Asti Superiore DOCG Nizza “Ru” 2011: la possanza e l’esuberanza di questo
vino è desumibile fin dalla prima olfazione che in maniera prepotente richiama
un ventaglio di profumi di grande complessità articolati su toni di frutta
nera, spezie indiane, terra, china ed erbe medicinali. Al palato è vigoroso,
entra come un TIR che travolge ogni nostro senso senza però diventare sfacciato
ed invadente. Vino di grandissimo equilibrio, grazie ad una dotazione
acido-sapida imponente, tanto che gli oltre 16° alcolici della barbera
risultano perfettamente oscurati.
La Gironda - Barbera d’Asti Superiore DOCG Nizza “Le Nicchie” 2011: naso
davvero coinvolgente, ridondante di sensazioni balsamiche che sembrano
intrecciate con importanti richiami di erbe aromatiche dove timo e maggiorana
la fanno da padrone. Poi, col tempo, escono delicate note terziare di humus e
caffè. Al gusto è decisamente asciutto, inquadrato, austero, con tannino ben
fuso e chiusura sapida e lunghissima senza eccessi.
Michele Chiarlo - Barbera d’Asti Superiore DOCG Nizza “La Court” 2011: nato da uno
dei Cru più importanti del Monferrato, questo Nizza, per la prima volta durante
la degustazione, gioca una partita tutta sua dove l’eleganza e la sobrietà
giocano un ruolo fondamentale. Naso subito etereo, prosegue poi con una decisa
nota di viola, rosa, frutta rossa croccante, anice e pepe rosa. Al gusto è
assolutamente coerente, insiste con classe sulla freschezza, sulla leggerezza e
sulla perfetta integrazione tra tutte le componenti del vino che donano una
beva assolutamente da urlo.
Tenuta Olim Bauda - Barbera d’Asti Superiore DOCG Nizza 2011: il vino
di Gianni Bertolino, attuale Presidente dell’Associazione dei produttori del
Nizza, chiude egregiamente la batteria di degustazione grazie ad un barbera di
grande personalità aromatica dove crescono lentamente, ricchi ed articolati,
eleganti profumi di rosa, violetta, lampone, pepe, grafite. Bocca che non
molla: decisa, dinamica, dove alla grande potenza gustativa fa da contraltare
l’inesauribile freschezza del barbera e la setosa tannicità. Ampio e
persistente il finale dove le iniziali percezioni di dolcezza sono subito
smussate da ritorni sapidi di grande eleganza ed integrità che invitano
nuovamente alla beva che, in questi termini, diventa irrefrenabile.