Cosa rimane dell'evento AIS Roma sul Primitivo e il Negroamaro se togliamo dal contesto la faccia di D'Alema, Vespa, Cotarella, Ricci (dimagrito venti chili) e tutta una serie di ospiti che sembrano usciti dal film "Il Gattopardo"?
Confusione!
L'unica parola che mi viene ora in mente dopo aver degustato un pò dei vini presenti che, va sottolineato, erano forse orfani di alcuni punti di riferimento come, ad esempio, Chiaromonte o Attanasio.
Con il mio amico Antonio Di Spirito, incrociato nella sala, dopo esserci guardati in faccia ci siamo detti che, un pò come succede anche col Cesanese nel Lazio, anche il Primitivo (di Negroamaro non parlo avendo fatto solo pochi assaggi) sta soffrendo di una crisi di identità tra i produttori che interpretano il vitigno secondo un LORO stile che, spesso e volentieri, porta questa uva ad espressioni lontane dal suo reale potenziale. Espressioni, come dice qualcuno, un pò "paracule" che spesso e volentieri vengono distorte da un alcol difficilmente gestibile se non lavori bene in vigna.
Eppure, come ha scritto su EnoRoma anche Elisabetta
Angiuli, bravissima enologa del Lazio, "é un vino che viene buono da sé,
la sua natura é semplice. Ci sono vitigni che possono generare vini
incredibilmente diversi, dalle mille sfaccettature e possibili interpretazioni.
Non il primitivo. Il primitivo é solido e genuino ed é questa la sua tipicità.
Io nella mia testa ho una sola bellissima idea di Primitivo. Quella confusione
che Andrea avverte scaturisce proprio dal tentativo di voler dare strane
personalità a un vino che ne ha già una fortemente determinata."
In tutto questo, come ho scritto su Facebook, Gianfranco Fino gioca un campionato a parte, l'ES è un vino che per quella tipologia, ad oggi, non ha rivali in quanto ha raggiunto una maturità ed una eleganza di rara espressione.
Cos'altro ho degustato oltre i vini di Fino?
Di seguito una rapida carrellata di quello che ho potuto bere fino a quando Ricci ha fatto cessare ogni attività vivente per poter presentare il Primitivo di Vespa e il libro biografia su Riccardo Cotarella che lo sta affiancando nei suoi primi passi da vignaiolo. Sigh.
Di seguito una rapida carrellata di quello che ho potuto bere fino a quando Ricci ha fatto cessare ogni attività vivente per poter presentare il Primitivo di Vespa e il libro biografia su Riccardo Cotarella che lo sta affiancando nei suoi primi passi da vignaiolo. Sigh.
Polvanera - Polvanera 14 2009: primitivo di Gioia del Colle prodotto da uve biologiche, presenta un olfatto caldo di frutta sotto spirito e toni vegetali. Al palato esce fuori un pò di alcol e forse, perde un pò in persistenza. E' il fratello piccolo dei più blasonati Polvanera 16 e 17. Un buon base ma nulla di più.
Cantina
Due Palme - Sangaetano 2011: primitivo di Manduria che offre un corredo olfattivo dove
emergono note di ciliegia, visciola e toni minerali. Bocca mordida, calda, di
buona freschezza. In vendita sul sito aziendale a otto euro e cinquanta.
L'Astore Masseria - Jèma 2010:
da uve biologiche è, onestamente, il primitivo che più di tutti non ho capito.
Aveva, e Antonio lo sa bene, una nota resinosa e aromatica che porta fuori da
ogni schema. Dovrebbe fare solo acciaio.
Morella - La Signora
2009: di questa azienda apprezzo
spesso l'Old Vines e questo "base" conferma il buon manico
dell'enologa Lisa Gilbee che cerca di valorizzare al massimo il patrimonio di
vecchie vigne a sua disposizione. La Signora si conferma molto tipico con i suoi
sentori di frutta rossa matura e macchia mediterranea. Buona la beva grazie
alla fervida acidità del vino.
Masseria Cuturi - Primitivo 2011: caspita è il vino di Vespa e Cotarella! Risultato? Tanta dolcezza e morbidezza per un vino molto piacione e avvolgente che non è esente da pecche come un tannino che va un pò per cavoli suoi. Piacerà alla gente che piace?
Cantine De Falco - Bocca della Verità 2011: la verità è che trattasi di vino abbastanza anonimo, di quelli che fai perchè il primitivo nella gamma dei vini ce lo devi avere. Tanta prugna, mora, spezie legnose e poco altro.
Racemi - Dunico 2009: da vigne ad alberello nasce questo primitivo abbastanza austero al naso che, sfortunatamente, non mantiene le premesse al sorso che rimane un pò sfuggente dal centro bocca in poi. Chiusura ammandorlata.
Soloperto - Cento Fuochi 2011: un primitivo che sa di fico, dattero e cioccolato. Ideale per Natale. E non è un complimento.
Conti Zecca - Primitivo 2009: molto profondo, sa di cuoio, cacao, frutti neri, Sorso molto didattico, generoso, fruttato.
Il Primitivo restante, come scritto, non ho avuto modo di provarlo ma alcuni illustri colleghi di bevute mi dicono che Albea aveva nella sua gamma due discreti prodotti. Non ho provato, perchè non trovato, il 7° Ceppo di Taurino che, da quanto leggo in giro, dovrebbe essere molto interessante.
Per chiudere il discorso, nel futuro, preferirei versioni di Primitivo meno spinte nella morbidezza e nell'uso della barrique che, in alcuni casi, è davvero spregiudicata. Spererei, inoltre, che i produttori riducessero anche la resa per ettaro in un'ottica di poco ma buono. E' vero, il percorso è lungo, ma la volontà di fare bene in Puglia c'è e il patrimonio ampelografico della Regione è straordinario. Seguire una rotta unica si può, basta volerlo!
Per completezza, ecco la lista delle aziende invitate dall'AIS Roma:
AGRICOLE VALLONE – ALBEA - ANTICHE TERRE DEL SALENTO – APOLLONIO -
AZIENDA MONACI – BARSENTO - CANTINE DE FALCO - CANTINE DEL COLLE -
CANTINE DUE PALME - CANTINE POLVANERA - CANTINE SANTA BARBARA - CANTINE
TEANUM – CARDONE – CASALBAIO - CASTELLO MONACI - CONTI ZECCA –
CUPERTINUM - DUCA CARLO GUARINI - FEUDI DI GUAGNANO - FEUDI DI SAN
MARZANO - FEUDI DI TERRA D'OTRANTO – FINO - L'ASTORE MASSERIA - LEONE DE
CASTRIS – LONGO - MASSERIA ALTEMURA - MASSERIA CAPOFORTE - MASSERIA
CUTURI - MASSERIA LI VELI – MOCAVERO – MORELLA – PAOLOLEO - PRODUTTORI
VINI MANDURIA - RACEMI - ROSA DEL GOLFO - SCHOLA SARMENTI – SOLOPERTO –
TAURINO - TENUTA PARTEMIO - TENUTE RUBINO – TORMARESCA - TORRE QUARTO -
VALLE DELL'ASSO – VETRERE - VIGNETI REALE