Prendo spunto da questo post di Antonio Marino su Facebook. Antonio è un amico ed è molto competente però, come già sa, non sono d'accordo con lui sulla disamina sul vino in oggetto soprattutto perchè, a differenza di quel che scrive, lo spartiacque ancora una volta sembra essere la solita querelle convenzionale Vs naturale. Vabbè.
Il commento più interesssante e stuzzicante nel dibattito arriva dal Sig. Rossi che con grande "competenza" parla dell'ES come di un vino piacione, sovraestratto e creato dai blogger.
Se prendo il vocabolario e cerco la parola creare viene fuori questo: produrre dal nulla; dare origine e vita: Dio ha creato l’uomo.
Pertanto, secondo il Sig. Rossi, noi blogger saremmo delle entità sovrannaturali che, di punto in bianco, si uniscono per dar luce e "pompare" un vino senza storia pensato da un ufficio marketing che ci paga fior di quattrini per scrivere bene di quel vino.
Ecco, per me il wine blogger di oggi è esattamente l'opposto di quanto raccontato sopra perchè questa figura, più o meno autorevole, è nata proprio per "contrastare" l'egemonia dei soliti vini delle solite cantine osannate dai soliti giornalisti.
L'ES, per dirla alla Ronco, non è altro che uno dei tanti vini scoperti "dal basso", cioè dai tanti appassionati che ogni giorno girano tra le tante piccole cantine italiane alla ricerca della chicca la cui scoperta spesso è condivisa in Rete all'interno dei forum di appassionati.
Gianfranco Fino, visto che ho ormai qualche anno di esperienza alle spalle, non è poi che l'ultimo di una serie di vignaioli che il mondo di internet ha scoperto e valorizzato. Qualche esempio? Miani e il suo Calvari, il Verdicchio Collestefano, il Kurni e tanti altri vini che, volenti o nolenti, sono diventati (meritatamente) talmente "cult" che alla fine sono stati inseriti nelle varie guide.
Già, le guide. Penso di nuovo all'ES, ai riconoscimenti ottenuti quest'anno col 2009, e mi domando: davvero i wine blogger sono così bravi e potenti da riuscire a manipolare la volontà di Cernilli e Rizzari, tanto per fare un esempio, affinchè siano spinti inconscentemente a premiare questo Primitivo di Manduria sovraestratto, marmellatoso e di difficile abbinamento?
Prima di criticare un vignaiolo e il frutto del suo lavoro sarebbe sempre opportuno accendere quella parte del cervello chiamata buon senso e magari, perchè no, fare un salto giù in Puglia per capire quanta fatica ed etica c'è dietro quel vino che, lecitamente, potrà poi piacere o non piacere per milioni di motivi tutti riconducibili alla parola sovrana di ogni godimento personale: Gusto.