Vai da Marqués de Riscal e capisci subito la vera essenza dell'enoturismo che da queste parti, in Rioja, è una cosa seria: prenotazioni on-line, Agosto sempre aperto, visite in tre lingue, sala d'attesa con wine bar, etc..
Vai da Marqués de Riscal e, nonostante una struttura all'avanguardia, capisci che qua la storia ha radici molto lontane.
E' il 1858 quando Don Guillermo Hurtado de Amézaga, Marqués de Riscal, diplomatico, giornalista con residenza a Bordeaux, inizia a collaborare con Jean Pineau, enologo di Chateau Lanessan, al fine di insegnare ai produttori locali della provincia di Álava (Rioja) i metodi di produzione usati nel Médoc.
E' l'inizio di una nuova era perchè ai classici Tempranillo e Graciano si affiancheranno anche uve fino allora sconosciute come Cabernet Sauvignon, Merlot, Malbec e Pinot Nero.
E' il 1860 quando sulla scia dell'entusiasmo il Marqués de Riscal fonda la sua cantina con l'obiettivo di ottenere il primo “ Grand Vin ” spagnolo.
E' il 1895 quando quando il suo Rioja vince a Bordeaux il prestigioso Diploma d’Onore. Per la prima volta questo riconoscimento viene conferito ad un vino non francese.
E' l'inizio del mito Marqués de Riscal!
Da buoni enoturisti in vacanza abbiamo prenotato il giro della cantina per il 7 Agosto e, dopo averci marcato con un adesivo blu (il colore per il tour in spagnolo) abbiamo aspettato il nostro turno all'interno del wine bar della reception...
La reception con tanto di wine bar aziendale... |
La prima tappa del tour è il classico video aziendale che mostra all'allegra truppa vita, morte e miracoli dell'azienda. Appisolante.
Dopo qualche minuto, scendendo di un piano, la nostra guida apre un portone gigantesco e ci porta all'interno della sala di fermentazione dell'azienda, una sorta di cattedrale d'acciaio dove troviamo 251 tini che devono contenere la bellezza di 2000 Kg di uva proveniente da 1300 ettari di vigneto aziendale (solo per la D.O. Ca Rioja)!!
una parte della cantina |
La sala controllo. Altro che artigianalità! |
Scendiamo di un piano ancora e ci troviamo nella "sala malolattica" dove incontriamo altre vagonate di tank in acciaio, 76 per la precisione, che subito dopo la fermentazione devono lavorare circa migliaia di litri di vino per trasformare l'acido malico in acido lattico.
Tank in acciao per la malolattica |
Dopo tanto acciaio arriviamo finalmente al legno e alla conseguente sala (?!) affinamento dove, a perdita d'occhio, troviamo migliaia di barrique per tutti i gusti e tutti i legni. L'idea di fare una cantina stile Bordeaux qua è molto tangibile.
Vabbè ma la storia di Marqués de Riscal dov'è? La domanda trova subito una risposta quando, uscendo sul piazzale principale, la nostra guida apre la piccola porticina di quella che viene definita "La Cattedrale" ovvero la cantina di affinamento del vino in bottiglia localizzata all'interno della vecchia cantina del 1860. Tra silenziosi e bui corridoi, tra ragnatele e muffe si può finalmente respirare il passato di questa azienda. Ora ci troviamo in un piccolo grande museo del vino dove sono tenute ancora oggi bottiglie che risalgono a circa 150 anni fa. Purtroppo lo possiamo vedere solo da lontano, non si fidano degli enoturisti...
La vecchia cantina. Foto dal sito aziendale. |
Vecchie bottiglie. Foto dal sito aziendale. |
Dopo la (noiosa) visita della sala imbottigliamento giungiamo all'interno della nuova cantina di affinamento (9 milioni di bottiglie son tante!) dove troviamo grattaceli di vino che attende il momento giusto per essere venduto. Da notare la differenza tra Reserva (2anni di legno più un altro anno minimo di bottiglia) e Gran Reserva (32 mesi di barrique più altri 3 anni minimo di bottiglia).
L'ultima parte del tour, come di consueto, è dedicata alla degustazione del vino all'interno della "tasting room". Due i vini presentati: il Rueda Verdejo D.O. 2010 (100% Verdejo) e il rosso Marqués de Riscal Reserva 2006 (90% tempranillo e 10% graciano e mazuelo).
Il primo vino è un bianco che prevede macerazione a freddo e fermentazione di 20 giorni a temperatura controllata a cui segue breve affinamento. Per me è un classico vino estivo a tutto pasto che punta molto sulla freschezza e sugli aromi un pò "piacioni" di frutta esotica ed agrumi con un tocco d'erbaceo finale. Ottimo equilibrio, piacevole da bere.
Da notare come Marqués de Riscal, nel 1972, fu la prima a creare all'interno della D.O. Rueda un'azienda dedicata esclusivamente alla produzione di vino bianco introducendo, nel 1974, sempre per la prima volta nella zona, l'uso del sauvignon blanc.
Il Marqués de Riscal Reserva 2006, maturato per due anni in botti di rovere americano ed affinato almeno un anno in bottiglia, rappresenta per l'azienda il classico stile Rioja: un vino fresco, fine ed elegante da poter invecchiare per anni.
Per me rappresenta qualcosa di diverso, forse il futuro di Marqués de Riscal e non certo il passato perchè non è certo un vino "tradizionale". Anzi.
Il naso inizialmente parte bene, minerale con tratti ferrosi, poi esce fuori la nota di frutta secca e, soprattutto, di legno che stanca l'olfatto e rende tutto troppo moderno.
In bocca è un vino abbastanza semplice che, a mio modesto parere, non ha alcun carattere di un vino di Riserva come lo intendo io. Ok, sarà abbastanza equilibrato, facile da bere, però da un vino di 5 anni mi aspettavo di meglio, soprattutto se ha il marchio storico di Marqués de Riscal. Dimenticato il passato troppo facilmente?