“Forza Lazio!”, verrebbe da dire, senza alcuna implicazione calcistica. Un incitamento che sentiamo come atto dovuto per stimolare i produttori di una regione che, grazie a condizioni pedoclimatiche pressoché uniche al mondo (lo dicono anche i francesi, sia pure a denti stretti). Nei rari casi in cui la regione riesce a esprimere una voce univoca, compattezza, unità d’intenti, profondità di progetto e lungimiranza, i risultati si fanno subito molto, molto interessanti.
È che ci vorrebbe più continuità, da parte sia umana, sia di… madre natura: perché tra un 2015 che ha fatto impazzire le menti bianchiste e un 2014 e un 2013 (talvolta anche 2012) che non hanno agevolato il compito ai produttori di rossi, a volte viene da chiedersi: “Ma di cosa stiamo parlando?”. Nel dettaglio, il Viterbese si difende, pur forse mancando quest’anno, nello sprint finale, di alcuni dei baldi giovani che ci avevano fatto ben sperare per il futuro, e che comunque stanno sempre di più lavorando con cognizione di causa e con la massima attenzione. Rieti e provincia continuano a stare alla finestra, ma i segnali che sia stata imboccata la strada della qualità si fanno sempre più tangibili.
L’Agro Pontino stavolta soffre un po’, ma probabilmente a causa della “crisi del settimo anno” (tante, infatti, le edizioni della guida), a conferma di un matrimonio su cui contiamo molto. I Castelli Romani sfoderano qualche Frascati davvero niente male, anche nella versione languida del Cannellino, mentre la Ciociaria resta forse la zona più meritevole grazie a un Cesanese, oramai quasi completamente domato, e soprattutto grazie al lavoro in loco dei bravi pionieri di sempre, su lieviti, maturazioni, macerazioni, selezioni clonali… alla fine sta portato seri frutti, e non solo metaforicamente.
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Certo, le ambiguità sono molte: ad iniziare da questa nuova Doc Roma, che ancora non s’è capito dove voglia andare a parare come identità, marchio, tipicità. Anche alcuni baluardi degli anni scorsi (ci riferiamo a produttori che, nonostante i grandi numeri, si rivelavano costantemente affidabili) quest’anno passano il turno, visti i troppi chiaroscuri dei vini presentatici.
VINO SLOW | ||
Cesanese del Piglio Sup. Torre del Piano Ris. | 2013 | Casale della Ioria |
Cesanese di Olevano Romano Sup. | 2014 | Proietti |
Cesanese di Olevano Romano Sup. Silene | 2014 | Damiano Ciolli |
Latour a Civitella | 2014 | Sergio Mottura |
VINO QUOTIDIANO
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Capolemole Bianco | 2015 | Marco Carpineti |
Cesanese del Piglio Velobra | 2014 | Giovanni Terenzi |
Frascati 496 | 2015 | De Sanctis |
Frascati Sup. Racemo | 2015 | L’Olivella |
Grechetto | 2015 | Trappolini |
Maturano | 2015 | Cominium |
Regius | 2015 | Donato Giangirolami |
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