Sono sempre più convinto che il vino, a prescindere dalla "ricette" dell'enologo, sia sempre lo specchio della personalità del suo produttore che per nessun motivo al mondo, se sano di mente, darebbe il via libera ad un prodotto che non berrebbe mai nella vita.
Coralìa Ghertsos Pignatelli della Leonessa. Fonte:supremeitalianwine.com |
Questo è soprattutto il caso di una grande donna del vino italiano, la principessa Coralìa Ghertsos Pignatelli della Leonessa che, dal 1971, ha fatto una promessa d'amore al sangiovese di Castelnuovo Berardenga producendo un Chianti Classico (sia annata che Riserva) di grande fascino e nobiltà, praticamente l'alter ego della sua personalità che ama incantare senza provocare l'interlocutore di turno.
Foto: Andrea Federici |
Tutto i Chianti Classico di Coralìa sono ammalianti, cristallini, sprizzano purezza ed avvolgenza, sono una coperta di cashmere per il palato e cibo per la nostra mente bisognosa di emozioni sincere.
L'annata 1996 degustata recentemente a Roma ha confermato ancora una volta la mia assoluta inclinazione per questo sangiovese che, nonostante 16 anni di età, rimane fulgido di un frutto rosso ancora croccante a cui seguono sussurri minerali e balsamici di grande intensità e schiettezza.
Al palato è perfettamente coerente, la grana dei tannini è nobile e la cospicua dotazione acida fa intravedere per questo vino ancora tanti anni di onorata carriera. Finale radioso dove ritrovo tutto lo stile, la compostezza e l'"understatement" della principessa Coralìa.
Un grande Chianti Classico da bere in giornate malinconiche davanti ad un tramonto toscano.
Fonte: hoteldelbuono.it |
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