Una grande giornata slow tra le belle colline della Valle del Calore assaggiando i vini e i piatti nelle cantine dei Vignerons. Nel cuore della verde Irpinia è custodita una delle aree rurali più sorprendenti della Campania. Si susseguono suggestioni e bellezze della natura che si fondono armonicamente con l’operato dell’uomo, in un binomio significativo di tradizione e modernità.
Comodamente raggiungibile in auto, bus, treno, questa Terra si offre al visitatore come un rifugio, una realtà diversa ma possibile, a pochi chilometri dalle aree metropolitane e dalle località turistiche della costiera campana. Alla quotidianità metropolitana contrappone il silenzio dei campi, i sapori genuini, i mestieri della tradizione, i luoghi destinati al ristoro dello spirito e le testimonianze di una storia rilevante. I vigneti della D.O.C.G. “Taurasi”, si incastonano discreti in un incantevole scenario di ameni e soleggiati declivi collinosi, dei belvedere dei centri storici e delle fitte aree boschive baciati dal fiume Calore.
Il disciplinare del Taurasi individua un’area piuttosto ampia ed estesa che ricade principalmente nella Valle del Calore e abbraccia diciassette Comuni. Unica D.O.C.G. di tutto il centro-sud fino al 2003, il Taurasi viene prodotto con le uve di Aglianico. Uno dei primi a fiorire e tra gli ultimi ad essere raccolto, l’Aglianico è un vitigno vigoroso e allo stesso tempo delicato. Vino con una forte identità territoriale, risalendo il fiume Calore, si incontrano vigneti che si collocano attorno ai 300 metri per arrivare a siti che nella zona più alta, a ridosso dei Monti Picentini, sfiorano gli 800 metri.
Attraversando le terre del Taurasi, non si può fare a meno di confrontarsi con un repertorio estremamente eterogeneo di esposizioni, altitudini e paesaggi.
La giornata è di approccio al Manifesto dei Vignerons d’Europe:
Il vignaiolo si prende cura in prima persona della vigna, della cantina e della vendita.
Il vino del vignaiolo è vivo, dona piacere, è figlio del suo territorio e del suo pensiero.
Espressione autentica di una cultura.
Il vignaiolo considera il consumatore un co-produttore.
Il vignaiolo custodisce e modella il paesaggio nel rispetto della biodiversità e della cultura del proprio territorio, che racconta e arricchisce.
Il vignaiolo come agricoltore si assume la responsabilità di preservare e migliorare la fertilità del suolo e l’equilibrio egli ecosistemi.
Il vignaiolo si impegna a rinunciare all’utilizzo di molecole e organismi artificiali e di sintesi con l’obiettivo di tutelare il vivente.
Il vignaiolo governa il limite in tutti i suoi impegni ricercando l’ottimo, mai il massimo.
Il vignaiolo si assume la responsabilità della propria attività nel rispetto dell’ambiente, della salute del consumatore e dei destini della propria comunità e della terra.
Il vignaiolo si impegna a creare e alimentare relazioni con altri vignaioli, agricoltori, produttori di cibo, cuochi, università e istituti di ricerca, educatori e cittadini nella propria comunità e nel mondo.
Il vignaiolo pratica la trasparenza: dice quello che fa e fa quello che dice.
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