L'AIS Roma ha riaperto l'anno accademico portando nella capitale una nutrita truppa di produttori chiantigiani che hanno presentato al fino troppo nutrito pubblico romano le ultime annate in commercio.
Purtroppo questo tipo di degustazioni a banchi di assaggio, con tanto di folla sgomitante alla ricerca dell'aperitivo fighetto, non mi hanno permesso di avere una panoramica completa dell'offerta enologica della serata. Anzi, posso dire che mi è andata di culo se sono riuscito ad approfondire cinque/sei produttori sui cinquanta presenti per cui, di seguito, le note di degustazione sono estremamente parziali e riguardano solo la mia personale selezione chiantigiana.
Chianti Classico "Coltassala" 2008 - Castello di Volpaia (sangiovese e mammolo): da un solo vitigno posto a 450 metri s.l.m. nasce questo vino che sprigiona sentori di prugna, marasca, pepe nero. Bocca abbastanza fresca, sapida, con fitti tannini e chiusura speziata. Sarà apprezzato dagli amanti dei Chianti "pop".
Chianti Classico Riserva "Rancia" 2009 - Felsina (100% sangiovese): non c'è nulla da fare, questo Chianti rimane sempre buono e di grande bevibilità anche quando è giovane e scalpitante. Elegante, minerale, succoso, fresco, cosa chiedere di più ad un vino che è già leggenda?
I Sodi di S. Niccolò 2008 - Castellare di Castellina (sangioveto 85%-90% e malvasia nera 15-10%): non è un Chianti Classico ma, come per altri vini mito, rimane un sorso emozionante. Quest'annata, in particolare, genera un vino molto mediterraneo a cui si aggiungono tracce di sandalo e tabacco. In bocca è equilibrato, sapido, con tannini di buona fattura. Ancora giovane darà il meglio di sè tra qualche anno.
Chianti Classico Riserva "Borro del Diavolo" 2008 - Ormanni (100% sangiovese): anche con questo Chianti non si sbaglia (quasi) mai. Questa annata regala un vino profondo, minerale, con velati profumi di terra rossa, sottobosco, spezie e sprizzante balsamicità. In bocca è compatto, caldo, sontuoso. Ha tutto le caratteristiche per farci godere a lungo.
Chianti Classico Riserva 2008 - Castello della Paneretta (90% sangiovese e 10% canaiolo): in molti di indicavano di passare al banco n°10 dove c'era un Chianti davvero interessante. Avevano ragione. Questa Riserva, affinata in botti grandi di 30 Hl, ha un naso fresco con ricordi di frutta di rovo, foglie di tabacco, corteccia di pino, violetta. Bocca elegante, equilibrata, scorrevole, con notevole nota sapida e freschezza in chiusura di sorso. L'Espresso lo scorso hanno gli ha dato 18.5. Bravi, piacevole sorpresa davvero!
Chianti Classico 2010 - Monteraponi (90% sangiovese e 10% canaiolo): il vino del Braganti è davvero buono, a partire da questo Chianti base che, sebbene in bottiglia da pochi mesi, è davvero buono e dotato di bevibilità sorprendente. Se tanto mi dà tanto, questa annata promette davvero bene.
Chianti Classico Riserva “Il Campitello” 2008 – Monteraponi (90% sangiovese, 8% canaiolo, 2% colorino): è il vino che più mi è piaciuto tra quelli degustati durante la serata romana. Non c’è nulla da fare, il terroir di Monteraponi riesce a sfornare dei vini di rara eleganza e profondità. Tutto in questo vino è al punto giusto anche se non è certo un mostro di complessità come la Riserva “Baron Ugo” che a sto punto aspetto con grande ansia.
Chianti Classico Riserva “Il Campitello” 2008 – Monteraponi (90% sangiovese, 8% canaiolo, 2% colorino): è il vino che più mi è piaciuto tra quelli degustati durante la serata romana. Non c’è nulla da fare, il terroir di Monteraponi riesce a sfornare dei vini di rara eleganza e profondità. Tutto in questo vino è al punto giusto anche se non è certo un mostro di complessità come la Riserva “Baron Ugo” che a sto punto aspetto con grande ansia.